“Mi piace osservare la realtà che mi circonda” comincia così il post settimanale di Carlinlove. A me piace come lei mi dia la possibilità di scoprire nuovi mondi, salgo in sella ai suoi pensieri e mi lascio trasportare. Mi piace come mi ha fatto osservare che nell’era 2.0 la voglia principale é quella di essere unici, la “customizzazione” con questo o quell dettaglio fashion ma con qualcosa che sappia di noi si é ampliata e esce dal guardaroba per arrivare per strada…
Con questo pensiero ho scoperto questa nuova finestra di gusto e creatività: Ciclo AMC… non mi resta che consigliarmi di visitare la loro pagina Facebook e il sito. Sicuramente qui da TIMEtoBE magazine ne sentirete presto ancora parlare…
Mi piace osservare la realtà che mi circonda, guardare le novità che si susseguono, interpretare i cambiamenti della società, spesso con un velo di ironia verso mode assurde che hanno manifestazioni quasi ridicole. Non è il caso di quella che mi sto accingendo a descrivervi: la bicicletta. Mezzo di trasporto tornato ultimamente in auge grazie agli indiscussi benefici che il suo utilizzo apporta sia alla nostra saluta che a quella dell’ambiente: pedalare rassoda i glutei e non inquina.
Ovviamente anche questo trend salutista ha subito un’influenza modaiola, infatti, stiamo assistendo sempre di più allo spopolare di biciclette customizzate, soprattutto tra i giovanissimi. E perché no, in fin dei conti Pasqua è passata da qualche giorno, ma le colombe e le uova di cioccolato sono rimaste, quindi personalmente non ho trovato opzione migliore che aderire a questa tendenza e trascorrere un 25 Aprile all’insegna dell’attività fisica. Premessa: io sono una persona che giace nella più totale sedentarietà e pigrizia sportiva, ma tutto sommato pedalare mi piace. “Passeggiando” in sella della mia ruspante bici –e come cantava Cocciante, accompagnata dalla mia dolce metà- ho trascorso una piacevole giornata di sole, apprezzando bellissimi scenari naturalistici nella provincia di Treviso (n.b. Treviso, non Trieste, non Trento, non Tarvisio). L’itinerario inizia nel centro della città, imboccando la Restera, che segue il flusso del Sile proponendo dei paesaggi davvero straordinari.
Proseguiamo quindi verso Silea, percorrendo un sentiero ciclabile –via Alzaia- che ci ha portati fino ai Laghetti Verdi, nella località di Casier. Qui volendo, vi suggerisco delle ottime coppe gelato, ma se lo scopo della biciclettata è anche quello di smaltire i vari pranzi e grigliate pasquali forse è meglio non sostarci nemmeno e proseguire velocemente. Il tour a questo punto è arrivato al suo giro di boa: dirigendosi verso la località di Sant’Antonino abbiamo iniziato a riavvicinarci alle bellissime mura medioevali che cingono l’intera città e ricongiungerci alla macchina.
Devo dire che, anche se poco impegnativo, questo giretto mi ha dato grandi soddisfazioni, soprattutto perché ho potuto sfoggiare la mia super bici vintage, rimessa su strada grazie all’abile e attento restauro di Ciclo AMC, giovane marchio nato solo nel 2011, ma che vanta bellissimi esemplari di biciclette di varia tipologia. Si tratta di un giovane talentuoso, che ha trasformato la passione in un business, cosa sempre più rara soprattutto al giorno d’oggi. Le sue creazioni sono state esposte anche al Salone del Mobile di Milano, edizione 2013, presso la Fabbrica del Vapore, lavora soprattutto in Veneto, nel laboratorio di Treviso (maggiori informazioni le potete trovare all’interno del blog Cicloamc.blogspot.it oppure alla pagina FaceBook Cicloamc).
Anche i più grandi marchi –ad esempio Pinnarello, Bianchi e Bottecchia- del settore ciclistico si sono aggiornati con biciclette che seguono le tendenze del “fixed” (ovvero con il mozzo a scatto fisso), attraverso linee industriali dai colori sgargianti che propongono ad un target giovane e mondano. Ciclo AMC, essendo un piccolo marchio, si concentra su un lavoro sicuramente più elitario, le produzioni vengono concordate con il cliente e realizzate categoricamente su misura.
Daniele, il fondatore, non è di molte parole, ma quando l’argomento verte sulle bici, ti travolge come un fiume in piena, sottolineando la passione che lo spinge a portare avanti questa attività. Il fulcro del suo lavoro è il recupero di componenti che siano coerenti -sia a livello di marca, che di annata- tra loro, selezionate attraverso un’attenta ricerca nei rivenditori, nelle compravendite online e nei mercatini di oggettistica vintage. A queste, vengono poi aggiunti elementi nuovi, che non vanno ad intaccare lo stile del prodotto, ma atti a valorizzarne le performance.
La bicicletta di partenza può essere sia di proprietà del cliente, che fornita direttamente da Ciclo AMC. La lavorazione inizia quindi con una valutazione dei bisogni del committente, durante la quale si definiscono l’utilizzo e il modello da realizzare, oltre che ai dettagli estetici desiderati (colore, adesivi, accessori, ect.). Le tipologie di bici disponibili -sia da uomo che da donna- sono: urban, da corsa, a scatto fisso, contropedale e singol speed. Ricopre quindi una gamma di prodotti per –quasi- tutte le esigenze, e il bello è che il cliente viene coinvolto nei vari step decisionali in modo che l’articolo finale sia esattamente come lo desidera. I passaggi successivi prevedono la verniciatura, il reperimento delle componentistiche e il montaggio finale. Molto spesso sono richieste modifiche del telaio ad hoc, che vengono effettuate per adattare alla perfezione la bici allo scopo di destinazione.
La consegna si fa attendere (circa 1 mese dall’ordine e preventivo) ma il risultato finale è sempre impeccabile: la cura dei dettagli contraddistingue questi prodotti, che non rappresentano solo semplici bici, ma pezzi unici personalizzati secondo richieste specifiche. Essendo appunto biciclette costruite su misura, il loro prezzo non è economico (si parte da una base di 400 €), ma sicuramente giustificato dato che non si tratta di produzioni in serie. L’eccellenza del design italiano unita a passione e maestria, si mescolano in creazioni eleganti e raffinate, che vengono apprezzate soprattutto dagli intenditori del settore, soprattutto per la ricercatezza e l’originalità dei pezzi utilizzati.
In tempi in cui l’omologazione ormai è di casa, è sempre piacevole vedere che ci sono giovani che coltivano ed investono nelle proprie passioni e lo fanno davvero bene. Credo che la forza del made in Italy sia proprio questa: non si può nemmeno paragonare a mode passeggiere che costellano la nostra vita, il gusto di cui il design italiano è capace traccia uno stile definito ed intramontabile.
SeeYouSoon,
CarlinLove.