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Quand'è che la mia vita ha smesso di essere semplice?
Quand'è che tutto si è irrimediabilmente complicato?
Quand'è che ho perso diottrie?
Forse tutto è iniziato molto prima che io me ne accorgessi, forse, scavando a ritroso nella mia adolescenza, nella mia infanzia, c'è una sorta di patrimonio genetico mentale, una sorta di DNA psicologico, che già dai primi anni aveva plasmato la mia vita, ed ora, alla soglia dei 27 anni, non potevo che essere la persona che sono. Certo, ci sono le incognite, quello che ti capita, le scelte che prendi, la vita insomma, ma come il corpo è, per definizione, intrinsecamente connesso al DNA, forse anche la mente è legata ad una specie di DNA mentale, un nucleo originario che è, a prescindere dall'imprinting, dall'educazione, da ciò che si sceglie di fare o non fare. E se così fosse, cambierebbe qualcosa? Forse no, ma almeno saprei da dove ripartire, saprei qual'è il punto di ripristino, il momento esatto da cui formattare il disco. Formattare è decisamente troppo forte come termine, diciamo piuttosto ripartire. Forse sono solo castelli di carte, cinti da mura di foglie, sorretti da fondamenta di cellophan, forse non importa da dove, l'importante è ripartire. Dovrei prima tornare indietro? Ho l'impressione di essermi sdoppiata ad un bivio, di aver lasciato una parte di me ad un punto imprecisato del sentiero, l'altra me ha preso una strada diversa e tutto è talmente mastodontico qui che non so come fare a ritrovarla. Dovrei urlare più forte? Esiste un richiamo per Doppelgänger?Tutte queste domande fanno un rumore assordante, ecco perchè lei non mi sente, forse devo solo stare zitta e camminare.
In realtà, ho solo bisogno di sapere che vado bene lo stesso, che vado bene così come sono, che vado bene anche se *qualunque cosa*. Ho solo bisogno di sapere che le persone che mi amano non si aspettano altro da me se non che io sia quella che sono. Ho solo bisogno di essere lasciata in pace. Mi sono persa. Cazzo.
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