“Oh, love is handsome, love is charming
Love is beauty while it’s new
But love grows old and love grows colder
And fades away like morning dew.”
“The Jewel” è uno di quei libri che aspettavo con ansia, che casca nel genere che adoro, quello tra la distopia e i romanzi post-apocalittici, dalla copertina meravigliosa e quando l’HarperTeen mi ha concesso il lusso di leggerlo in anteprima non ho proprio resistito. E ho fatto bene ad innamorarmene, perché nonostante le mancanze di un romanzo d’esordio ha una trama convincente, una protagonista che regge le aspettative e un finale che reclama il secondo volume della serie immediatamente.
Il Gioiello significa ricchezza. Il Gioiello significa bellezza. Il Gioiello significa regalità. Ma per le ragazze come Violet, il Gioiello significa schiavitù. E non un tipo qualsiasi di schiavitù. Violet, è nata e cresciuta nel Marsh, è stata allenata come un surrogato per la famiglia reale – perché nel Gioiello l’unica cosa più importante dell’opulenza è la prole.
Acquistata all’audizione per i surrogati dalla Duchessa del Lago e accolta con uno schiaffo in faccia, Violet (ora nota sola come #197) impara velocemente la brutale verità che si nasconde sotto la facciata scintillante del Gioiello: la crudeltà, i tradimenti e la violenza nascosta che è diventa il modo reale di vivere la vita.
Violet deve accettare le brute verità della sua esistenza… e cercare di rimanere in vita. Ma poi una romance proibita scoppia tra Violet e un bellissimo gentiluomo assunto come compagno della petulante nipote della Duchessa. Anche se la sua presenza rende la vita a Gioiello un po’ più luminosa, le conseguenze della loro relazione potrebbero costare entrambi più di quello che avevano preventivato.
La Ewing ha capito che colpire il lettore con una distopia accattivante con una protagonista repressa che lotta per la propria libertà, ma che a cuore anche gli interessi delle proprie compagne è l’arma giusta per sfondare. E anche se unisce un velo di romance per accentuare il tutto, sono i colpi di scena e la sua storia personale ad incantare il lettore, che ne resta affascinato. Ci troviamo in una città futuristica, The Lone City, persa in un isola e custodita da mura inespugnabili, governata dall’Elettore e da sua moglie. La società da bene, la nobiltà che vive al centro della città, il Gioiello, The Jewel, è impossibilitata ad avere figli ed è per questo che assume dei surrogati, per poter avere degli eredi. Ci sono regole precise, medici senza scrupoli e dei poteri paranormali che si uniscono alla genetica, un fantasy sci-fi con i fiocchi, per poter portare a termine il compito. A questo si uniscono giochi di potere e intrighi di palazzo per regalare una storia davvero interessante. Violet, la protagonista, è una di questi surrogati, una delle migliori messe all’asta, e in un certo qual modo questo sarà il fulcro del suo arrivo nel Gioiello, sotto la tutela della Duchessa del Lago, una donna ambiziosa e senza scrupoli, che ha perso tanto e che è intenzionata ad avere una bambina nel più breve tempo possibile.
Violet è un’anima delicata, generosa e altruista, che si affeziona con poco, di tutti i relitti della società, affezionata alla sua famiglia, ma anche in un certo qual modo ingenua ed egoista. Non è una protagonista perfetta, di quelle da amare subito, spesso ci si ritrova a storcere il naso con le sue scelte, ma allo stesso tempo è incredibilmente vera e ci si affeziona in maniera veloce. Gettata in un mondo che non le appartiene, inizia a scoprirne i misteri e a farli suoi, solo per ritrovarsi invischiata in un mondo più grande di lei. Ed è sorprendente vederla alle prese con la sua nuova condizione, mentre si aggrappa disperatamente al suo violoncello, al suo passato, alla sua famiglia.
L’incontro con Ash, l’accompagnatore (sisi quello che vi immaginate voi *smirk*) della nipote della Duchessa, è rapido e lascia subito un segno. Qualcuno potrebbe storcere il naso, ma immaginatevi una ragazza che non è mai stata a contatto con l’altro sesso e che si trova davanti un ragazzo bellissimo, che per la prima volta la vede come una persona e non come un surrogato, che la tratta in maniera gentile. È facile cadere vittima di certe attrazioni e fin dall’inizio la cosa promette solo guai.
Due, anzi tre, sono i personaggi secondari che voglio citare. Prima di tutto Raven, la migliore amica di Violet nella scuola dove è cresciuta ed è diventata un surrogato. Una ragazza coraggiosa, forte, spavalda, che non si lascia mettere i piedi in testa da nessuno e che ho adorato dal primo momento, molto più di Violet. Lucien, il confidente della reggente della Lone City. Un personaggio misterioso, enigmatico, carismatico, che si conquista in breve la fiducia di Violet e che le fa grandi promesse. Altro meraviglioso personaggio che aggiunge fascino e mistero alla vicenda. E infine Garnet, il figlio della Duchessa, che tutti prendono per un poco di buono e che lascerà di sasso il lettore. Penso che abbia molto da raccontare e l’ho preferito di gran lunga ad Ash. Per una volta faccio il tifo per il cattivo della situazione, stupendo persino me stessa. Ma Garnet ha il fascino del represso e del ribelle. Un personaggio tutto da scoprire.
Il wordbuilding, fondamentale per romanzi del genere, è appena accennato e lascia molto a desiderare, francamente è il motivo principale per cui la valutazione non è piena. Le classi sociali, il perché ci sono le mura, che cosa c’è nel resto del mondo, la storia delle quattro case fondatrici… tutte domande senza risposte, che incuriosiscono, ma sono anche in un certo qual modo irritanti. Trattandosi solo del primo libro della serie e confidando nei seguiti, sono tutto sommato favorevolmente colpita.
Il particolare da non dimenticare? Un anello…
Una ragazza che lotta contro una società fondata su principi solidi, misteri che spuntano come funghi, colpi di scena e segreti inimmaginabili rendono questo libro un ottimo inizio per una serie che promette il meglio. Non vedo l’ora di poter leggere i seguiti… ahimè un’altra serie tutta da amare.
Buona lettura guys!