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The best, the worst, the most… [Episodio 7]

Da Strawberry @SabyFrag

 

Nuovo episodio della rubrica sul meglio e il peggio delle mie serie tv preferite. Vi siamo mancati? A me si e anche tanto!

The best: Game of Thrones 3x03 – Walk of punishment

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Finalmente l’inverno arrivò. No, non sono impazzita e sono consapevole che la primavera sia esplosa in ogni dove in questi giorni. Ma il 31 marzo è partita l’attesissima, agognata, desiderata terza stagione di Game of Thrones.

The best, the worst, the most… [Episodio 7]
E niente è più come prima. Non ho mai pensato che una saga fantasy potesse conquistarmi in questo modo. Beh, lo dissi anche di Harry Potter e guarda poi che fissa ho avuto per anni, quindi non sono proprio affidabile quando faccio queste affermazioni. Ma davvero non mi sarei aspettata di lasciarmi travolgere da questa ondata di intrighi, amori, guerre, misteri, draghi e strani essere oltre la Barriera. E invece sono qui ad eleggere come miglior episodio il 3° capitolo di GOT andato in onda domenica scorsa. La stagione, in effetti, era partita un po’ “moscia”, forse ancora in fase di stabilizzazione e probabilmente anche perché dopo mesi di attesa, durante i quali il web e HBO ci hanno caricato a mille e ci hanno fatto credere in un inizio con il botto, questa è stata la nostra impressione. In realtà i primi due episodi hanno tenuto un profilo decisamente basso, fino ad arrivare alla puntata numero 3 dove siamo entrati nel vivo della storia. Quella scena finale di sicuro non la dimenticheremo con facilità: io sono rimasta di sasso, ferma e immobile davanti allo schermo, per una decina di minuti. Non potevo crederci anche perché speravo che la coppia Brienne/Jaime continuasse a intrattenerci nell loro viaggio verso Approdo del Re, con un Jaime sempre pungente e una Brienne che riesce a farsi valere in ogni occasione. Ora non so proprio cosa aspettarmi…

Prossimo appuntamento domenica 21 con la 3x04 “And Now His Watch is Dead”. Se vi va potete leggere le anticipazioni ai nuovi episodi QUI… vi aspetto!

The worst: The Following 1x13 – Havenport

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Eppure era partita bene. Qualche tempo fa scrivevo su questo blog entusiasta della nuova serie partita a gennaio in America e arrivata da noi, in pieno stile “evento”, a febbraio su Mediaset Premium e Sky. Una serie che vedeva tra i protagonisti Kevin Bacon. Ci siamo lanciati a bomba. Peccato, però, che di episodio in episodio, l’intera faccenda ci abbia lasciati perplessi e anche un po’ delusi. Non so se gli autori siano degli strenui oppositori del FBI ma è certo che in The Following il Bureau non ci fa affatto una bella figura. Un gruppo di storditi che: si lascia sfuggire nell’ordine tre ragazzi privi di qualsivoglia personalità  in una fattoria accerchiata dalle squadre di assalto, una tipa evidentemente fuori come un balcone che riesce addirittura a rapire Hardy (Bacon) e sorella davanti al loro naso, un super nerd innamorato dell’ex moglie di Carroll (l’assassino nemesi di Bacon); lasciano morire come mosche gli unici tonti che sono riusciti ad acciuffare davanti ai loro occhi; permettono a un avvocato terrorizzato di fare comunicati stampa tra i più sconclusionati al mondo; non capiscono mai una cippa lippa di ciò che sta accadendo se non quando tutto è già avvenuto e, infine, si perdono lo stesso Carroll, che doveva essere come minimo controllato a vista, il quale li prende per i fondelli come neanche suo figlio ci sarebbe cascato.

