The Bourne legacy

Creato il 18 settembre 2012 da Misterjamesford
Regia: Tony GilroyOrigine: USAAnno: 2012Durata: 135'
La trama (con parole mie): Aaron Cross, agente addestrato e potenziato geneticamente in base ad uno dei programmi nati per costruire intere unità ispirate al ribelle Jason Bourne, scopre sulla pelle che, nel momento in cui l'intera operazione che ha portato alla sua formazione viene portata alla luce, lui e tutti i suoi "colleghi", così come gli scienziati che li hanno monitorati, sono in pericolo di vita.Con i servizi segreti alle costole ed una dottoressa travolta dagli eventi accanto, Cross dovrà scoprire con chi ha a che fare, cosa fare in modo da potersi liberare dei medicinali che deve costantemente ingerire, far perdere le sue tracce, salvare la vita della donna e, ovviamente, restare vivo.Perchè tutto questo sia possibile, dovrà imperversare tra l'Alaska, gli States ed il cuore di Manila, dove lo attende il confronto con un suo simile inviato per "chiudere la pratica".

Ricordo che mi accostai al primo capitolo della saga di Jason Bourne con uno scetticismo notevole: in primo luogo, James Bond nel Cinema e l'agente XIII nel Fumetto rimanevano due standard difficili da eguagliare, ed in secondo Matt Damon con il suo viso da bravo ragazzo e la tendenza ad imbolsire non mi ispiravano per nulla l'immagine del coriaceo agente segreto spaccaculi.Al contrario di quanto pensassi, invece, i tre film dedicati alle sue gesta mi sorpresero tutti in positivo rivelandosi più che discreti sia dal punto di vista della regia che della narrazione, tanto da riuscire a rendere credibile anche un protagonista che pareva completamente fuori ruolo.Per questo nuovo capitolo, che prevedeva un cambio che avrebbe portato all'introduzione di un nuovo eroe, le cose hanno funzionato esattamente al contrario: un trailer adrenalinico ed un volto decisamente più action - quello di Jeremy Renner, che da Mission impossible: protocollo fantasma a The Avengers ci ha abituati ad una certa impostazione e fisicità - che promettevano scintille hanno portato, in conclusione, ad una pellicola che non risulta niente più di un buon compitino svolto dal regista Tony Gilroy, sceneggiatore anche dei capitoli precedenti per la prima volta chiamato a dirigere le gesta del "suo" Bourne.Ed è proprio nella regia - e nell'approccio alla pellicola in generale - che vanno ricercati i difetti più grandi di The Bourne legacy: sicuramente precisa, eppure assolutamente anonima sia per quanto riguarda le parti dedicate all'intrigo che quelle concentrate sull'azione, la mano di Gilroy non rischia mai per evitare di strafare - in positivo o in negativo -, poggiando tutti i rischi sulle spalle della coppia di protagonisti - entrambi ottimi - e gestisce male tempi e ritmi - ad una prima metà decisamente verbosa anche per un film di spionaggio ne segue una seconda tutta votata all'azione, con un inseguimento conclusivo a dir poco estenuante per durata e crescendo nonchè decisamente inefficace nella sua conclusione -. Un sacrificio, insomma, a favore di una netta distinzione tra costruzione e climax che manca dell'equilibrio al contrario mostrato da una pellicola cui questa è decisamente ispirata, l'ottimo Casinò Royale firmato da Martin Campbell, grande rilancio della figura di James Bond dopo anni di pressochè totale anonimato.Scritto in questo modo pare quasi un errore trovare i due bicchieri lì in alto invece che le più toste delle bottigliate, eppure nonostante i difetti appena elencati, la durata eccessiva - quando mancano ritmo e coinvolgimento, più di due ore possono risultare infinite per una pellicola action - e più di una punta di noia, il prodotto è sicuramente più che guardabile, il cast - come già sottolineato - funziona alla grande - anche il buon vecchio Edward Norton nei panni di boss senza scrupoli dei servizi segreti - e lo sfruttamento della cornice rende un ottimo servizio alle riprese - dalle distese innevate dell'Alaska al cuore della Manila decisamente non per turisti -.Certo, se a dirigere l'orchestra fosse stato il Gareth Evans di quella ficata pazzesca di The raid - Redemption, probabilmente le cose sarebbero state ben diverse ma, da quasi tutti i punti di vista, non si poteva davvero chiedere di più ad uno sceneggiatore che, a mio parere, regista non è quasi per nulla e che senza dubbio manca del talento di Paul Greengrass - che firmò i due film precedenti -.Il botteghino, per ora, non ha premiato lo sforzo, eppure al sottoscritto non dispiacerebbe vedere di nuovo Aaron Cross e la sua compagna di viaggio Martha Shearing alle prese con una successiva avventura, che potrebbe essere sempre scritta da Gilroy ma avvalersi dell'aiuto di qualcuno che possa davvero spingere a fondo l'acceleratore di un charachter che, nonostante abbia tutto dalla sua sulla carta, rischia davvero di scomparire se confrontato con un pur - sempre sulla carta - non irresistibile predecessore.
MrFord
"Extreme ways are back again
extreme places I didn't know
I broke everything new again
everything that I'd owned
I threw it out the window; came along
extreme ways I know will part the colors of my sea
the perfect colored sea."Moby - "Extreme ways" -


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