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cosa che tocchino o facciano profumi di capolavoro. La capacità di mischiare dolcezza e crudeltà, straordinarie capacità registiche e script rivoluzionari uniti a quei tratti somatici così affascinanti..., non c'è niente da fare, la loro è una magia particolare a cui tutto il grande pubblico dovrebbe avvicinarsi.
Però non bisogna lasciarsi fregare, noto in giro la tendenza, forse anche mia, a sovrastimare alcuni loro prodotti. Magari alcuni lo fanno per darsi un tono,altri, come dicevo, perchè ammaliati a prescindere dalla magia di questo cinema, altri ancora per prese di posizione contro un altro di cinema, specie quello americano (che nemmeno io amo molto ma resta sempre un punto di riferimento per tutti).
Beh, questo The Housemaid non è un capolavoro e nemmeno gli si avvicina. In realtà il soggetto, l'incipit e la solita straordinaria qualità visiva del cinema orientale lasciano presagire tutt'altro.
La storia della domestica che ha una liaison clandestina col ricco padrone, resta incinta e scatena un'ondata di violenza e vendetta era davvero affascinante (il film è un remake ma si discosta in 2,3 passaggi chiave dall'originale, sempre coreano).
Il problema del film è che non riesce mai a creare la giusta atmosfera, mai eccessivamente teso se voleva essere un thriller, mai sufficientemente coinvolgente a livello emotivo per essere un drammatico. Procede abbastanza freddamente e linearmente fermandosi su sè stesso più di una volta. Peccato, perchè le possibilità di tratteggio psicologico dei protagonisti erano altissime e gli attori assolutamente in grado di restituirle al pubblico. La giovane domestica che un pò per paura, un pò per timidezza, un pò anche per trasgressione si concede al ricco padrone ( a proposito, solo 2,3 scene brevi di sesso ma girate alla grandissima e con un tasso di erotismo di primo livello), rimane incinta e si trova contro un'intera famiglia che vuole farla abortire (con tutti i mezzi); il ricco signore che per noia od onnipotenza adesca la domestica incurante del fatto se la moglie lo venga a sapere o no, chè tanto deve solo ringraziarlo a star con lui, il tradimento fa parte del gioco; la giovanissima e bellissima moglie, personaggio molto particolare perchè pur con un tratteggio fortemente negativo in rare occasioni sembra nascondere un'umanità e un bisogno di essere amata molto accentuato; sua madre, una MILF paurosa -si stenta a credere sia la madre- vero e proprio diavolo che a costo di mantenere sua figlia in quella gabbia d'oro è pronta a tutto; la vecchia governante che solo apparentemente pare personaggio positivo mentre in realtà è più subdola di quello che sembra.
C'era tutto per creare un'opera torbida, psicologicamente devastante, insidiosa. Non ci si riesce in pieno però.
Magnifiche alcune sequenze, su tutte quella con lui fermo alla soglia di quelle due stanze, da una parte la moglie incinta simbolo estremo di stabilità familiare e "conformismo", dall'altra la domestica che pulisce il bagno con quelle gambe pericolosamente mostrate, simbolo di possibile trasgressione e fuga alla routine, scena strepitosa.
Il finale arriva un pò troppo bruscamente, c'era tutto il tempo per giustificarlo ma, seppur comprensibile e ben fatto, lascia un senso di irrisolto, di passaggi mancati.
E l'ultimissima sequenza, surreale come poche, pur funzionando perchè mostra una finta felicità familiare al confine con la pazzia che probabilmente sarà così per sempre, sembra però essere stata appiccicata al film da un altro regista, sa di kitsch e gratuito.
Quella bambina, la primogenita, resta comunque la vittima più grande di tutte.
E il suo sguardo finale alla telecamera un sommesso grido d'aiuto.
( voto 7 )
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