Avrei ancora due recensioni del 2014 da fare, ma visto che ho passato il primo gennaio al cinema (insieme a qualche centinaio di persone che vanno al cinema una o due volte l’anno, ma non è una critica eh…) ho ben pensato di recensire al volo questo bellissimo biopic su Alan Turing, uno che conoscerete solo se siete appassionati di matematica o di informatica. Per quanto riguarda me, invece, lo conoscevo grazie all’amico Gc del blog Recensioni Amichevoli, che anni fa mi raccontò la storia di Turing e del codice Enigma, visto che del team inglese faceva parte anche un noto scacchista (altro suo hobby). Comunque il 2015 sembra essere iniziato come l’anno dei biopic, visto che solo nel primo giorno dell’anno ne sono usciti ben tre, che cercherò di recuperare a brevissimo, oltre all’annuncio di un quarto biopic su Stephen Hawking.
Il film è tratto da un libro biografico sul matematico inglese scritto da Andrew Hodges. Ovviamente la storia narrata è quella di come Turing durante la seconda guerra mondiale, riuscì a decriptare il codice Enigma, usato dai nazisti per inviare ordini alle truppe. Il lavoro di Turing non solo salvò la vita a migliaia di militari, ma gettò le basi per quello che noi oggi chiamiamo computer, ovvero quel coso che avete davanti agli occhi in questo momento. Turing, però, non era tutto scoperte ed enigmi. La sua vita non è stata di certo facile fra bullismo, difficoltà di comprensione degli altri e persecuzione per il suo essere omosessuale, che nel 1954 lo portò al suicidio.
Il film nel suo insieme risulta veramente ben realizzato e congeniato, con una serie di flashback che aiutano a tenere il passo delle vicende ad approfondire il carattere di Alan Turing a 360°. Impossibile, però, non ripensare a film come A Beautiful mind mentre si guarda questa pellicola, visto che le dinamiche e gli schemi narrativi sono molto simili. Dopotutto si tratta di un biopic, un film in cui la storia è quella che è – magari un po’ romanzata – e dove non è necessario aggiungere nulla, se non un po’ di estro nel modo in cui viene raccontata. La vita stessa di Alan Turing è qualcosa di per sé affascinante: l’uomo che grazie al suo genio ha salvato una nazione, ma che dalla stessa viene poi condannato per una preferenza sessuale “diversa” dallo standard. Sicuramente un tema forte e oggi particolarmente sentito. In Inghilterra, infatti, fino al 1967 era illegale praticare atti sessuali con persone dello stesso sesso, pena la prigione o la castrazione chimica, sorte che toccò anche a Turing, scoperto nel 1951.Sul lato della recitazione tutti gli attori sono semplicemente superlativi, a partire dal protagonista. Benedict negli anni si è dimostrato un attore con i controcazzi, uscendo dal guscio dello Sherlock televisivo, quasi sempre impassibile e austero, e calandosi in personaggi con un’alta dose emozionale. E’ vero che per la maggior parte del film il personaggio di Alan Turing rimane apatico e distaccato (con leggeri segni di autismo, mi sento di aggiungere), ma quando la pressione incombe sulle persone a lui care e sul suo lavoro, Benedict riesce a esprimere alla perfezione i segni di questa angoscia sul suo volto.
L’anno inizia quindi più che bene, con un grande film che ha l’indubbio privilegio di aiutare a diffondere la cultura della figura di Alan Turing nel mondo e a sensibilizzare su quell’orrenda piaga chiamata omofobia.