The illusionist – Neil Burger

Creato il 24 dicembre 2012 da Maxscorda @MaxScorda

24 dicembre 2012 Lascia un commento

Questo ragazzo mi entusiasma, Neil Burger intendo.
Ritrovo col suo cinema la stessa euforica sensazione che mi trasmise a suo tempo Paul Thomas Anderson, quel sublime equilibrio di immagine e testo, sorretto da una scansione ritmica ineccepibile.
Entrambi trasformano il complesso prodotto cinematografico in un oggetto ben levigato, dotato di forma e parola e ogni film si manifesta e si esprime con un suo linguaggio, unico, riconoscibile. 
Accomuno i due registi perche’ sanno raccontare le loro storie e vedendole ci si ritrova bambini, immobilizzati nello stupore della favola e nella voglia di scoprire come va a finire.
Poi so di aver legato il suo nome anche a Fincher ma cio’ s’intenda come merito di un regista che sa essere poliedrico oltreche’ tecnicamente strabiliante.
Storia d’amore nella Vienna del XIX secolo, laddove tutto inizia dall’incontro fortuito con un mago che dara’ ad un ragazzo la passione di una vita e una storia d’amore gia’ allora impossibile con una ragazzina di nobili origini. A causa di questo amore, il ragazzo fuggira’ da casa e soltanto  quindici anni dopo tornera’ con un nuovo nome e con incredibili trucchi che lo renderanno oltremodo famoso. Rtitrovera’ la ragazzina di un tempo, divenuta splendida fidanzata del violento principe ereditario nonche’ figura chiave in complicati intrighi di potere di una politica giocata anche sui matrimoni.
Dir bene di Burger ho gia’ detto anche se non vorrei fermarmi qui, degli interpreti invece ancora no e sono applausi a scena aperta. Edward Norton si conferma stabile nell’olimpo dei grandi interpreti hollywoodiani, uno che oggi come oggi non cambierei per una dozzina di De Niro. Intenso, ovunque e comunque, a suo agio in ogni ruolo, e’ il volto giusto per il carismatico protagonista. Brava anche Jessica Biel e per una volta noto piu’ il suo sguardo che il decolte’, segno che sta migliorando lei o mi sto rincretinendo io. Rufus Sewell e’ funzionale al ruolo, forse un po’ posticcio ed infine Paul Giamatti. Lo tengo volutamente ultimo perche’ continua a crearmi problemi.
Come si fa a dire non sia bravo, straordinario anzi e il giudizio si puo’ estendere praticamente ad ogni suo film eppure, come sempre, qualcosa in lui non mi quadra e non so, sara’ l’aspetto da ortolano che precede ogni altra caratterizzazione o forse quel posizionarsi appena appena sopra le righe di quanto gli sarebbe concesso. Non so.
Per il resto fotografia di Tim Pope strepitosa e Philip Glass compositore della colonna sonora in una delle sue opere piu’ intense, formale pur restando riconoscibilissimo.
Il finale a sorpresa mi ha sorpreso davvero e basta, non posso chiedere di piu’.
Grande, grande, grande cinema.

Scheda IMDB


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