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The Dead Zone

Da Loredana V. @lorysmart

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C’è un nome più comune di Johnny Smith? Certamente no, ma il personaggio invece è straordinario.

Un mite ed educato professore di lettere che, dopo un terribile incidente, si risveglia in una clinica dove è rimasto in coma per 5 anni. Assistito dal suo medico, un irriconoscibile Herberl Lom (per intenderci, il superiore di Peter Sellers ne “La pantera rosa”), riacquista piano piano le capacità motorie, anche se gli rimarrà comunque una lieve zoppia, ma si rende conto che l’incidente ha cambiato profondamente la sua psiche consentendogli, semplicemente afferrando la mano del suo interlocutore, di vedere il futuro di questa persona. Riesce così a scoprire un serial killer che imperversa nella zona dove abita, collaborando alle indagini con lo sceriffo del posto. Sempre sotto l’occhio dei riflettori, infastidito dalla stampa e conscio che Sara, la ragazza con la quale era fidanzato, si è sposata con un altro ed ha avuto un figlio, non tornerà mai da lui, decide di trasferirsi in un’altra cittadina dove vive dando lezioni private.

Ma l’essere in grado di prevedere il futuro, lo mette anche in condizione di cambiarlo. Riesce così a salvare dalla morte per annegamento un suo piccolo allievo, dissuadendolo dal partecipare ad una partita di hockey su ghiaccio sulla superficie di un lago ghiacciato, dove invece sprofonderanno due suoi giovani amici. A casa del padre di questo ragazzino ha però avuto modo di conoscere e quindi di stringere la mano a Greg Stillson  (Martin Sheen), candidato senatore e, in un lampo,vede che questi diventerà presidente degli Stati Uniti e scatenerà una guerra nucleare. Cosa fare? Si consiglia con il medico, chiedendogli se, conoscendo il futuro di Hitler, lo avrebbe eliminato, salvando così la vita a milioni di persone. Il medico (vittima delle persecuzioni ebraiche), pur con qualche reticenza, conferma che avrebbe ucciso il dittatore. Johnny allora, venuto a conoscenza di una conferenza cui il politico avrebbe dovuto presenziare, si arma di fucile.

Le cose non andranno esattamente come previsto: mentre Johnny lo sta prendendo di mira, Stillson lo vede e si fa scudo con il figlio di Sara. Il tirapiedi del politico spara a Johnny il quale però, mentre sta morendo, ha la visione del senatore che si suicida dopo che Newsweek ha pubblicato in prima pagina la sua foto mentre si ripara con il bambino. Quindi muore con un sorriso, conscio che ha salvato il paese da una guerra nucleare.

Un film davvero molto bello, interpretato da un giovane Christopher Walken (la pellicola è del 1983, successiva quindi a “Il cacciatore”), la trama è tratta da Stephen King, la regia di David Cronenberg. Molto belle, anche se evocano un’atmosfera cupa, le musiche di Michael Kamen. Mi ero sempre rifiutata di guardarlo:Stephen King non riscuote le mie simpatie, ma questo film davvero l’ho ritenuto ottimo.


Archiviato in:cinema teatro e televisione Tagged: Christopher Walken, David Cronenberg, Herbert Lom, Martin Sheen, Michael Kamen, Stephen King, The Dead Zone

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