Oggi mi sono svegliata con un gran desiderio di ringraziare.
Sì, perché è vero che tendenzialmente lo si fa poco, dando tutto per scontato.
Perciò, nel thalassa caotico e burrascoso della mia esistenza, oggi ringrazio le cose che si sforzano di esser sempre uguali a se stesse e mi regalano momenti di pura familiarità.
Ringrazio il palinsesto tivvù del sabato sera, sempre lì a ricordarmi che se non sei un vecchio o un bambino NON dovresti essere a casa a guardare la tele;
ringrazio la nebbia di domenica mattina in pianura padana;
ringrazio la messa in latino al duomo vecchio;
ringrazio l'accendere la radio e trovare i Take that, come quando ero piccola;
ringrazio la probabile domenica sera al cinema, con solito ritardo che ci costringerà a vedere qualche film con Angelina Jolie (non posso farmi bastare la sua pur splendida figura per due ore: son pur sempre donna);
ringrazio il PD (e uso l'acronimo apposta, ché i miei compagni di Università lo intendevano come acronimo di una bestemmia e in effetti... Siamo lì) che riesce a litigare e dividersi anche quando quella sottospecie di maggioranza... No, devi ringraziare Shap, stai calma;
ma più di tutti oggi vorrei ringraziare l'amico Gianfranco, per avermi ricordato l'importanza della convenienza, di quanto conti non passare mai in nessun caso da presunto carnefice, per averci rammentato che lui sarà stato fascista, sì, ma di quelli pavidi. Vai avanti tu che a me scappa da ridere.
Non ci sono alternative a B, perché B. è stato eletto dal popolo. Sì, anche nel '94. E nel 2006 Prodi non mi pare l'avessero estratto a sorte con la tombola di Natale.
Ringrazio di poter andare in palestra e chiedere a Nando di mettere 50 chili sul bilanciere per rimanerne schiacciata.
Ah, ringrazio Gianfranco anche di aver rovinato il risultato quasi epocale del "mio" Brescia.
Perché noi siamo piccoli, e per farci più grandi a volte non basta salire su una gru.
Minuscoli, ma tremendamente incazzati.