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THE LA’S | There She Goes

Creato il 11 ottobre 2013 da Exsisto

las_161631349[con questo post inauguro un nuovo 'format' che credo incontrerà il gusto di tanti, tipo "chi ha un lavoro o una vita" (entrambi non è possibile) e non può prendersi FERIE per leggere, ma anche e soprattutto pensato per il sottoscritto, che le sciocchezze che scrive prima le deve anche pensare, il quale - pare impossibile per un produttore leader - trova sempre più difficoltà a raccontare i pochi frammenti (anche loro, sempre più rari) che gli scaldano il cuore.
L'obbiettivo è di rendere la lettura più breve a voi (HA!) e la vita più facile a me....ma anche a Valeria e Johnson Greevax, se vorranno]

L’ANTEFATTO
Centomila anni fa sulle riviste musicali in voga lessi che i debuttanti The La’s avevano tra le mani un album “che se non lo ascoltavi e non ti piaceva eri già morto”. E io, che non mi negherò mai di essere fortemente influenzato (febbre a quaranta!) dalla pubblicità, potevo dopo questa ‘sparata’  restare lì nel gregge ad ascoltare l’ovvio musicale aspettando che esistessero gli Oasis (che non mi sono poi mai piaciuti così tanto) sorseggiando latte e Nesquik?
Non vi rispondo neanche.

…CHI
solite cose: band inglese, gente senza nome che suona le cose di uno che ha il nome e che se lo spende sempre dicendo “Buongiorno, sono #NOME#” : Lee Mavers che scrive i pezzi e diventa una specie di mito underground perdurante, nonostante i La’s siano mitici grazie a una sola canzone (questa qua) dell’unico album all’attivo.
Poi, sciolti. E mentre quelli senza nome credo ancora oggi non l’abbiano più trovato, nè ricevano la scheda elettorale, Lee invece ogni tanto faceva qualcosa, tipo mettere in piedi un altro gruppo (CAST, più prolifici, mai ascoltati …ma mi piacerebbe farlo….anzi l’ho fatto 5 minuti fa…non mi piacciono) e scioglierlo ancora, poi riformare i La’s con membri diversi e fare due concerti, poi niente……
Insomma questo ex-ragazzo non mi pare affidabile e giurerei che il ragù gli si attacchi ogni volta alla pentola.
E poi, bla bla bla, la pagina di wikipedia era noiosa più delle solite condizioni d’uso da accettare sempre e comunque, quindi un po’ di cose sul suo trascorso le ho intuite e immaginate rispettando le norme della migliore informazione disinformata.

…CHE COSA
un album, il singolo. concerti qui e là a macchia di leopardo a macchie piccole. basta.
un po’ ‘braccino corto’ questa band, ma – riportando il discorso su di me che ce n’era il bisogno – anch’io potrei fare di più e almeno una volta fingermi milionario caricando la chiavetta della macchina del caffè con 2 euro, invece di, mille volte alla settimana, andare a 50cent al colpo.

…E COME
E’ vero, macchinetta del caffè a parte, non ho nessun trasporto particolare per la band, nè mi ha lasciato un segno l’unico album prodotto. Ma There She Goes è in qualche modo magica, ipnotica e nella sua totale semplicità e ripetitività, è perfetta. Qualità che, da tanti critici musicali che amano sintetizzare  bianco-o-nero-bello-brutto, negli anni è stata spesso e volentieri riconosciuta al pezzo.
Boh, certe cose sono difficili da spiegare. In effetti la canzone non è niente di che, l’esecuzione neanche, la voce figuriamoci.
Ma il pezzo funziona, e benissimo, ti cattura, ti resta in testa per ore, è una specie di incantesimo, ripreso da molti artisti con cover spesso calligrafiche (persino Robbie Williams) che per ripicca neanche cito gli artisti.

…E COME E’ FATTA
Tipico esempio di canzone scritta in (arrotondati per eccesso) due minuti, mostra una particolarità fondamentale per raggiungere tale record di velocità: non ha una strofa vera e propria perchè costruita su un riff di chitarra intervallato dall’inciso. Altre due notine buttate lì a metà brano giusto per far finta di cambiare, ma è tutto lì. Porzioni piccole [braccino corto], cibo semplice, ma buono.

…LE PAROLE
“eccola, eccola di nuovo, gira nella mia mente, e non riesco a contenere la sensazione che mi lascia”. Più o meno questo è il ritornello. moltiplicatelo per cinque, ognuno pressochè uguale cambiando talvolta un verbo.
Anche il testo deve essere arrivato e scritto molto in fretta, forse proprio mentre le porte dell’autobus si stavano chiudendo.

…PERCHE’ QUESTO BRANO
Perchè, perchè, perchè: ragazzi, sono mesi che non pubblichiamo niente, una tragedia!
Non è che adesso ho una vita mia e non ho il tempo per i frammenti, per carità, tutto uguale!!! Ma non c’è GNENTE che mi piaccia almeno ABBASTANZA per scrivere qualche sciocchezza in cui creda fermamente e senza obbiettività, o almeno da poter simulare e farvelo credere comunque.
Quindi quando Spotify mi suggerisce qualcosa vado subito ad ascoltarmelo.
Ieri mi ha proposto “There she goes” seguendo chissà quale logica (forse quella di Valeria che sostiene che la musica che ascolto io sia tutta uguale) e io allora finalmente ho avuto il coraggio di cliccare su “nuovo Articolo” e simulare, indossando ancora i panni di quello che se ne intende.

CONCLUSIONI
Ho concluso

;-)

IL FRAMMENTO
un po’ difficile: il frammento non c’è, oppure è invece tutta la canzone? Dovendo scegliere per forza credo che darei il mio voto al riff.

LINK ALLA CANZONE

VOTO
Tre stelle

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