Thanksgiving Day

Nel giorno del ringraziamento celebrato da tutti gli americani il 4° giovedì di novembre per commemorare il primo raccolto reso possibile dall’aiuto che i primi coloni ricevettero dai nativi, mi è venuta voglia di ringraziare.

Ringrazio perché posso respirare senza bisogno di macchinari. Posso scegliere di respirare profondamente e lentamente concentrandomi sul movimento del diaframma e, attivando i gangli del parasimpatico, ritrovare uno stato di profondo rilassamento. Posso usare la bocca e il naso per forzare la respirazione ricercando stati alterati perfettamente legali in grado di darmi uno sballo di energia.

Può sembrare normale, sembra tutto troppo scontato, ma io posso muovermi, camminare e se ne ho voglia persino correre fino al punto di non farcela più, sentire il cuore in gola e sentirmi veramente vivo. Questa mi sembra un’ottima ragione per ringraziare.

E poi ringrazio perché a 45 anni posso nuotare molto, ma molto meglio di quando ne avevo 25, e divertirmi decisamente di più di allora.

Ringrazio perché posso bere acqua, gustarmi un fresco e trasparente bicchiere d’acqua quando ho sete e pensare di essere molto fortunato. Una bimba che conosco non può farlo bene come lo posso fare io: i danni celebrali causati da un vaccino le impediscono d’inghiottire e i medici consigliano di assumere acqua con addensanti. Per fortuna i suoi genitori sono dei guerrieri e le stanno insegnando a farlo anche se le profezie degli stregoni in camice bianco a volte sono potenti e occorre avere una fiducia non comune verso la vita per renderle vane.

Ringrazio perché, se ci penso, ci sono molte più ragioni per ringraziare rispetto agli argomenti che possono nutrire i miei inutili lamenti.

Per questi motivi ringrazio e per tutti gli infiniti motivi che potrei scrivere, ringrazio e lascio spazio a voi… se avete qualche valida ragione per ringraziare, adesso!