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The Catastrophic History of you and me by Jess Rothenberg

Creato il 03 settembre 2015 da Anncleire @anncleire

The Catastrophic History of you and me by Jess Rothenberg

The trouble is, sometimes words are like arrows. Once you shoot them, there’s no going back.

“The catastrophic history of you” and me tradotto in italiano da Einaudi come “Storia catastrofica di te e di me” di Jess Rothenberg è davvero una catastrofe. Avevo buone aspettative visto che mi era stato consigliato da una mia carissima amica e che in giro avevo beccato solo recensioni positive, da gran parte dei blog che seguo. Purtroppo questo libro mi ha irritato indicibilmente, non so se perché un certo tipo di young adult non fanno più per me, non so se per la protagonista odiosa come non mai o se in definitiva per il motivo per cui la storia inizia. Cioè la tipa muore perché il suo ragazzo le spezza il cuore. Letteralmente le spezza il cuore. Cioè… really? Considerate che ho iniziato il libro senza prima vedere la trama *shame on me* Delusione…

Morire per un cuore spezzato è solo l’inizio… benvenuti nel per sempre. La vita di Brie finisce a sedici anni: il suo ragazzo le dice che non la ama e la notizia le spezza il cuore – letteralmente. Ma ora che è morta e sepolta, Brie sta per scoprire che l’amore è molto più complicato di quello che si immaginava. A Half Moon Bay, la sua famiglia inizia a sgretolarsi. La sua migliore amica mantiene un segreto su Jacob, il ragazzo che ha amato e perso – e la verità dietro il motivo per cui l’ha lasciata. E poi c’è Patrick, la misteriosa nuova guida di Brie e la residente Anima Persa… che potrebbe tenere in mano la chiave per il suo aldilà. Con l’aiuto di Patrick, Brie deve superare le cinque fasi del lutto prima di essere pronta ad andare avanti. Ma come fai a ricominciare da capo quando il tuo cuore è ancora a pezzi?

Tutti abbiamo sofferto per amore, soffrire per amore fa schifo, ci si consuma in recriminazioni ridicole, in pianti più o meno disperati e ci si chiede freneticamente dove si è sbagliato. È un passaggio quasi obbligato, quasi mai si trova il tipo giusto al primo tentativo e la strada verso una relazione d’amore sana e soddisfacente è lungo e pieno di insidie. Ma per quanto difficile e doloroso essere lasciati non è la fine del mondo, non può essere la fine della propria vita. Che il fatto che si venga lasciati e che si muoia per un cuore spezzato è inconcepibile, disdicevole, assolutamente sbagliato. Che Brie a soli sedici anni si veda distrutta la vita perché un tipo le dice “Voglio lasciarti” mi lascia basita. Anche perché è assolutamente avvilente per una società in cui le donne lottano continuamente con discriminazioni e violenze e almeno nei libri vorrei vedere modelli più forti e indipendenti. E per tutto il libro Brie non cresce, non evolve, capisce di aver commesso una serie  di errori più lunga della lista della spesa solo per mano di Patrick, un altro ragazzo, molto ambiguo, un’altra storia d’amore, che della serie neanche nell’aldilà può essere felice da sola. Brie è la classica ragazza popolare che si giudica mediocre, e tutti reputano bellissima, con un gruppo di amiche affiatate, che le vogliono bene nonostante tutto. Credo che da un certo punto di vista sia uno dei pochi aspetti che si salva del libro. Brie è impulsiva, votata all’autodistruzione, la classica protagonista di romanzi young adult, incapace di fare una scelta consapevole, che agisce di impulso distruggendo tutto e ritrovandosi ad autocommiserarsi per pagine e pagine, piangendo perché nessuno la capisce.

Anche la parte paranormale, il fatto che lei sia un fantasma e vive in una specie di limbo, è poco sviluppata e inconsistente, perché finisce lì in fondo non ci viene mai spiegato. Da notare invece è tutta la parte delle varie fasi dell’elaborazione del lutto la negazione, la rabbia, il patteggiamento, la tristezza e l’accettazione. Ogni stadio è vissuto da Brie con un certo spirito di rifiuto, cercando di superare il fatto che ormai è fuori dalla vita delle persone che ama. Anche il tempo trascorre in maniera diversa, e Brie si scalda quando capisce che le cose non sono esattamente come le vede lei, che dietro certi comportamenti c’è una spiegazione e che non deve sempre pensare al peggio. Ma facilmente irritabile e permalosa, finisce per allontanare da sé anche Patrick, l’unico che cerca di aiutarlo, pur nascondendo un passato burrascoso. La trama in sé non è neanche così campata per aria, considerando che alla fine dovrebbe arrivare la redenzione della protagonista, ma in un certo qual modo resta inconcludente, considerando che Brie non si evolve in nessun caso, se cambia le cose lo fa solo perché le dicono cosa fare e le danno la soluzione già pronta. Il che è troppo facile.

L’ambientazione è abbastanza curata, sullo sfondo di una San Francisco a metà tra il reale e il paranormale, tra l’immaginazione di Brie e le reali strade percorse dagli americani, in un connubio di sensazioni che investono Brie.


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