appena terminata la lettura di questo romanzo, mi sono subito messa davanti alla pagina pianca di Word per iniziare la stesura della recensione. E non capita spesso, ve lo posso assicurare, e la frequenza con cui scrivo recensioni lo conferma. Ma La scuola dei giochi segreti è sicuramente un libro da leggere, che parla di trasgressione e desiderio in modo pacato e risoluto, eppure tremendamente coinvolgente per chi si appresta ad "entrare" nella storia. Esce il 17 luglio per Dalai. Mi raccomando, compratelo perché ne vale la pena.
“Avevo fatto cose terribili, e non erano neanche lontanamente paragonabili a quelle che mi restavano da fare.”
Autore: Rebecca Coleman
Casa editrice: Baldini & Castoldi
Genere: Narrativa
Pagine: 352 pagine
Costo: € 9,90
Data di pubblicazione: 17 luglio 2012
Maryland, tardi anni Novanta. Nel cortile di una scuola Waldorf, tra precetti di Rudolf Steiner, insegnanti irreprensibili e sciami di adolescenti, avviene l’incontro fra chi invece avrebbe solo dovuto sfiorarsi. Lei, Judy McFarland, è una maestra d’asilo quarantatreenne, che da tempo ha rinunciato a se stessa, costretta fra i propri sogni arenati e una livida vita coniugale; lui, Zach Patterson, è uno studente di sedici anni dalle maniere impertinenti, diviso tra una madre incostante e la gran fatica di essere il nuovo arrivato in città. Se il passo dall’amicizia a una relazione è breve, l’ossessione che li travolge sarà una caduta vertiginosa in un abisso di oscuri ricordi. a scuola dei giochi segreti è una spiazzante storia di frustrazione, solitudine, desiderio che priva della ragione e voglia disperata di tornare indietro e rifare tutto diversamente.
RECENSIONE
The Kingdom of Childwood, questo il titolo originale del romanzo della statunitense Rebecca Coleman, è un romanzo disturbante, ma che avvince il lettore in una morsa; impossibile abbandonare le pagine di questa lettura che attinge ai più oscuri sentimenti dell'uomo. Narra con distacco, senza mai indulgere in giudizi di valore, una storia di perdizione e desiderio proibito, che sfociano inevitabilmente in una torbida passione che non potrà conoscere lieto fine. Non è una storia d'amore, ma d'ossessione raccontata in modo eccellente dalla penna audace della Coleman, che si addentra risoluta in un percorso accidentato e disseminato di pregiudizi.
Il romanzo è permeato da una profonda emotività e un'attenzione quasi maniacale per la psicologia dei protagonisti, Zach e Judy, ritratta con crudo realismo. E l'ambientazione — il rigido e "salubre" ambiente Waldorf — gioca un ruolo fondamentale nella storia, perché esalta l'intensità dello sbaglio compiuto e il lato perverso della relazione tra l'insegnante d'asilo Judy, che dovrebbe appunto preservare "il regno dell'infanzia", e Zach, studente del liceo da poco trasferitosi nel Maryland.
L'abilità maggiore della Coleman — a parte una scrittura matura, coinvolgente e incisiva — risiede sicuramente nel progressivo svelamento degli intenti, di quei "moti dell'animo" in continuo divenire che agitano i due protagonisti, inducendoli a compiere leggerezze e sbagli che il silenzio non riuscirà a nascondere. Solo con il sopraggiungere del finale subentra la follia e la successiva "condanna", attraverso due personaggi chiave della vicenda, di una relazione illecita che non avrebbe mai dovuto avere luogo. Judy riscopre insieme a un ragazzo sedicenne la scintilla della gioventù perduta, sfiorita in un matrimonio che conserva poco dell'entusiasmo iniziale; Zach, invece, conosce per la prima volta gli insondabili abissi del desiderio, che risucchia e non concede tregua, che ti coglie impreparato e che passata l'ebrezza del sesso lascia solo una traccia amara di colpevolezza a confermarne il passaggio.
Cosa ci trovo in lei? si chiedeva disperatamente. Che cosa gli dava Judy che non poteva trovare altrove? Perché si ostinava a cercarla, a pensare a lei, a desiderarla, quando era la persona più sbagliata al mondo sotto quasi ogni punto di vista? Ma la domanda non era che la sua stessa risposta. Perchè era proibito. Perché scoparsi una donna su un aereo che precipita è mille volte più eccitante che farlo in una camera da letto di una bella casa.E proprio con i personaggi la Coleman si diverte a "giocare", grazie ad un sovvertimento completo che attuerà con lentezza durante la narrazione. E la dimensione pubblica si scontrerà con quella fiorente nel privato, diametralmente opposta ma che rivela la vera natura dei personaggi coinvolti. E quello a cui il lettore assiste sembra un gioco di specchi: i protagonisti si specchiano l'uno l'altro durante il loro rapporto (che inizia a farsi sempre più "malato"), e il sovvertimento sarà completo nel finale, quando i caratteri dei due protagonisti si riveleranno in contrasto con le apparenze iniziali.
La Coleman costruisce per questo romanzo una struttura solita, che alterna la narrazione tra presente e passato, narrando anche episodi chiave dell'infanzia di Judy in Germania, importanti per la comprensione del personaggio. E grazie all'utilizzo dei point of view dei due protagonisti, il lettore penetra la sfera emozionale degli stessi, non riuscendo a condannarli per i loro sbagli, ma provando alla fine solo un senso di sollievo, dopo l'imperversare della tempesta. Sicuramente un romanzo da leggere, La scuola dei giochi segreti, sia per la qualità della narrazione che per la storia, provocatoria e brillante.
L'AUTRICE:
Rebecca Coleman, nata a New York, è laureata in Letteratura inglese all’Università del Maryland. Attualmente vive con la amiglia non lontano da Washington, dove tiene corsi di scrittura creativa. www.rebeccacoleman.net