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Sam Neill/Jack Mindy :- “Quindi si può immaginare quando è arrivato qualche anno fa, che stava per ripopolare come un serpente in un sacco a pelo.”
Willem Dafoe/David Martin: [la Madre è entrata nel bagno per trovare i suoi figli nella vasca da bagno, mentre David si sta radendo] I bambini non piace sprecare l'acqua calda.
“The Hunter” è un bel film australiano del 2011, pensato e realizzato dai produttori di “Animal Kingdom”, con l'idea di coinvolgere Willem Dafoe (al secondo film australiano dopo il bell'horror vampirico “Daybreakers”, diretto dagli Spierig Brothers nel 2010), nel'interpretazione del protagonista, un cacciatore ingaggiato per cercare di trovare l'ultimo esemplare vivente di Tigre della Tasmania, sarebbe stata sufficiente per invogliare chiunque a vedere questo film. La premessa sicuramente mi aveva già sagganciato.
Fin dall'inizio, ci viene fatto capire e anche al protagonista, che c'è qualcosa di losco in tutta la missione. David Martin (Dafoe) è assoldato da una misteriosa società chiamata Leaf Red per estrarre alcuni campioni di DNA da poter clonare il rarissimo animale, in realtà considerato quasi una sorta di “Yeti della Tasmania”, dagli abitanti del luogo. Al suo arrivo, egli impara a conoscere le tensioni in corso tra i taglialegna residenti e gli ambientalisti, cominciando a sospettare che egli non possa essere l'unica persona che stia cercando di rintracciare la prova dell'esistenza in vita di un ultimo esmplare del mitologico e sfuggente animale. Per rendere le cose più complicate, si ritrova attratto dalla famiglia locale presso la quale è domiciliato.
“The Hunter” è un film visivamente straordinario. Non cade mai nella trappola di diventare uno spot turistico per la splendida Tasmania, dai cui enti è stato pur sempre finanziato, ma cattura superbamente le fantasmagoriche foreste australiane. La fotografia in generale, compresi i momenti in cui i personaggi vengono ripresi da vicino e personalmente, è perfetta. Altri ottimi elementi sono sicuramente la sceneggiatura e i dialoghi. Gli spunti forniti dalla splendida colonna sonora di Andrew Lancaster, Michael Lira e Matteo Zingales si aggiungono alla tensione globale, facendo sì che il ritmo non diventi mai troppo lento.
Dafoe è ottimo nel ruolo del protagonista, mentre la sempre bella Frances O'Connor e Sam Neill sostemgono naturalmente altrettanto bene i loro ruoli. Una menzione speciale deve essere fatta ai bambini attori Morgana Davies e Finn Woodlock, i quali praticamente esordienti al cinema, si lanciano in due interpretazioni perfette che smentiscono la loro mancanza di esperienza.
Il problema principale che pone “The Hunter” è che non può comodamente essere sistemato in un genere particolare. Il film si muove tra il thriller e il dramma, e forse sarebbe stato meglio se si fosse più deciso per uno o l'altro, piuttosto che rimanere fino alla fine a cavallo di tutti e due, seppur con un certo successo. Io, per esempio, ad un certo punto dello svolgimento avrei optato per tirare dritto nel thriller, e il film avrebbe certamente avuto il potenziale per questo. Purtroppo, i continui cambi di registro anche se lo arricchiscono, a volte si risolvono goffamente in quelli che dovrebbero essere proprio i momenti di alta tensione, questo dovuto un po' ad un montaggio in certi casi sciatti e che non copre adeguatamente tali momenti - in realtà non ottenendo una netta comprensione della geografia della scena, e sono un'occasione mancata.
Questo in un certo modo imprigiona l'intero film. “The Hunter” è certamente uno sforzo e un film solido, ma non riesce a essere veramente brillante. L'atto compiuto da Dafoe in sotto-finale è frustrantemente desolante e insoddisfacente ma non voglio rivelarlo, oltre alla difficoltà di farlo sentire giustificato. Il finale vero e prorio però è emozionante ed emotivamente molto coinvolgente. I personaggi secondari sono un po' dimenticati oltre che la loro assenza essere solo casualmente, per cui anch'essi potevano essere sviluppati meglio.
