Per quanto viaggiare a lungo termine dia senza dubbio la possibilità di conoscere un luogo da una prospettiva differente, avere poco tempo a disposizione non dovrebbe essere il fattore che impedisce di partire. In particolare se il luogo che si sceglie di esplorare è la Thailandia, dove anche in poche settimane è possibile visitare a fondo una regione e trarre il meglio dall’esperienza che si sceglie di intraprendere, che sia questa una lenta vita al ritmo delle isole, un itinerario tra i siti storici del centro-nord oppure una serie di escursioni tra le tribù della fascia meridionale. E c’è di più: anche in una destinazione dove tutto sembra già essere stato visitato, sapendo come muoversi, è possibile uscire dal percorso più battuto, anche quando il lavoro ci concede soltanto due settimane. Il trucco è semplice, concentrarsi su un’area e farla bene piuttosto che cercare di inserire tutto nel percorso e passare l’intera visita saltando da un autobus all’altro. Ecco quindi quattro itinerari per una Thailandia fai da te, pensati singolarmente per chi ha poco tempo oppure combinabili per chi il biglietto di ritorno ha deciso di rimandarlo.
Il Golfo
Il caos di Bangkok necessita di almeno due o tre giorni soltanto per trovare l’orientamento, ma anche lasciare a casa la guida e perdersi tra i più diversi quartieri è certo un’attività che non farà mancare gli stimoli. Che sia tra i mercati di Chinatown, la più moderna area che circonda Siam Square, le nottate perse in Khao San o le più pacifiche giornate in riva al fiume non importa, queste sono le porte per l’Asia da cui ogni nuovo arrivato deve passare, con tutte le sue curiosità e contraddizioni. Con un autobus dalla stazione sud oppure in treno, si scende verso Chumpon dalla quale si prenderà il traghetto per la più piccola delle isole del Golfo, Koh Tao. L’Isola della tartaruga è oggi una destinazione mondiale per gli amanti delle immersioni e farsi certificare qui significa seguire un corso in acque tropicali al costo più basso possibile. Chi vuole ottenere il brevetto avrà bisogno di circa quattro giorni, ma anche chi non è interessato si dimenticherà presto dello scorrere del tempo. Da Koh Tao si raggiunge in poche ore la famosa Koh Pha Ngan, dove una volta (o due) al mese si accende una delle feste più grandi del mondo. Controllate le date sul sito ufficiale se volete partecipare al Full Moon Party e arrivate qualche giorno in anticipo se volete trovare alloggio a budget, magari proprio vicino alla spiaggia di Haad Rin, dove la festa prende forma. Non siete i tipi da bucket e corde infuocate? Non c’è problema, basta salire sulla costa occidentale per trovare uno degli ambienti più pacifici che ci si possa aspettare, dove sono numerosi i corsi intensivi di yoga, progetti di permacultura e bungalow con amaca in riva al mare per 200 Bath. Si prosegue per la più grande e moderna Samui, consumata in buona parte dal turismo, ma certamente la più attiva durante la bassa stagione. Con un traghetto si torna sulla terraferma a Surat Thani, dalla quale si può concludere il circolo tornando al punto di partenza. Avanza tempo? Una sosta sulla costa per spezzare il viaggio può essere Hua Hin, altrimenti sono soltanto poche ore di autobus a separarci dalla costa opposta, sul Mare delle Andamane.