The best, the worst, the most… [Episodio 7]
Per non parlare del tipo della Swat che, in pieno covo di matti, apre le gabbie a degli assassini che per poco non lo sbranano, Hardy che porta dall’amico in protezione testimoni la sua amata Claire per poi far quasi ammazzare l’amico mentre quel genio di donna decide di seguire gli assassini, Weston che, non contento di essersi fatto massacrare di botte una volta, continua a buttarsi nella mischia rischiando un paio di volta ancora di morire e alla fine c’è da pensare che meno male che è tornato altrimenti i geni del FBI si facevano prendere per i fondelli ancor auna volta da Roderick. Certo, si potrebbe trovare una giustificazione, anche dalla parte dei cattivi non mancano le assurdità. Praticamente ovunque spunta fuori un follower pronto a farti molto male. Joe Carroll, da quando si è nascosto nella casa del male (o dei matti), non fa altro che scrivere pagine ridicole di un romanzo ridicolo e fare telefonate a Hardy che neanche la sua fidanzata. E poi ad un certo punto anche i cattivi cominciano, senza alcuna ragione, a svarionare. Commettono una serie di passi falsi che però non si accordano con la grande preparazione e il controllo che hanno dimostrato di avere per tutta la serie. Non sono errori “intelligenti, ovvero minuzie che solo l’occhio attento sa cogliere e svelare: è come se all’improvviso i follower si fossero rotti di stare dietro a Carrol e a tutto il circo che ruota attorno e avessero deciso di comportarsi come i loro nemici, ovvero da idioti. Errori e improvvisate che anche mia nonna sarebbe riuscita a fare di meglio. Tipo il rapimento di Joey. Ma dai. Per me gli autori, stanchi (di già) della baracconata messa su, si son detti “beh si è fatta una certa…” e hanno deciso di svendere la storia ulteriormente. E così ecco un’altra matta che con uno spillone infilza l’occhio di Donovan, che per tutta la serie non ha peccato certo di sagacia quanto di presunzione. Una trovata che a questo punto della storia mi lascia assolutamente indifferente. Intanto Hardy/Bacon continua con quel suo mood da cane bastonato a cui vanno tutte storte e a questo punto come dargli torto. Dai gente, facciamola finita qui (e già il pensiero che è in cantiere una seconda stagione mi fa scuotere la testa sconfortata).

Prossimo appuntamento lunedì 22 aprile con la 1x14 “The End is Near”.

The most…iconic show: Mad Man 6x03 – The collaborators

MAD MEN WALLPAPER

E sono ritornati. I nostri old fashioned Mad Men. Don Draper e tutta la banda di pubblicitari tornano con le loro vite intricate, i loro segreti, gli intrighi, le alleanze e i contrasti, i clienti che sembra impossibile accontentare e n mondo che cambia sempre più velocemente. Una serie che riesce ancora ad appassionare e non stanca mai, iconica nel suo dimostrare sempre come dovrebbe essere la buona televisione. Mad Men è entrato a far parte dell’immaginario collettivo con il suo fascino di altri tempi, ma capace di indurre ad ampie riflessioni sul mondo, la storia e l’uomo stesso,  apparendo sempre attuale, nei vizi e nelle virtù  in cui lo spettatore riesce a trovare anche se stesso. In questa stagione Don s’interroga ancora sulla sua persona, sul suo passato, sulla sua vera identità, nascosta tra i mille volti che il pubblicitario ha indossato come maschere nel corso degli anni, ma che è ancora là, in profondità, ed emerge con incredibile violenza quando Don si rende conto che la sua natura reale è impossibile da domare.

The best, the worst, the most… [Episodio 7]
Peggy intanto si fa strada in quel percorso cominciato anni prima e che ora, spiccato il volo e allontanatasi dal suo mentore, prevede per lei nuovi ostacoli attraverso cui mostrare il suo talento e affermare la sua autorità. E poi gli altri personaggi che ruotano in un circolo di insoddisfazioni, rimorsi, conquiste, delusioni, rivincite, amori proibiti, ripensamenti, rimorsi, colpe e rimpianti. E, infine, il nuovo personaggio del dottor Rosen – senza contare Bob che lavora in contabilità ma tampina un po’ troppo i soci dell’agenzia – insieme a quello di Sylvia danno quel tocco di nuovo che aggiungono mordente all’intrigo.  Attendevo Mad Men quasi quanto GOT, ma il piacere che mi procurano i pubblicitari di Madison Avenue è unico nel suo genere. Ogni volta che una puntata finisce, io non mi stanco mai di ripetermi: Mad Men, che stile!

Prossimo episodio domenica 21, 6x04 “To Have and to Hold”

 

Alla prossima gente  e buona visione!

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(finalmente Trudi! mi sei piaciuta…)


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