“The Aboriginal Tent Embassy”, un libro sulla lotta ai diritti delle popolazioni aborigene

Da Valecarmen

Anche gli Aborigeni australiani tentarono 41 anni fa, di percorrere la strada della diplomazia. A raccontarlo è un libro edito a Londra nel 2013 e intitolato “The Aboriginal Tent Embassy: Sovereignty, Black Power, Land Rights and the State”. La pubblicazione curata dagli studiosi Gary Foley, Andrew Schaap ed Edwina Howel, racconta un importante momento storico per la comunità aborigena australiana e ne ripercorre le tappe fondamentali. Era il 1972 quando un gruppo di indigeni australiani piantarono le tende davanti al palazzo del Parlamento australiano a Sidney per protestare contro la decisione dell’allora Presidente del Consiglio dei ministri William McMahon, che si rifiutava di scendere a patti con le esigenze delle popolazioni indigene d’Australia. Le richieste degli Aborigeni erano le seguenti: riconoscimento dei diritti legali e e minerari delle popolazioni indigene su tutto il territorio del Commonwealth, presenza in Parlamento di deputati a maggioranza indigena, diritto di governare i territori del nord come stato associato al Commonwealth. Secondo i rappresentanti della comunità aborigena poi, andavano conservati i loro luoghi sacri e restituite con compensi in denaro, le terre di cui erano stati privati. Le richieste, neanche a dirlo, non furono minimamente prese in considerazione e il parco antistante il Parlamento, dove gli attivisti si erano accampati, fu sgomberato. Le vicende però si protrassero per altri 7 anni sino al 1979, anche se si è sempre cercato di insabbiare questa pagina di storia.
Gli studiosi che hanno ripercorso l’importante iniziativa aborigena sono tutti ricercatori e docenti delle maggiori università australiane.

Valentina Di Cesare



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