La nota rivista medica inglese “The Lancet “, nell’ultimo numero, ci mette in guardia su quelle che sono le principali odierne cause di morte sul nostro pianeta.
Ma, soprattutto, ci fa riflettere sull’esportazione dei mali ,che è avvenuta ultimamente, dai Paesi cosiddetti “ricchi” a quelli “poveri”.
Lo studio completo ha avuto una durata di ben cinque anni, con l’impiego di cinquecento ricercatori, che hanno operato e raccolto dati in ben 187 Paesi del mondo.
Il primo dato clamoroso e positivo, emerso dalla ricerca sul campo, è che sulla Terra complessivamente, a partire dal 1970, si vive oggi dieci anni di più.
E questo sarebbe dovuto a quella che possiamo chiamare vittoria graduale sulle condizioni di reale “miseria”, che vanno scomparendo ormai un po’ dovunque.
Nel mentre, però, la sedentarietà e, soprattutto, la cattiva alimentazione, grazie al progresso tecnologico planetario, capace di giungere anche nei luoghi più sperduti e, cioè con le abitudini veicolate dai “media”, specie la tv, sono arrivate anch’esse nei PVS (Paesi in via di Sviluppo) ed hanno arrecato soltanto guai.
Si è insediato, insomma, presso la povera gente, un altro genere di “nemico”.E non è meno pericoloso.
Addirittura, in alcuni casi e in alcune realtà, questo genere di danni ha superato e supera quelli legati alla malnutrizione. Da qui si evince l’enorme e tempestiva importanza di una corretta educazione alimentare e sanitaria ad un tempo da fare alle popolazioni da parte di quelle organizzazioni umanitarie, che si recano a operare nei PVS. Nonché anche da parte degli stessi governi locali mediante personale preparato allo scopo.
Infarto, ictus e diabete, secondo le classifiche dei ricercatori di “The Lancet”, sono, infatti, i principali imputati nelle cause di morte. Qui da noi e naturalmente lì.Indifferentemente.
Sono, inoltre, preoccupanti nei PVS malattie come la lombalgia e la depressione, diffusissime anche a casa nostra e ,naturalmente, quelle ancora più gravi come cancro , Alzheimer e Parkinson.
Grazie, però, alle campagne messe in atto e ripetute ,da più governi e in più Paesi, sono ridotte al lumicino o scomparse del tutto le tradizionali malattie infettive dei bambini come, ad esempio, il tetano e il morbillo.
Resta fuori dalla buona notizia ,purtroppo, l’Aids che continua a uccidere. Ma anche lì, se vogliamo, accade,nella maggioranza dei casi, per una scarsa educazione preventiva della persona.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)