Ieri sera, tornando a casa, alla radio hanno messo una canzone di Bjork.
Non l'ascoltavo da tantissimo tempo. Sempre adorata per l'atmosfera che riesce a creare, per quel posto, quell' "hidden place" in cui mi fa rifugiare quando l'ascolto. Uno spazo fuori dal tempo in cui fluttuo insieme ai miei pensieri, li vedo, li tocco, li sfioro. Me ne ero dimenticata.
Ed è stato come rendersi conto, per la millesima volta, di quanto abbia messo da parte di me in questi anni per un noi o semplicemente per un'altra persona.
Sono prese di coscienza banali, forse, eppure ti schiudono di fronte una marea di possibilità che non avevi mai contemplato e che ora niente e nessuno ti impediscono più di mettere in pratica. Ci sei solo tu e la tua forza di volontà.
Sto cominciando ad intravvedere il rovescio positivo della medaglia, la quantità di possibilità che mi si stagliano di fronte e io non devo far altro che allungare il braccio e prendermele. Nulla di più facile. E difficile al contempo.
In questo momento voglio stare da sola, è una scelta consapevole, eppure è triste sentirmi sola.
Mi ha fatto piacere vedere di nuovo il gruppo dei Ballerini, ho capito che mi sono mancati e che, nonostante non li vedessi da più di un anno, era come se fosse passata poco più di una settimana dall'ultima volta. Questo per ciò che riguarda l'atmosfera che si è creata. Eppure ti rendi conto che mentre tu eri ferma, in quel limbo che è stato il tuo ultimo anno, gli altri sono andati avanti con le loro vite.
Certo, fa piacere vedersi ma non è più come prima. E spesso passo il mio sabato sera in solitarie passeggiate cercando di dare un senso a tutti questi nuovi pezzi che mi ritrovo tra le mani, oppure mi perdo tra le righe di un libro.
C'è un film che vorrei andare a vedere ma la timidezza mi frena nel coinvolgere il mondo per andarci insieme...e poi scopri che il mondo ci è già andato. Sono tutti in numero pari, tu ormai sei dispari e ci sono certe cose che non puoi più fare, almeno finchè non tornerai pari.
So che anche questa sensazione passerà, che tra qualche mese ripenserò a questi momenti e sorriderò nel vedere quanta strada ho fatto. Eppure quella sensazione di essere un po' in un angolo al momento non se ne va.
Ti senti fare domande sulle vacanze estive e tu vorresti rispondere che non sai nemmeno cosa farai domani mattina, come puoi pensare a cosa farai tra qualche mese, a dove andrai e con chi. Ed è su quel chi che tutte le volte mi si bloccano i pensieri.
Ancora una volta, passerà anche questo.
Ma ci sono momenti in cui vedo ancora troppo spesso solo la parola "end" e non "start".
Oltre a questo, mia mamma per la prima volta dopo un mese mi ha chiesto del Fetente, se i nostri amici lo vedessero...ho fatto la brillante, la superiore. Non è facile da spiegare a chi sa poco o nulla.
A chi coglieva dei segnali del mio malessere ma non riusciva nemmeno a chiedermi il perchè, a chi, dopo che gli ho comunicato la notizia della nostra rottura, ti risponde "morto un papa se ne fa un altro", a chi ti voleva chilometri lontana da casa in questa settimana a divertirti e magari a incontrare l'uomo della tua vita perchè "poi ti passano davanti quelle più giovani".
E questo non mi fa bene, mi fa sentire con una data di scadenza che non ho.
Vedi la difficoltà nel dirti certe cose, lo sguardo abbassato, il suo modo semplicistico di farti capire che ti meriti di meglio, ti senti come messa sotto una lente d'ingrandimento e sai che se solo mostri un po' di quella voragine che ti senti ancora dentro, le fai male. Tu non vuoi farle male.
L'unica cosa che vorresti è vedere quella medaglia che finalmente si rovescia, che ti fa vedere solo il bello di fronte a te e ti fa lasciare alle spalle il brutto.
Al momento non è ancora così. Al momento.