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Trama: Annie è una sensitiva che, dopo la morte del marito, vive sola con tre bambini e si guadagna da vivere col suo dono. Un giorno la promiscua promessa sposa del preside della scuola scompare ed Annie diventa la chiave per risolvere l’intricato caso…
All’epoca ero andata a vedere The Gift al cinema ed ero rimasta piacevolmente sorpresa. Conoscevo Raimi solo per film truculenti, divertenti e a loro modo cartooneschi, quindi mi ero aspettata una pellicola totalmente diversa da quella che poi avrei visto. The Gift, infatti, è un film delicato, non conosco aggettivo migliore. E' delicato come i modi della protagonista, come l'equilibrio tra il sogno e la realtà o la vita e la morte, come le regole non scritte che governano una cittadina di persone ignoranti, bigotte, timorose e disturbate che non si rendono conto di sopravvivere solo grazie al cuore pulsante incarnato nella sensitiva Annie, delicato e fragile come la stabilità di una famiglia un tempo felice o come la mente di un essere umano. The Gift è un film ingenuo, non lo nego, perché molto di quello che succede sembrerebbe governato più da un deus ex machina che da una storia ispirata ad una persona realmente esistente (la madre di Billy Bob Thornton, qui in veste di sceneggiatore) e non manca di momenti gore che potrebbero disturbare lo spettatore meno scafato, ma ai miei occhi è sempre sembrato come una favola dei Fratelli Grimm, incredibile, semplice e paurosa al tempo stesso. Il merito, innanzitutto, è di Raimi, che mescola la regia classica delle pellicole che esplorano i piccoli sobborghi di un'America ancora legata a tradizioni ancestrali e quei momenti di folle, visionaria, anarchica e rapida inquietudine tipici delle sue opere precedenti (l'inquadratura dell'orologio di Annie, per esempio, ricorda moltissimo quelle de La casa 2)... ma The Gift è graziato anche da grandissimi attori.
Nel corso del film ci appassioniamo non tanto al caso della scomparsa della sciocca Jessica, trattato a dire il vero in maniera un po' scorretta, con tanti "indiziati" che vengono fatti saltare all'occhio attraverso trucchetti ormai vecchi come Noé, ma alla vicenda umana di Annie e dei suoi concittadini, e questo grazie all'incredibile bravura della bellissima Cate Blanchett. Attraverso il suo modo di rapportarsi alle persone arriviamo a provare pena per il povero Buddy (la prova migliore nella carriera di Giovanni Ribisi), ad odiare Donnie (un Keanu Reeves sempre bello ma perfetto nei panni del redneck violento) e la stupida moglie, a sorridere sconsolati davanti alla sfiga di Greg Kinnear, cornuto e mazziato per colpa della solita, inespressiva Katie Holmes (unico vero neo del film, se vogliamo) e non possiamo fare altro che sentirci impotenti davanti agli insulti, alle prese in giro e alle cattiverie a cui viene sottoposta per tutta la pellicola la povera protagonista. The Gift, nella mia modesta opinione, è una ghost story tra le migliori che possiate trovare in circolazione, permeata da una giusta dose di ineluttabile tristezza e arricchita da splendide immagini oniriche, un gioiellino forse spesso dimenticato ma assolutamente da riscoprire.
Del regista Sam Raimi ho già parlato qui. Cate Blanchett (Annabelle “Annie” Wilson), Giovanni Ribisi (Buddy Cole), Keanu Reeves (Donnie Barksdale), Greg Kinnear (Wayne Collins), Hilary Swank (Valerie Barksdale) e J.K. Simmons (Sceriffo Pearl Johnson) li trovate invece ai rispettivi link.
Katie Holmes (vero nome Kate Noelle Holmes) interpreta Jessica King. Americana, la ricordo innanzitutto per quell’abominio di serie, Dawson’s Creek, e per essere stata sposata con Tom Cruise; inoltre, ha partecipato a film come Tempesta di ghiaccio, Generazione perfetta e Batman Begins. Anche produttrice e sceneggiatrice, ha 35 anni e cinque film in uscita tra cui The Giver.
Michael Jeter interpreta Gerald Weems. Americano, lo ricordo per film come Hair, Zelig, Tango & Cash, La leggenda del re pescatore, Sister Act 2 – Più svitata che mai, Waterworld, Un topolino sotto sfratto, Paura e delirio a Las Vegas, Patch Adams e Il miglio verde. Anche regista, è morto nel 2003 all’età di 50 anni.
In The Gift non compare, stranamente, il fratello del regista, Ted Raimi; in compenso fa un’apparizione speciale il compositore Danny Elfman, ovvero il signore che va da Annie all’inizio, a portarle la frutta. Altra curiosità un po' particolare è che il film vanta persino un remake non ufficiale indiano, Rakht, girato nel 2004: se siete appassionati del genere potete trovarlo per intero su Youtube ma, in caso non siate coraggiosi e vi fosse piaciuto The Gift, consiglierei il recupero di The Skeleton Key, Identity, Echi mortali, Il sesto senso, In Dreams, La baia di Eva, Scarlatti - Il thriller e La zona morta. ENJOY!
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