“Because no place is like home”
“The infinite moment of us” o “Il nostro infinito momento” come è stato tradotto per Newton Compton Editore in italiano, era nelle cose da leggere da lungo tempo. Lo avevo adocchiato su Netgalley ma mi avevano rifiutato la richiesta, e quando è uscito e poi me lo sono procurato è rimasto per mesi a giacere sul fondo della mia libreria virtuale. L’uscita in italiano mi ha dato l’input per proporlo come una delle possibili scelte del Read Along di dicembre e a maggioranza ha vinto. Francamente ero abbastanza entusiasta, avevo letto altri libri di Lauren Myracle ed ero abbastanza certa che mi sarebbe piaciuto molto. Purtroppo non è stato così…
Per tutta la vita Wren Gray non ha fatto altro che compiacere i genitori, fino a far coincidere i suoi desideri con i loro. Ma ora che il giorno del
diploma si sta avvicinando, Wren si rende conto che qualcosa è cambiato in lei, che forse è arrivato il momento di cercare la sua strada, di seguire il suo istinto e i suoi sogni.
Ma non è facile capire che cosa desidera veramente e per chi batte il suo cuore…
Charlie Parker invece sa benissimo che cosa desidera: Charlie ama Wren, e la ama dal primo momento in cui l’ha vista. Ma Wren è bellissima, brillante e sexy, e lui è sicuro che una ragazza così non potrà mai innamorarsi di un ragazzo timido e problematico come lui.
Eppure il destino è scritto nelle stelle, e quando la scuola finisce e arriva finalmente l’estate, Wren e Charlie si troveranno uno accanto all’altra. Per un momento infinito i loro corpi si toccano, le loro anime si sfiorano, e sopra di loro il cielo sarà il magico testimone dell’inizio del loro grande amore…
Ammetto di trovarmi in imbarazzo perché ci sono diverse cose che non vanno in questa storia e che le hanno fatto perdere il fascino potenziale della trama. L’idea di fondo, quella dell’incontro tra due ragazzi ad un passo dal diploma e che poi imparano ad amarsi è interessante, anche se non particolarmente originale. Una di quelle piccole romance young adult come ce ne possono essere altre. Conoscendo lo stile della Myracle, che pure emerge nella storia, a livello di descrizioni, mi aspettavo qualcosa di più. La narrazione in terza persona con l’alternanza dei punti di vista dei due protagonisti, è stata una scelta molto sbagliata visto che priva dell’immedesimazione tipica che si porta dietro un romanzo del genere. I pensieri dei due protagonisti Charlie e Wren, sono affrettati e spesso in contraddizione con loro stessi, ne emerge un quadro parziale, senza molto scopo e con una trama che fa acqua da tutte le parti. Certo la Myracle riesce a rappresentare quelle insicurezze che derivano dalla prima storia d’amore seria, quella che mette in discussione tutto e che ci porta a dubitare di noi stessi. Anche le persone più intraprendenti e sicure restano bloccate di fronte alla persona che amano. Pure il contesto, questa città rimasta senza chiari confini, con una scuola che mette insieme ragazzi che provengono da nuclei famigliari completamente diversi l’uno dall’altro, è solo abbozzato e non dice nulla di più rispetto ad una storia che sembra solo abbozzata. La prima parte, quella di avvicinamento ha il passo giusto, si assapora lentamente, anche se Wren risulta acerba e insulsa, una ragazzina odiosa, che non si sa quello che vuole e che provoca il lettore senza dargli nulla. Wren è sempre vissuta nell’ombra dei genitori, che le hanno imposto delle regole severe per farla riuscire nella vita scolastica e accademica, sfilandole da sotto il naso potenziali occasioni per mettersi in gioco. Seria, intrappolata in vestiti adatti ad una donna in carriera che non a una ragazza di diciotto anni, Wren è l’antipodo del teenager contemporaneo, piena di paranoie e preoccupazioni infantili, anche quando compie una scelta, non arriva a percorrerla fino in fondo, ma si lascia trasportare dai suoi dubbi e dai suoi sentimenti contrastanti. Sostanzialmente Wren manca di evoluzione, fino all’ultimo capitolo resta uguale a sé stessa, oscilla tra la ribellione e il dubbio come un pendolo impazzito, e quasi pretendendo di essere al centro dell’attenzione, senza contribuire in alcun modo allo sviluppo.
Anche Charlie sostanzialmente resta statico, anche lui non compie nessun modo ascensionale, sostanzialmente la storia risulta bidimensionale, procede in una linea dritta, ingarbugliata solo da incomprensioni evitabilissime che invece di essere di impatto, servono solo ad allungare una storia, che si consuma nella radura tra gli alberi. Certo Charlie è un ragazzo carinissimo, dolce, uno che è legatissimo alla famiglia, pur essendo adottato e che farebbe di tutto per sapere che i suoi cari stanno bene. Avrebbe meritato maggiore attenzione, invece che essere relegato al fidanzatino di Wren, un personaggio pieno di contraddizioni, molto affascinante, pure con mille difetti, ma che proprio per questo aggiungono una loro dimensione tutta particolare, quasi reale. La descrizione della Myracle infatti è tale, che sembra quasi di vederli i due malcapitati e se Wren è insipida, Charlie ha tutto il fascino del “broken boy” quello che vuoi salvare dal suo destino ingrato. Pure Charlie non risulta mai una vittima, è uno buono, di quelli che fanno, agiscono, aiutano, salvano, e poi pensano, o meglio non pensano, hanno fatto.
I personaggi secondari, che condividono l’azione, sono sicuramente più interessanti, e sono davvero necessari per salvare il resto della storia. P.G. il ragazzo più popolare della scuola, con una famiglia molto facoltosa, che sembra uno sbruffone e invece ha molto da dire e da mostrare, che sicuramente spicca per il suo saperci fare e che alla fine emerge per quello che è: un ragazzo molto in gamba. Tessa, la migliore amica di Wren, Tesseract è la ragazza divertente ma smart, con sempre una parola gentile e di fiducia, che aiuta a scuotere e svegliare Wren quando questa ha la testa per le nuvole. Strappa sempre una risata ed è assolutamente meravigliosa.
Non posso non citare anche la bitch della situazione, la solita ragazza malevola che ci mette lo zampino per rovinare tutto e mandare a scatafascio la storia tra Wren e Charlie, Starrla. In realtà io l’ho compatita, con una situazione famigliare allo sbando, senza amici, con solo il suo corpo a disposizione per avere un qualche contatto umano che non sia avvelenato dalle sue battute, Starrla è una vittima e delle circostanze e di sé stessa e in qualche modo riesce a farsi odiare da quasi tutti, anche da quel santo di Charlie.
Ma il mio preferito resta sicuramente Dev con le sue battute, il suo essere semplicemente adorabile, con il suo spingere Charlie e sostenerlo, anche quando dovrebbe essere il contrario, Dev mi ha conquistata dal primo momento in cui è comparso in scena e ne volevo di più. Probabilmente Dev è l’unico motivo per cui ho finito il libro… o uno dei pochi.
Il particolare da non dimenticare? Una palla con la neve…
Una storia che non parte, anche se potenzialmente molto interessante, lascia il tempo che trova e se non fosse stato per il #PABInfRa e il sostegno delle altre ragazze probabilmente lo avrei accantonato. Aspetto il nuovo libro della Myracle confidando che non si tratti di un altro flop.