Titolo: Thor e i Nuovi Vendicatori 158
Editore: Panini Comics
Formato: spillato, col., 17×26, 80 pp.
Data di pubblicazione: 05/2012
Prezzo: 3,50 €
Voto:
“Quando con furore colpirà il difensore della Terra, tutti gli uomini dovranno abbandonare la dimora terrena; il figlio di Odino farà nove passi, poi stramazzerà al suolo, ucciso dal Serpente.” – The Mighty Thor #7, Matt Fraction
The Mighty Thor #7 – Fear Itself: in principio
Storia: Matt Fraction; Disegni: Pasqual Ferry
Bor muore, a quanto pare, nel suo letto.
Già questo potrebbe far storcere il naso a molti fan del Tonante dal momento che più di una volta lui stesso si è sperticato a inveire contro la “morte di paglia”, la morte nel proprio letto piuttosto che sul campo, che mai e poi mai dovrebbe toccare in sorte a un guerriero.
Fosse solo questo.
Il decesso di Bor, che lascia orfani i figli ancora bambini, rimescola le carte della continuity. Chi segue la testata già da qualche tempo, ricorda il vecchio tirare le cuoia in maniera un po’ diversa, non al caldo delle coperte bensì sotto la neve, facendo in tempo a maledire il figlio Odino per un paio di cose non andate per il verso giusto, essere riportato in vita e ingannato da Loki per finire poi piallato da Thor.
Una retcon da niente, insomma.
Che piaccia o meno, Fraction stupisce con questa nuova versione (che i lettori fanno del loro meglio per spiegare: si tratta di una vita vissuta prima di un Ragnarok? Di quale Ragnarok, poi?) in cui i figli di Bor non sono tre, ma quattro, e Odino non è il maggiore.
Se da un lato del letto a omaggiare il padre defunto ci sono Odino, Vili e Ve, dall’altro c’è Cal, il futuro Serpente di Fear Itself, che reclama il trono.
Sarà un monarca inappuntabile, dice.
Nella pagina successiva, partono i massacri.
Odino e i fratelli si oppongono a Cal, che sembra impazzito, ma con scarsi risultati. Così il futuro re di Asgard cerca consiglio presso Yggdrasil e a esso, in cambio della saggezza, offre in sacrificio il proprio occhio (in una bella rivisitazione del mito nordico, anche a livello grafico, per quanto si ostini a dare testate alla continuity).
Se per vedere il suo cammino deve perdere un occhio, il giovane Odino scopre che per guarire suo fratello dovrà perdere suo figlio. Da qui la profezia che tanto turberà Odino in futuro, tanto da indurlo a cercare la distruzione di Midgard tutta pur di mettere in salvo Thor.
La guerra tra Odino, spalleggiato da Vili e Ve, e Cal sembra durare per molto tempo: ormai adulto e invecchiato anzitempo, Odino assedia Aeshim (futura Midgard) la dimora del fratello maggiore che ha assunto ormai il titolo di dio della paura.
Pochi istanti prima della sconfitta – che si rivelerà parziale – Cal trasporta altrove gli otto Valorosi del suo seguito, deciso a richiamarli presso di sé in un futuro remoto, quando affronterà di nuovo Odino per vincerlo. Si creano così le premesse per Fear Itself, in un buon tie-in che avrebbe fatto la sua figura all’interno della saga, piuttosto che fuori, dando più profondità alle motivazioni del sovrano di Asgard.
Nonostante la scomoda sorpresa di Fraction che impasta da capo il background di Asgard e la mitologia norrena, la storia non è priva di fascino e di una certa cura per i dettagli (quelli che importano a Fraction, of course): il motivo per cui dalla mitologia norrena non ci giunge il nome di Cal, il quarto figlio di Bor, è da imputare al fatto che Odino abbia voluto cancellare il nome del fratello con una ferocissima damnatio memoriae. Reduce dalla prima battaglia contro il Serpente, che viene spedito nelle profondità dell’oceano – recuperando ancora il mito, anche se Fraction spergiura di no – distrugge il mondo di Aeshim (la Terra) e alle sue rovine dà il nome di Midgard, la terra di mezzo, in modo tale che nessun dio, dopo il Serpente, avesse desiderato abitarla.
Journey Into Mystery #628 – Viaggio nel Mistero
Storia: Kieron Gillen; Disegni: Whilce Portacio & Dougie Braithwaite
Perché il Serpente muoia, Thor deve morire.
Data la profezia, le fazioni in guerra fanno le loro mosse e anche il piccolo Loki è pronto a giocare. “Io so come salvare tutti” sostiene.
Con un inganno straordinariamente semplice (a dimostrazione che spesso le cose semplici sono le migliori) Loki riesce a penetrare l’Asgard Oscura del Serpente insieme al suo piccolo e agguerritissimo esercito: Leah, Tyr, il Distruttore e le Dìsir, demoniache guerriere maledette che combattono al fianco del dio degli inganni .
Dopo un difficile percorso nella cittadella, Loki mette a punto il proprio piano in una biblioteca. Nonostante suoni l’allarme e il tempo stringa, mentre il suo esercito combatte, estrae finalmente l’arma: l’Ombra del Crepuscolo. Del resto, ne ferisce più la penna della spada.
Ancora una volta la storia di Gillen si dimostra il punto più alto della narrazione delle vicende di Asgard, per idee e sviluppo. Portacio poteva forse fare di meglio con le matite.
The New Avengers #17 – Quello che conta
Storia: Brian Michael Bendis; Disegni: Mike Deodato
C’è Ultimo, un grosso robottone con, per usare le parole di Stark “un’intera storia industriale alle sue spalle”. E poi ci sono i Nuovi Vendicatori.
Per quanto Iron Man li avverta di non colpire Ultimo, ci si lanciano sopra in gruppo. Le ottime premesse di un buon lavoro di squadra.
Tony Stark ci vede giusto: si tratta di spionaggio industriale, per quanto estremo. Scopriamo che dietro a Ultimo si muove Norman Osborn, deciso a sollevare la testa dal tacco di Iron Man e di Capitan America. E riesce, prima della ritirata strategica, a impadronirsi di un campione di sangue di Wolverine.
The New Avengers #18 – La Rinascita degli Oscuri Vendicatori (I parte)
Storia: Brian Michael Bendis; Disegni: Mike Deodato
Osborn raggiunge Skaar, figlio di Hulk, nelle Terre Selvagge e gli propone di unirsi alla sua causa, dopo avere arruolato Gorgon e Madame Hydra.
Anche Barney Barton, fratello di Clint, viene recuperato dall’ospedale di New York, dopo una rocambolesca fuga giocata tra la vita e la morte.
Osborn raccoglie i resti delle vecchie agenzie terroristiche, dalla HAMMER, all’Hydra, alla Mano, per crearne una solida e nuova (sì, vabbè) sotto la propria guida in modo offrire al mondo un’alternativa a Capitan America e alla sua visione delle cose.
E non sono pochi, sembra, quelli disposti a seguirlo.
Dal Brasile, ad esempio, Ai Apaec – una divinità chimerica dalle sembianze di aracnide – nonostante le iniziali esitazioni sembra del parere di unirsi al vecchio Norman.
Una storia che sembra riciclarsi, un po’ come la HAMMER. Ma stiamo a vedere.