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The Grand Budapest Hotel di Wes Anderson. 2014

Creato il 12 aprile 2014 da Barbara2011
“Perché le bionde?” “Perché sono tutte delle puttane”.The Grand Budapest Hotel di Wes Anderson. 2014 Inesistente Repubblica di Zubrowka in Ungheria, tributo ai libri dello scrittore austriaco Stefan Zweig e alle commedie anni Trenta di Lubitsch e Wilder. Una ragazza marcia con ritmo ma sola in un cimitero per celebrare la tomba di un autore che sembra interessare solo a lei. L'autore vecchio prima che muoia ci viene presentato frustrato nella sua metodologia, circondato da bambini che gli sparano con pistole giocattolo mentre lui cerca di lavorare, ricorda a metà anni ’80 quando incontrò nel 1968 il misterioso proprietario del Gran Budapest Hotel, il quale a sua volta gli raccontò le vicissitudini che lo portarono da semplice lobby boy a possedere uno degli alberghi più prestigiosi della vecchia Europa.Personaggi folli e fuori dal comune, ossessioni, citazioni letterarie. Tutto racchiuso nel protagonista: Monsieur Gustave, amatissimo dalle signore attempate alle quale rivolge anche piccanti attenzioni, è a capo di questo prestigioso hotel della MittelEuropa anni 30. Zero è l'orfano immigrato che lo affianca, il suo fattorino, che diventa in seguito il proprietario dell'albergo e con un salto temporale racconta a Law, il narratore, tutta la storia, con un meccanismo di narrazione a "scatole cinesi" che va dagli anni Ottanta, ai Cinquanta ai Trenta. Altro elemento andersoniano la divisione in capitoli, in cui la vera vittima è il nazismo e l'arrivismo che trasformerà un funerale in una rissa tra gli eredi, per questo l'ottantaquattrenne ama così tanto Gustave. L'hotel è, infatti, solo fittizio, Anderson intende il grande hotel che è la vita, consumistica e borghese di europea memoria. Lo stesso film che non è mai lo stesso film. Come riuscirci? Questa è l'arte. Questo è Anderson

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