Se la prospettiva di vedere Dafoe che inventa e costruisce trappole e esche con grande perizia e tecnica, nel tentativo di catturare l'esemplare di una specie da tutti considerata estinta, si suppone sia sufficiente per attirare il pubblico, questo film ha certamente tutti i mezzi per trasmettere un'interesse ad andarlo a vedere. E su tale fronte è un film molto affascinante e attraente. Semplicemente, non è venuto fuori così forte e pregnante come quello che avrebbe potuto essere.
Australian Film Institute Anno 2012 Ha vinto l'ACTA Award per la Migliore Cinematografia.Robert Humphreys
Miglior Colonna sonora originaleAndrew Lancaster
Matteo Zingales
Michael Lira
Nominato all'AACTA Award per la Miglior Sceneggiatura non OriginaleAlice Addison
Migliori CostumiEmily Seresin
Miglior RegiaDaniel Nettheim
Miglior Attore ProtagonistaWillem Dafoe
Miglior Attrice ProtagonistaFrances O'Connor
Miglior Production DesigSteven Jones-Evans
Miglior SuonoRobert MacKenzie
Tome Heuzenroeder
Sam Petty
Les Fiddess
David Lee
Tony Murtaugh
Miglior Attore non Protagonista
Sam Neill
Miglior Attrice non protagonistaMorgana Davies
Samsung AACTA Award per il Miglior FilmVincent Sheehan
AACTA Award per i Migliori Effetti Visivi Felix Crawshaw
James Rogers
AFI Members' Choice Award a Vincent Sheehan
Australian Screen and Sound Guild Anno 2011 Nominato all'ASSG Award Per il Miglior risultato nella ricerca del Miglior Suono a Robert MacKenzie
Tome Heuzenroeder
Sam Petty
Les Fiddess
David Lee
Tony Murtaugh
Mitchell Willard
Andy Wright
Martin Oswin
Peter Climson
Liam Egan
La tigre della Tasmania, noto anche come il Lupo della Tasmania, o Thylacinus tilacino cynocephalus, quest'ultimo il nome scientifico, che in greco significa "testa di cane piena di borse", è una specie estinta di marsupiale carnivoro. E' così chiamato la Tigre della Tasmania a causa delle strisce sul dorso.
Il romanzo da cui è stato tratto il film, è opera di Julia Leigh, anch'essa sceneggiatrice e regista, la quale aveva scritto e stava dirigendo "La Bella addormentata nel bosco” , un altro film australiano uscito nello stesso anno di questo. La Leigh, tuttavia, non ha effettivamente lavorato sulla sceneggiatura, né diretto questo film.
E' questo il primo lungometraggio diretto da Daniel Nettheim da “Angst”, di circa undici anni prima. Nettheim ha nel frattempo lavorato per la televisione.
In una scritta sui titoli di coda si legge: "Le trappole e le insidie sono illegali in Tasmania".
Willem Dafoe durante la produzione del film nelle riprese avvenute nel deserto della Tasmania, ha avuto a che fare con le sanguisughe. In un'intervista per i media, ha scherzato come egli non abbia perso sangue, ironicamente perché il suo precedente film australiano “Daybreakers” era stato un film di vampiri. Entrambi i film hanno per co-protagonista Sam Neill.
Acquistato dalla Magnolia Pictures per la distribuzione negli Stati Uniti nel 2012, dopo la prima mondiale del film al Toronto Film Festival 2011.
Circa il 40% del personale della produzione del film era della Tasmania - piccola isola a sud dell'Australia,
Il protagonista del film Martin David, interpretato da Willem Dafoe, nel romanzo all'origine del film era conosciuto solo come M.
Durante l'inizio di questo film, l'originale materiale d'archivio in binco e nero è quello dell'ultimo esemplare di Tigre della Tasmania catturato e filmato in cattività.
Il romanzo originario di Julia Leigh ha vinto il Premio di Francia de l'Astrolabe Voyageurs Ettonants così come un Betty Trask Award inglese. Il libro è stato anche catalogato come uno dei libri più notevoli del suo anno, dal New York Times Book, oltre ad essere in lizza per un certo numero di premi letterari. E' stato tradotto in nove lingue e pubblicato in tutti i principali paesi. Questo film è stato realizzato 12 anni dopo che il libro all'origine della pellicola venne pubblicato, nel 1999.
Willem Dafoe ha ricevuto il primo nome dei titoli, Frances O'Connor il secondo, Sam Neill il terzo.
Napoleone Wilson
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