Quasi dieci anni fa, in Italia, sono giunti, si sono affermati e continuano a sopravvivere programmi televisivi definiti TalentShow, ossia format del piccolo schermo che hanno come scopo quello di far esibire nuovi talenti: impiegare la televisione come moderno Talentscout, in grado di reclutare un magma indefinito di “artisti” (il nome è francamente utilizzato in modo inopportuno) e cioè cantanti, ballerini, attori, etc., attraverso una forma di selezione diretta, utilizzando la partecipazione diretta del pubblico, in una concezione democratica e molto a km0 dell’indice di gradimento del concorrente Y anziché il concorrente Z.
Gli show televisivi che attualmente sono in onda nel palinsesto del servizio pubblico come nelle tv private sono quasi tutti format importati dall’estero. X factor, American idol, Saranno famosi, Amici, Star academy, non sono altro che versioni “italianizzate” di prodotti made in Usa o Made in Spain.
Non tutti sanno che nel 1956 fu trasmesso un ibrido di talent show televisivo made in Italy sotto il nome di Primo Applauso, condotto da Enzo Tortora e Silvana Pampanini, andato in onda su Raiuno che ha avuto il merito di lanciare come giovane artista emergente Adriano Celentano.
Da li a pochi anni Pippo Baudo erediterà lo scettro di miglior scopritore di talenti nella storia del varietà televisivo italiano con programmi come Settevoci insieme alle sterminate edizioni del Festival di Sanremo, in un tempo in cui la De Filippi studiava Giurisprudenza a Pavia e Simona Ventura faceva la valletta per 90° minuto.
Senza approfondire oltremodo l’effettiva utilità dei Talentshow per spianare la carriera a un giovane cantante che vuole campare di musica come alternativa alla disoccupazione o al conservatorio, vero è che da quando abbiamo preso confidenza con la TV fino ai nostri giorni, e cioè da quando eravamo fanciullini e ci drogavamo di MtV e programmi affini fino all’era XFactor, abbiamo assistito alla nascita, all’affermazione e infine all’improvvisa caduta di una serie di “meteore” del firmamento canoro.
Cantanti nostrani come stranieri hanno calcato il palco della celebrità il tempo necessario per farsi ricordare, a distanza di anni, in qualche ricerca assurda su Youtube o nelle chiacchiere un po’ avvinazzate tra amici.
<<Ti ricordi Silvia Salemi?>> – << Silvia chi????>>
<<Ma che fine hanno fatto gli Acqua?>>- << Ma chi quelli di Barbie Girl?>>
<<Ma la tipa carina che cantava Moi Lolita esiste ancora?>>- << Se non ti ricordi più il nome ti sei dato la risposta da solo..>>
Nel 1998 fu mandato in onda su Italia 1 il programma “Meteore” che ospitava volti celebri e meno celebri dello “showbiz” (altra parola dalle tinte molto discutibili), che avevano vissuto un intenso ma fugace momento di notorietà.
Pensiamo che costoro risiedano attualmente nel firmamento degli “sfigati” del tubo catodico e presumibilmente stiano tuttora smaltendo depressioni da assenza di celebrità o si siano trovati un lavoro normale.
Per questo motivo, seguendo il filone Meteore e porgendo la guancia ad X Factor, questa settimana noi di The Freak vogliamo lanciare una personale classifica che raccoglie le “migliori meteore musicali” scelte dai ragazzi della redazione. Cantanti e musicisti che hanno avuto il loro momento di gloria per poi eclissarsi definitivamente, chi in modo immeritato e chi in modo spontaneo, quasi inevitabile.
Siamo lieti di presentarvi il nostro talentshow e cioè il Freak’s Factor, in cui ritroverete glorie di un tempo cui stiamo concedendo una seconda chance. Il Freak’s Factor non è altro che una riqualificazione del loro talento inespresso (o fin troppo espresso), e quindi una sorta di operazione umanitaria che vi regalerà emozioni appartenenti ad un passato più o meno recente (di cui avevate fatto puntualmente a meno), dalle forti tinte trash.
Godetevi i nostri talenti incompresi. Buon ascolto
T.a.t.u. – All the things she said
Vanessa Calton – A thousand miles
Alizeè – Moi Lolita
Andreas Johnson – Glorious
Eric Prydz – Call on me
Jalisse – Fiumi di parole
Alcazar – Crying at the discoteque
Apoptygma Berzeck – In this together
Nick Drake – Riverman
Velvet – funzioni primarie