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The Adventures of Priscilla, Queen of the Desert - Priscilla, la regina del deserto
Creato il 01 settembre 2011 da RobydickUn transessuale e 2 omosessuali formano un gruppo di drag queen. Si esibiscono a Sidney cantando in playback pezzi famosi, con fantasiose coreografie e costumi sgargianti che essi stessi in parte confezionano. Partiranno per Alice Springs, remota località nel centro-nord dell'Australia, dove la ex moglie di Tick ha chiamato il marito per degli spettacoli. Mezzo di trasporto un bus, sorta di Greyhound in salsa aussie, che battezzeranno con tanto di varo "Priscilla, la regina del deserto". Diventerà presto un motorhome tanto, tanto caruccio, e quando verrà tinteggiato color lavanda sarà un vero amore!
On-the-road ultra kitsch nel senso buono, affatto volgare anzi!, per un viaggio lunghissimo (2828 km secondo google maps), buona parte percorso in mezzo a deserti. Ci sarà qualche tappa imprevista a causa di guasti a Priscilla, con relativo spettacolino esibito, una volta a una comunità di aborigeni, poi nella cittadina dove vive l'uomo che ha riparato Priscilla, un'altra volta a un gruppo di rudissimi minatori. Non sono spettacoli molto usuali in quelle lande desolate e qualche "casino" succederà. Alla fine arriveranno a destinazione e lì la grande sorpresa: Tick ha un figlio, che dovrà portare con sé per un po' perché la ex moglie, con cui è in ottimi rapporti, dopo molti anni ha bisogno di una vacanza... e il resto ve lo lascio scoprire.
Non temete, non è un film di commiserazioni, drammi o piagnistei. E' una commedia divertentissima e leggera con alcune Punte di tensione, che non dimentica i pregiudizi e i commenti, quando non i dispetti e pure i pestaggi, a cui sono spesso sottoposte "ragazze" come le nostre 3 protagoniste. Come ogni commedia che si rispetti ha il suo bel happy-ending che non mancherà di stupirvi.
Bellissimo, stupendo, con dei costumi che nel 1995 gli valsero un oscar sicuramente meritatissimo. Citazione d'obbligo per i 2 vincitori dell'oscar, Lizzy Gardiner che a quanto ho letto è cresciuta da piccola proprio nel c.d. outback asutraliano, e Tim Chappel. Scene memorabili come quando la cinese "moglie" del meccanico fa uno spettacolino sparando palline da ping-pong dal, o dalla... non ho ben capito, o proprio i momenti in panne in pieno deserto dove, con infinita classe, anche se nella disperazione dell'orizzonte infinito e disabitato che angoscerebbe chiunque, non mancano di truccarsi, vestirsi, fare colorate colazioni e sarà lì che il bus diventerà color lavanda.
Vale da sé anche senza "profonde" riflessioni, per lo spettacolo che offre, ma non si può non ammirare l'eleganza, di modi dei personaggi e narrativa, con cui alla fine vengono affrontati i temi dell'Amore e pure della Famiglia. Compreso il bambino, il finale è un trionfo di sincerità e trovo fuori luogo in questo contesto usare termini come Tolleranza, ad esempio. Non c'è nulla da Tollerare. Non ci dovrebbe proprio essere, basta appunto non porsi nemmeno il problema della sessualità di chi ci circonda. Quale arcana ragione ha portato buona parte dell'umanità a farsi i c.d. cazzi altrui riguardo a cosa debba o meno dare piacere ed affetto? Perché ognuno non può decidere liberamente come rendere, se non felice almeno piacevole, la propria vita un periodo di tempo da trascorrere su questa terra esprimendo sé stessi al meglio, senza temere il giudizio di alcuno? Parlavamo qualche giorno fa su questo argomento io e l'amico Occhio in occasione di un film di ben altro genere e contenuti: "La bestia in calore". Ecco che il tema si ripropone, è un assillo della nostra specie quello di voler "normalizzare" le persone a regole ed abitudini di vita che alcuni, in posizione dominante, ritengono quelle corrette per sé e doveroso imporre agli altri.
Ormai m'è partita la sinapsi del predicatore, scusate ma proseguo...
L'imporre abitudini sessuali è legato a doppia mandata con l'imporre strutture familiari. Siamo alla solita storia, che il potere tenta, cerca e spesso ottiene di Tipizzare il popolo che non è mai stato sovrano in nessuna parte del mondo e con nessuna organizzazione politica e/o sociale, diciamolo pure fuori dai denti. Perché forse in democrazia si è davvero liberi di fare quello che si vuole "fino a dove inizia la libertà degli altri"? Non diciamo cazzate per piacere... E ricominciano le domande: Quale beneficio concreto dà la monogamia? Perché non si può chiamare Famiglia quella composta da soggetti con lo stesso sesso? Allargando il discorso, ma dove sta scritto che ci devono essere per dei figli, o meglio per dei soggetti giovani della specie da crescere, un padre e una madre? Potrebbero essere 2 padri e 3 madri, 5 padri e 0 madri, 7 madri ma anche una senza padre, o un padre da solo, e via all'infinito nel comporre numeri naturali. Ecco cosa c'è di naturale in tutto questo, solo i numeri, il resto sono convenzioni nate da imposizioni e non mascheriamo con gli usi, la consuetudine, le tradizioni quelle che sì, poi sono diventate tali, ma per imposizione.
