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That’s all, Richter!

Creato il 23 ottobre 2012 da Tnepd

That’s all, Richter!

That’s all, Richter!

Gli aquilani festeggiano dopo la sentenza.

È la fine di marzo 2009, la città abruzzese da quattro mesi è ostaggio di uno sciame sismico e una nuova scossa di magnitudo 4.1 Richter ha appena fatto crescere la paura.
Bertolaso racconta al telefono che sta organizzando una riunione di tecnici al solo scopo di tranquillizzare la popolazione. E sette giorni dopo, la tragedia: mi hanno aperto la macchina.

Condannati per non procurato allarme i luminari che avevano rassicurato la popolazione aquilana prima del terremoto. “Non agitatevi, la morte è un evento naturale”.

Omicidio colposo. Scagionata invece la tettonica a placche.

A causa delle rassicurazioni dei luminari infatti, gli aquilani non hanno preso le necessarie misure di sicurezza. Come trasferirsi sulla luna.

Gli scienziati, secondo la sentenza, non avrebbero messo adeguatamente in risalto il fatto che non ci capiscono un cazzo di terremoti.

Una sentenza giusta. I terremoti sono facilmente prevedibili: Ce ne sarà uno in qualche luogo della terra oggi.

Ad ogni modo, la sismologia non è certo una disciplina per tutti. Quanti di voi avrebbero lo stomaco per rovistare nelle interiora di agnello?

Soddisfatti i pubblici ministeri: «Tutto il filo conduttore del processo non era la ricerca di colpevoli, ma quello di capire i fatti: volevamo solo capire i fatti». Sulla pelle degli altri.

La politica si è subito divisa tra chi ha condannato la sentenza perché assurda e chi, come Bersani, ha dichiarato “Le sentenze vanno sempre rispettate e la giustizia deve fare il suo corso. Ma è importante anche dare solidarietà a queste terre ed è per questo che tornerò ancora a visitarle”.

Amare le parole di Enzo Boschi: “Sono avvilito, disperato”. Eppure quando ti hanno messo a capo dell’istituto nazionale di geofisica sapevi i rischi che avresti corso.

Se utilizzi un vibratore durante il terremoto, l’intensità dello stimolo si annulla.” (Gabriele, 67 anni, sismografo)

La condanna dei sismologi della Commissione Grandi Rischi, colpevoli per il tribunale dell’Aquila di aver sottovalutato il pericolo e fornito informazioni “imprecise e incomplete” sul sisma che sconvolse il capoluogo abruzzese, non convince gli scienziati americani e giapponesi, e neanche un disoccupato di mezza età dall’odore ambiguo che ho conosciuto stamattina al bar.
“È una sentenza assurda”, ha dichiarato Shinichi Sakai, professore associato dell’Earthquake Research Institute di Tokyo, prima di sniffare le mutandine di una liceale.

Oppure chissà, forse il giudice ha ragione.
In fondo quella riunione venne fatta soltanto per invitare alla calma la popolazione, dato che nessuno era certo di niente.
È come quando l’aereo è in avaria e la hostess, nonostante non sia sicura di nulla, è lì che ripete: “Mantenete la calma, va tutto bene”. Poi arriva il giudice e sbraita: “Va tutto bene un cazzo, figli di puttana! Panico, panico, panico!”

Provate un po’ a mettervi nei panni di un sismologo:
a) Non dici nulla e arriva il terremoto: condanna per omicidio colposo;
b) Procuri un allarme e non arriva il terremoto: condanna per procurato allarme;
c) Non dici nulla e non arriva il terremoto: non sei un sismologo ma un impiegato delle Poste;
d) Procuri un allarme e arriva il terremoto: sei Dio.
A conti fatti, in futuro converrà sempre rischiare una denuncia per procurato allarme piuttosto che per omicidio colposo e l’unico concreto risultato di questa sentenza sarà quello di rendere vani tutti i prossimi allarmi.


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