Il Mare delle Andamane e l’Estremo Sud
Lasciate da parte l’affollata Phuket per la sua sorella minore, Krabi. Anch’essa ormai un centro turistico, è un buon punto di partenza per esplorare il mare delle Andamane, che sia questo attraverso le isole più popolari oppure tra quelle meno conosciute. Chi va a Krabi tende a fermarsi ad Ao Nang, un’area moderna costruita su misura per i turisti. Da qui si possono organizzare tour per le isole utilizzate dai film del cinema oppure mangiare in ristoranti alla moda, ma dato che noi di questo ne facciamo volentieri a meno ci spostiamo nel centro vero e proprio, a Krabi Town. Guesthouse economiche sono sparse vicino al mare, un mercato locale offre frutta, verdura e interessanti spunti fotografici e la sera una lunga fila di ristoranti all’aria aperta offrono street food per pochi spiccioli. Da qui è possibile noleggiare un motorino e visitare i dintorni, raggiungendo uno dei templi più interessanti del sud, la Tiger Cave, sopra il quale, a quasi 1.300 scalini di altezza, si trova una immensa statua di Buddha. E le isole? Phi Phi Island si trova a poca distanza, ma lasciamo anche questa a chi ha voglia di spendere il triplo per dormire e mangiare e a chi ha interesse a passare giornate tra centinaia di australiani ubriachi. Ci dirigiamo invece a sud, a Trang, dalla quale longboat partono per il gruppo di isole meno popolare di questa costa. Koh Muk è la prima tappa, dove un villaggio di pescatori rende bene l’idea di cosa significhi vivere su un isola tropicale quando l’economia non è fondata sul turismo di massa, ma per le spiagge da cartolina è necessario spostarsi ancora più a largo, a Koh Kradan, dove il territorio è per l’85% parco nazionale e dove la spiaggia è deserta nella maggior parte dell’anno. Entrambe le isole valgono alcuni giorni. In questo itinerario, avendo tempo, può essere inclusa Koh Lipe e il Turatao National Park, ma difficilmente riusciranno a battere l’esperienza di Koh Kradan. Tornando sulla terraferma si raggiunge in alcune ore Hat Yai, che rende bene l’idea di una tipica grande città thailandese. Da qui è possibile prendere il treno notturno per Bangkok oppure salire facendo alcune tappe sulla costa orientale.
Il Nord Culturale
Capire la cultura thailandese non è certo cosa da poco, ma anche in breve tempo si possono visitare i principali punti di interesse da Bangkok in su. La capitale offre un moltitudine di templi, musei e simboli, primo tra tutti il Royal Palace, ma per entrare nella storia di questo paese basta prendere un minibus e dirigersi un paio d’ore a nord, ad Ayutthaya. Quella che un tempo era la capitale del regno di Siam è oggi una cittadina che si sviluppa attorno ad una lunga serie di rovine. I resti della città vecchia si esplorano in bicicletta oppure in barca dal fiume e tra le centinaia di statue di Buddha sembrerà di tornare indietro nel tempo. Da Ayutthaya si sale per il secondo centro storico della Thailandia, Sukothai, dichiarato Patrimonio dell’Umanità UNESCO, nato nel tredicesimo secolo come prima base dell’impero Siam. Una deviazione possibile e fuori dai tracciati comuni è quella per la città di confine con la Birmania, Mae Sot, che è raccoglie oggi un alto numero di rifugiati e dalla quale è possibile entrare in Birmania per alcune ore con un visto giornaliero, oppure, da pochissimo, per un mese intero se provvisti di visto. Controllate che il confine sia aperto però, dato che l’instabile situazione politica non regala alcuna certezza. A Chiang Mai si arriva nel weekend, per assistere al grande Sunday Market che si stende per le strade del centro. Numerosi templi sono sparsi in questa tranquilla città del nord che nasce in mezzo alle colline e la sua vicinanza al Doi Inthanon National Park la rende una meta preferita per gli amanti del trekking. A Chiang Mai infatti è possibile effettuare trekking guidati di più giorni per poche decine di Euro, il peccato è che questa attività è negli ultimi anni stata adattata al turimo di massa ed arriva in pacchetti confezionati del tipo camminata/elefanti/rafting/kayak/villaggio tribale che finiscono per perdere ogni autenticità. L’aspetto culturale di Chiang Mai vale alcuni giorni, ma per addentrarsi nella natura l’opzione migliore è muoversi più in su, a Chiang Rai. Da qui è possibile avvicinarsi alle tribù Akha, svolgendo escursioni di più giorni all’interno della foresta, campeggiando insieme ad una guida o passando la notte in un villaggio rurale.
