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David è un po' stressato al lavoro e comincia a sospettare fortemente che la moglie lo tradisca.
Inoltre grazie alla sua collega di lavoro Claire scopre grazie a rarissimi filmati d'archivio che la loro casa fu teatro di un gravissimo fatto di sangue risalente al 1902 quando un uomo assassinò la moglie e i due figli.
Da quel momento in poi la casa sembra ospitare misteriose presenze.
Quando Alice non ritorna a casa per una notte, David ne denuncia subito la scomparsa col solo risultato che diventa subito il primo sospettato della sparizione.
David inoltre non ricorda molto bene quello che accadde quella sera quando , insospettito dal suo atteggiamento, cominciò a seguire la moglie.....
Diavoli di irlandesi ce l'hanno fatta un'altra volta : con il classico film costato due sterline, finanziato con i soldi della lotteria e con gli incentivi sulla tassazione, riescono ancora una volta a tirare fuori un prodotto formalmente curato, anzi molto curato, è la prima cosa che salta all'occhio in questa pellicola, e pronto per l'esportazione in più Paesi possibili.
Segno che in Irlanda amano anche sporcarsi col cinema di genere , senza alcuna paura e senza alcuna preclusione, mentre qui da noi vengono finanziati sempre i soliti noti e sempre per film appartenenti allo stesso genere, inutile che mi stia a ripetere per l'ennesima volta.
Veniamo a The Canal: dalla sinossi si rende evidente che non ci troviamo di fronte a qualcosa di schiettamente originale, anzi sembra la solita storia trita e ritrita di case infestate e di fantasmi personali che condizionano le vite dei protagonisti.
Visto poi dopo quello squassante masterpiece di The Babadook , diciamo che un po' l'aspettativa ne risente perché The Canal gioca parzialmente sul terreno del film di Jennifer Kent ( in fondo David combatte per tutto il film col suo babadook che non ne vuole sapere di starsene chiuso nell'armadio) declinando il tutto al maschile e aggiungendo per speziare una storia di tradimenti.
Il film mette subito in chiaro di che cosa vuole parlare: fantasmi
Ma da intendere in senso lato.
Quello che vien fuori è un vortice di suggestioni che partono da una casa diventata troppo grande per il padre e per il figlio e in cui risuona fragorosa l'assenza della madre, ma l'occhio del ciclone di questo vortice è in realtà proprio David, una mente sempre più in bilico tra realtà e incubo, quasi ansiosa di imboccare un abisso nero e senza fondo in cui perdersi definitivamente.
Interessante che un'altra chiave di volta del mistero sia una specie di sottopasso vicino al canale che dà il titolo al film, una cosa che fa molto In Absentia, titolo supercult targato Mike Flanagan ( quello di Oculus ) ma soprattutto è interessante il modo di girare di Kavanagh che con una regia preziosa, ricercata, di una raffinatezza non frequente da trovare nel genere, riscatta, almeno parzialmente la pressoché totale mancanza di originalità dello script.
Addirittura ho letto che per quanto concerne le parti riguardanti l'omicidio plurimo del 1902 , Kavanagh abbia girato con una cinepresa del 1915, un vero e proprio residuato bellico, protagonista a sua volta di una delle sequenze cardine del film.
La fotografia di pregio e un montaggio asfissiante nell'ultima parte del film si rivelano come altri due preziosi valori aggiunti che contribuiscono nel piacere epidermico di una visione comunque soddisfacente per il fan dell'horror e di generi affini.
Infine una notazione per il finale: un frammento di cattiveria vera, un violento colpo basso ma di quelli che ti fanno rivalutare in positivo un lavoro che risente di molte influenze ma che cerca di rielaborarle in modo personale.
Riuscendoci a fasi alterne.
Ma Ivan Kavanagh è un regista da tenere d'occhio....
PERCHE' SI : stile registico ricercato, ottimi fotografia e montaggio, un finale che è un vero colpo basso
PERCHE' NO : visto dopo The Babadook un po' sbiadisce, lo script è poco originale, il piacere della visione resta solo in superficie...
( VOTO : 6,5 / 10 )
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