Vedremo riunirsi e formarsi in questo splendido film diversi contesti di convivenza che ci tocca definire atipici. Di certo hanno una complessità che però è insita nella nostra, mediamente diffusa, rigidità mentale riguardo a come un "contesto di convivenza" debba essere formato. E' più bello se nulla è scontato, è meno noioso, rende la partecipazione di ogni singolo individuo al Contesto più creativa e necessariamente attiva. Non esistono problemi se non nella testa di chi non ha alcun interesse vero alla felicità delle persone, e spesso quelli che ragionano così, proprio all'opposto, desiderano sulle persone esercitare controllo e nulla glie ne importa del loro benessere.
Mi duole dirlo ma temo che il solo difetto, se così posso chiamarlo, di questo film è che non potrà in alcun modo convertire a un più sano modo di pensare beghine, bigotti, religidioti di ogni genere e etnia. E' troppo bello quello che si vede qua, nel bene e nel male, "nella gioia e nel dolore" ti fan dire in certe sedi. Talmente bello che o hai uno spiraglio nella tua personale visione della bellezza della vita, nella sua eterogeneità (un caso in cui etero è veramente un gran valore positivo) oppure per difendere le piccole certezze da microcefalo ti vai a chiudere ulteriormente, a nascondere un sorriso che è irrefrenabile ma reputi vergognoso. Sono meravigliose le 3 protagoniste quando daranno uno spettacolo con per pubblico lo spettacolo parimenti dignitoso offerto dai paesaggi immensi australiani. Fuor di metafora è l'immensità della vita che si propone contro visioni riduttive che ottundono l'orizzonte, utili solo a chi vuol essere miope per scelta.
Non sono un esperto di religioni né voglio diventarlo, ma a chi le professa dico con serenità d'animo che se gli causano omofobie, sessofobie, rigidità mentali di ogni genere allora è meglio abbandonarle subito, vi stanno danneggiando, a voi e a chi vi circonda e che i loro fondatori e seguaci si perdano nell'oblio delle vergogne della storia dell'uomo. Se invece i veri testi religiosi non prevedono i comportamenti aberranti citati ma chi le dirige nelle organizzazioni sì, e ne crea dogmi e tabù, allora tenetevi serenamente la vostra fede ma urlate in faccia un gran VAFFANCULO a chi le distorce in quel modo. Esistono religioni che non rientrano nei 2 casi che ho illustrato? Scrivetene un libro senza indugiare, diventerà un best-seller e mi offro da subito per scriverne una recensione entusiasta.
Chiudo, dopo questi pistolotti, con un Encomio Solenne ai 3 attori: Terence Stamp as Ralph/Bernadette Bassenger; Hugo Weaving as Anthony 'Tick' Belrose/Mitzi Del Bra; Guy Pearce as Adam Whitely/Felicia Jollygoodfellow. Tutti bravissimi e tutti a quel che ne so "banalmente" eterosessuali nella vita privata. -E che ce frega della loro vita privata?- potreste obiettare e dico -Giusto! sono d'accordo!- ma in questo caso è significativo come siano riusciti ad esprimersi in modo assolutamente realistico e credibile "fingendo" sessualità diverse. Trovo sia un'altra cosa molto significativa, quanto se ne potrebbe dire a riguardo!, ma ho già parlato abbastanza...
Anzi no, qualche battuta del film devo metterla:
Bernadette a una "simpaticona" che le ha prese in giro in un bar: "ora stammi a sentire, manza... appiccati fuoco al tampax e fai esplodere la caverna, perché sarà l'unica botta che avrai nella tua vita mia cara".
Ancora Bernadette, a Tick parlando di Felicia: "se mi provoca ancora le do una scarpata sulla testa così dovrà ficcarsi lo spazzolino nel culo per lavarsi i denti".
Tick a Felicia che fa la stupidina: "quando sei nato il dottore ha dato uno schiaffo a tua madre".
Bernadette chiede a un vecchio ad un distributore, mentre accarezza il suo affettuoso quadrupede: "che bel cane, come si chiama?" - e lui risponde - "Herpes, se lo chiami ti si attacca"
E tante altre... film nel mio Olimpo, e buona visione!
Robydick
La colonna sonora è ricchissima di brani famosi che spaziano dalla lirica al pop. Uno non ho potuto evitarlo nel frameshow, uno stardard del pop: "I will survive" cantata da Gloria Gaynor. Degli Abba invece che "Mamma Mia", tormentone nel film, ho messo "Dancing Queen" e in fondo le nostre 3 reginette cosa fanno se non ballare?
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