Vive in perfetta solitudine e cena sempre nella tavola calda sotto casa dove scambia qualche parola con la giovanissima Alina, prostitura russa che non ha ancora passato l'adolescenza.
Quando lei viene picchiata selvaggiamente dal suo pappone russo, Robert rivela la sua vera natura di ex agente della CIA addestrato alla guerriglia.
Un arma letale che se ne va in giro a piede libero.
E quelli della mafia russa se ne accorgeranno presto. Robert li andrà a prendere tutti, uno a uno, dal pesce più piccolo a quello più grande.
Che va a prendere addirittura a domicilio.
A Mosca.
Ho letto nei credits che The Equalizer- Il vendicatore ( ma vendicatore de che ? ma perché i titolisti italiani cercano sempre di rovinare tutto, andava benissimo solo il titolo inglese anche se fa un po' autoradio anni '80, quelle con le levette che alzavi e abbassavi per sentire meglio i woofer o i tweeter del tuo bellissimo stereo che valeva molto più della macchina che aveva intorno) è tratto da un'omonima serie televisiva americana anni '80 che da noi è stata trasmessa col titolo di Un giustiziere a New York.
Non tra le mie preferite e comunque niente di troppo paragonabile a un film come questo che ha un protagonista nero ed è ambientata da un'altra parte.
Però questa versione filmica conserva una sua aria vintage, demodè anche nella costruzione del suo personaggio principale, un glabro supereroe senza maschera e senza paura a cui dà volto e fisicità uno degli attori hollywoodiani più apprezzati qui a bottega, il Denzellone nostro.
Action...anche questo termine da prendere in un'accezione un po' larga perché la sceneggiatura di Richard Wenk ( suo lo script di The Expendables 2 ) si prende i suoi tempi per costruire il personaggio di Robert, lo pone su uno sfondo discretamente caratterizzato, utilizza l'abilità di Denzel per dargli una profondità che normalmente questo tipo di personaggi non ha.
La regia di Fuqua poi se la gioca benissimo sia nelle sequenze più squisitamente action che in quelle in cui è richiesta la recitazione di battute.
Non a caso la parte migliore del film non è il duello finale ambientato nel magazzino di bricolage dove lavora McCall, praticamente il suo terreno e lui usa utensili come trapani e sparachiodi contro le armi automatiche dei suoi avversari, un po' troppo buio per i miei gusti, ma il faccia a faccia che hanno i due grosso modo a metà film , in un ristorante, una partita a scacchi dialettica che mette in chiaro chi deve avere paura di chi.
Il film di Fuqua , come il suo protagonista sono evidentemente figli di un altro tempo , di un'epoca in cui c'era ancora la Guerra Fredda da raccontare attraverso sceneggiature, di un'epoca di eroi solitari che non si servivano della tecnologia ma solo del buon senso e delle proprie mani, incidentalmente grosse come badili che sapevano essere ferro e piuma alla stessa maniera.
E' nato un po' vecchio questo film ma ha il sapore dell'omaggio vintage, abiura l'uso degli effetti speciali in favore del buon, caro, sano artigianato cinematografico.
Anche Denzellone nostro sta diventando un po' vecchio ma in questo film è cazzutissimo e spaccaculi come poche altre volte gli era successo.
E a noi ce piace, non ci sconvolge ma ce piace.
PERCHE' SI : Washington dà profondità al suo personaggio, ottimo anche il villain Csokas e la regia di Fuqua, molto action anni '80
PERCHE' NO : forse un filo lungo ( 130 minuti), finale un po' troppo al buio, la Moretz utilizzata per pochissimi minuti.
( VOTO : 7 / 10 )