The Fortune Cookie di Billy Wilder
Creato il 19 giugno 2011 da Spaceoddity
Ci sono commedie che rivedrei cento volte, giusto per appurare se ho trascurato qualche risata, qualche faccia buffa; per vedere se ho dimenticato ragioni di gioia. The Fortune Cookie (1966, tradotto in italiano con un più insipido Non per soldi, ma per denaro) di Billy Wilder è senz'altro un film che lascia quel senso di benessere che solo un maestro conosce e sa regalarti.
Una trama sostanzialmente banale, cliché della cinematografia d'evasione, quale quella del falso invalido che cerca di ottenere un lautissimo compenso (declinata di recente anche nel tenerissimo Benvenuti al sud di Luca Miniero) diventa qui occasione di gioci d'artificio per mattatori superbi. Impegnati ciascuno a essere se stesso e una maschera tipica della commedia Jack Lemmon e Walter Matthau si integrano alla perfezione senza diventare mai una "coppia" di guitti, il doppio di una stessa faccia. Accanto a loro, l'americanissima Judi West è la componente femminile perfetta in questo gioco di ruoli.
Il falso invalido per amore e l'avvocato squattrinato e arrivista, cinico e fedifrago, si incontrano e fanno la fortuna di un film consapevole di andare avanti per sketch, per numeri e per titoli, quasi a ricalcare le didascalie di un muto d'epoca. Fortissima espressività, dialoghi e fondali essenziali: Billy Wilder non fa nulla per convincerci che ciò che racconta è vero o solo verisimile, non definisce il mondo, vuol solo raccontare, divertire.
Eppure da The Fortune Cookie emerge una qualche verità di fondo, un buffo appello alla sincerità contro la semplificazione dei rapporti umani. Non per soldi, ma per denaro è un film in fondo parecchio buonista, ma i guizzi di vitalità, gli ammiccamenti, le improvvise impennate di buonumore e da commedia all'improvviso la rendono amabile per quello che è, uno show di genere del tempo che fu: garbato e intelligente.
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