Il Nord Est e L’Isaan
Se vi siete chiesti se esista ancora una parte della Thailandia che non sia stata invasa dai backpackers questa è la regione dove guardare. Per non farsi mancare niente però cominciamo più dal basso, da un’isola. Koh Chang è situata vicino al confine con la Cambogia a circa sei ore di distanza da Bangkok. Facilmente raggiungibile questa grande isola merita alcuni giorni, in particolare se siete diretti sul lato più calmo, Lonely Beach, dove i resort sono ancora relativamente pochi e un bungalow sulla spiaggia costa poche centinaia di Bath. Per coloro a cui un’isola sola non basta Koh Kut si trova a poca distanza, anche se è da sapere che qui non siamo su un territorio amico per chi viaggia zaino in spalla e i costi si alzeranno notevolmente. Tornando in direzione Bangkok la prima grande attrazione è il Khao Yai National Park, considerato uno dei parchi meglio conservati dell’Asia continentale che ospita numerosi tracciati nella foresta da poter seguire in modo autonomo o con una guida. Khon Kaen, più a nord è una città studentesca nella quale è possibile fermarsi ed organizzare escursioni in ogni direzione. Tornando a ovest infatti si arriva a Shukothai dalla quale è possibile chiudere il cerchio con Bangkok, magari con una sosta ad Ayutthaya. Dirigendosi a nord oppure ad est invece si arriva ai confini con il Laos, separato da uno dei fiumi più importanti di questa regione del mondo, il Mekong. Nelle città di confine come Nong Khai, Mukdahan o Chong Mek si troveranno soltanto viaggiatori di passaggio, ma chi arriva qui si accorgerà certamente di aver lasciato indietro il resto dei backpacker sul Banana Pancake Trail, l’itinerario standard della maggior parte di coloro che arrivano in Sud Est Asiatico.
Muoversi in Thailandia
Il mezzo di trasporto preferito in Thailandia è certamente l’autobus. Con mezzi diretti in ogni città e di ogni tipo di categoria, da quelli pubblici ai VIP, presentarsi alla stazione e pronunciare il nome della nostra destinazione è senza dubbio il modo più facile ed economico per muoversi. A Bangkok si deve scegliere tra due stazioni, quella nord, che serve tutte le città della fascia settentrionale, e quella sud, da dove partono tutti gli autobus nella direzione opposta. Alle biglietterie quasi sempre il primo prezzo per gli stranieri sarà quello per la prima classe o il bus VIP, per questo è necessario specificare che si è in cerca dell’autobus pubblico e della seconda classe, che comunque è di buona qualità e vale il risparmio. Le strade in Thailandia sono in buone condizioni e tratte di circa dieci/dodici ore come Bangkok – Chiang Mai oppure Bangkok – Krabi costano intorno ad una decina di Euro. Per chi vuole risparmiare una buona idea è muoversi sugli autobus notturni, che evitano una notte in guesthouse.
È possibile muoversi anche in treno con una linea ferroviaria unica che scende da Bangkok fino a Singapore, mentre a nord della capitale si ramifica in più direzioni. La seconda classe del treno ha prezzi simili agli autobus per alcune tratte, ad esempio Bangkok – Hat Yai, mentre tende a costare di più per altre, come Bangkok – Chiang Mai, dove l’alta concorrenza tra compagnie di autobus ha schiacciato il prezzo di questo tipo di mezzo. In compenso però in treno si hanno delle cuccette comode e sempre pulite, che sono senza dubbio un vantaggio quando si viaggia di notte. Stranamente il treno impiega più tempo dell’autobus per arrivare da un posto all’altro.
All’interno delle città sono diversi i mezzi di trasporto. Non mancheranno mai i guidatori di tuk-tuk ad attendere un turista da spennare a bordo della strada, ma altrimenti i Song Theaw sono un’opzione migliore. Questi ultimi sono delle camionette che fungono da taxi collettivi, girando per il centro senza un itinerario preciso e caricando chiunque faccia segno. In entrambi i casi concordare sempre il prezzo in anticipo. A Bangkok invece i mezzi pubblici funzionano bene quando si riesce ad interpretarli. I vecchi autobus rossi collegano ogni punto della città, mentro lo Sky Train è la moderna monorotaia che sorvola il centro intorno a Siam Square.
Per potersi muovere all’interno della Thailandia bisogna però prima raggiungerla. La malesiana Air Asia è la principale compagnia low cost che collega ogni destinazione in Sud Est Asiatico, e non solo, per poche decine di Euro, mentre dall’Italia è possibile volare a Bangkok grazie a Emirates che effettua voli giornalieri da Roma e Milano facendo scalo a Dubai.