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Trama: un avvocato decide di impelagarsi in un traffico di droga ma le cose cominciano a sfuggirgli di mano e quello che era cominciato come uno sfizio diventa una pericolosa caccia all'uomo...
Ammetto di essere uscita dalla visione di The Counselor con un incredibile, enorme punto interrogativo sopra la testa. Per parafrasare il personaggio di Bardem, “Non so cosa ho visto”. Dopo una notte passata a sognare ghepardi e diamanti, gli unici due elementi della pellicola che, evidentemente, mi hanno lasciato qualcosa e mi hanno affascinata, posso solo concludere che, nelle capaci mani dei fratelli Coen, una sceneggiatura così incredibilmente “meh” sarebbe potuta diventare un capolavoro del grottesco mentre l’altrettanto capace mano di Ridley Scott l’ha ridotta ad un’interminabile serie di verbosi microepisodi di stupidità criminale che, almeno per quel che ho potuto capire, trovano un nesso nella figura della donna. Tolti i membri quasi senza volto del cartello criminale, infatti, ogni uomo all’interno della vicenda viene governato, ispirato o mazziato da una figura femminile, che può essere quella angelicata, pura e innocente, in grado di far pensare all’eventuale compagno che la vita è bella e degna di essere vissuta a prescindere da quanto il proprio animo sia ormai corrotto, oppure la femme fatale completamente pazza, imprevedibile e affamata di vita, sangue e (soprattutto) sesso. Praticamente gli “affari” vengono gestiti malamente dagli uomini ma sono poi le donne, spesso sottovalutate come la figura della madre, ad incarnare quelle piccole, fondamentali varianti di cui tenere conto in un sottobosco fatto di violenza e sanguinose regole, dove il minimo sgarro viene subito punito nel peggiore dei modi, dove non esistono giustificazioni, né perdono o speranze di salvezza, fisica o morale che sia. Fin dall’inizio della vicenda i personaggi sono seguiti dall’ombra di innumerevoli spade di Damocle che si sono forgiati con le loro mani e si nascondono vicendevolmente questa inquietante pendenza facendo la voce grossa delle persone che sanno stare al mondo, per poi finire malamente trucidati come i peggiori dei fessi o scomparire come i troppi desaparecidos del Messico.
Il problema di The Counselor però è che tutta questa carne al fuoco viene gestita con una freddezza incredibile, con una regia che alterna una solida perfezione formale ai limiti del patinato ad un roboante eccesso di trash, musica e immagini "sporche", come se due diversi film e due diversi mondi cozzassero assieme, cosa che effettivamente avviene. Tutto ciò si è tradotto, almeno per me, nell'incapacità totale di simpatizzare con uno qualsiasi dei personaggi, di provare pena per il loro destino o di applaudire davanti alla natura machiavellica della dark lady di turno, vuota quanto tutto il resto del cast fatta eccezione, forse, per il personaggio di Brad Pitt. Se da un lato, dunque, godere dell'indubbia bellezza di Fassbender e della sua bravura (nonché di quella dell'intero cast), apprezzare le scelte registiche di Ridley Scott e trovarmi davanti un film comunque particolare e ben realizzato sono tre condizioni che mi impediscono di dire di aver guardato una schifezza, dall'altro non posso nemmeno ammettere che The Counselor mi sia piaciuto, perché non mi ha lasciato davvero nulla... solo perplessità ed alcuni momenti WTF che rimarranno inevitabilmente impressi nella mia mente in saecula saeculorum, buttati in pasto allo spettatore così, alla traditora, giusto per tenerlo sveglio e domandarsi dove diamine sarebbe andata a parare la sceneggiatura di Cormac McCarthy. Insomma, nel mio animo si stanno combattendo la natura del counselor del titolo e la natura cazzona di Javier Bardem e non saprei sinceramente consigliarvi se andare a vedere l'ultima fatica di Ridley Scott o no, quindi lascio la parola a una persona che, assolutamente, non ha avuto dubbi in proposito. Occhio agli SPOILER e... Vai Chicky!
"Trama super inflazionata e ridicola. Un uomo fondamentalmente buono si mette dalla parte dei cattivi per fare soldi a palate e vivere da riccone con la sua bella. Ovviamente c'è subito un imprevisto ed i cattivi ammazzano i soci e la fidanzata del buono. Per far durare un po' di più il film e per farlo piacere almeno alla cerchia degli assatanati e degli amanti del sangue, le scene di sesso più o meno esplicite (più più che meno) e di guerriglia tra gruppi di messicani non mancano". Fate vobis.
Del regista Ridley Scott ho già parlato qui. Michael Fassbender (il procuratore), Penélope Cruz (Laura), Cameron Diaz (Malkina), Javier Bardem (Reiner), Brad Pitt (Westray) e Goran Visnjic (il banchiere) li trovate invece ai rispettivi link.
Bruno Ganz interpreta il gioielliere. Svizzero, ha partecipato a film come Nosferatu - Il principe della notte, Il cielo sopra Berlino, Pane e tulipani, The Manchurian Candidate e La caduta - Gli ultimi giorni di Hitler. Anche regista, ha 72 anni e un film in uscita.
Natalie Dormer interpreta la bionda che seduce Brad Pitt sul finale. Inglese, ha partecipato a film come Captain America - Il primo vendicatore, W.E. - Edward e Wallis, Rush e alle serie I Tudors e Il trono di spade. Ha 31 anni e quattro film in uscita, tra cui l'imminente Hunger Games - Il canto della rivolta, che sarà diviso in due parti.
Tra gli altri attori compaiono anche la moglie del regista, Giannina Facio, il Jim Rennie della deprimente serie Under the Dome, Dean Norris, il marito di Bélen Rueda in The Orphanage, Fernando Cayo, nei panni del Abogado e il non accreditato John Leguizamo come "manovalante" criminale. Rimanendo in tema attoriale, se pensate che la Diaz sia incredibilmente volgare e zamarra nei panni di Malkina, sappiate che si è rischiato di avere Angelina Jolie al posto suo, una roba che non posso nemmeno immaginare.. mentre invece Bradley Cooper e Jeremy Renner erano stati considerati per il ruolo di Reiner, cosa che non mi sarebbe affatto dispiaciuta. Per concludere, se The Counselor vi fosse piaciuto guardatevi Non è un paese per vecchi, sempre tratto da un'opera di Cormac McCarthy. ENJOY!
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