Per questo progetto si preannunciano tonalità dark e molto cupe, per un soggetto già noto al mondo cinematografico: la storia del killer di Boston è stata portata sullo schermo nel 1968 da Richard Fleischer (Lo strangolatore di Boston – The Boston strangler) con Henry Fonda e Tony Curtis, quest’ultimo nel ruolo di DeSalvo.
Mark Romanek, regista caratterizzato da una forte identità artistica, ha collaborato allo sviluppo di lungometraggi come The Wolfman e Cinderella della Disney, successivamente abbandonati per divergenze artistiche. Il cinema l’ha visto all’opera con titoli come One hour photo (2002) e Never Let Me Go (2010), ma Romanek era già da tempo figura autorevole nel mondo del videoclip. Ha infatti diretto numerosi video musicali per artisti di rilievo internazionale come Mick Jagger, David Bowie, Madonna, R.E.M., Eels e molti altri. Di particolare rilevanza estetica sono le sue regie dei videoclip per il gruppo statunitense Nine Inch Nails, collaborazione che si inaugura nel 1994 con Closer, track tratta dal loro terzo album The downward spiral; l’inquietante video ha portato un enorme contributo al lavoro della band, in quanto riesce a dare l’esatta interpretazione estetica e visiva di quelle tematiche legate alla paranoia e all’autodistruzione dell’essere umano soggiogato dal sistema che Trent Reznor, fondatore e leader della band, ha sviluppato nel suo concept-album. Romanek firmerà altri due videoclip per la band: lo squisitamente gotico The perfect drug del 1997 e Hurt del 2002, brano celeberrimo, coverizzato da numerosi artisti tra cui David Bowie e Johnny Cash. Sempre nel 1997, per il video di Closer, Romanek fu il primo regista a ricevere il VMA Video Vanguard Award per il suo contributo ai media. Inoltre Closer e quello per Bedtime story di Madonna sono diventati parte della collezione permanente del MoMA, il museo di arte moderna di New York. Dal videoclip al cinema, un regista dal percorso eclettico: è dunque lecito nutrire ottime aspettative riguardo al suo Strangolatore.
Daniela Nativio