
Com’è facile diventare complottisti quando il complotto soddisfa i pregiudizi
Detesto toccare la politica italiana anche solo di striscio, ma faccio un’eccezione per segnalare un caso che mi sembra una bella dimostrazione di come la mentalità cospirazionista non sia circoscritta a quattro bertucce rumorose su Internet e che gli errori classici di questa mentalità siano molto facili da commettere quando i fatti sembrano sostenere la propria visione del mondo.
Pochi giorni fa il TG1 ha mandato in onda un servizio nel quale un insorto libico ringrazia in inglese Obama, l’America e Sarkozy. Ma lo speaker ha tradotto le sue parole aggiungendoci un “grazie signor Berlusconi”.
È partita subito in Rete l’accusa di sfacciata manipolazione del video da parte del TG1 a favore di Berlusconi. Ma gli accusatori hanno commesso uno degli errori classici del cospirazionismo, esattamente come i complottisti dell’11 settembre, delle “scie chimiche” o dello sbarco sulla Luna: non si sono fermati a verificare se per caso l’anomalia potesse avere una spiegazione più semplice e non cospiratoria.
Infatti è così: il video originale contiene anche il ringraziamento a Berlusconi, ma la redazione del TG1 ha commesso l’errore di tagliare il video prima che l’insorto pronunciasse le parole dello scandalo. Repubblica ha il video non tagliato.
Morale della storia: quando ci s’imbatte in una notizia che sembra indicare un complotto, bisogna sempre chiedersi se la notizia può avere altre spiegazioni meno clamorose; quando il complotto va nella direzione dei nostri pregiudizi, bisogna chiederselo due volte. Magari anche tre.
Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.
