Domenica alle dieci di sera. Serve sempre la tessera ARCI.
La si potrebbe considerare musica sperimentale, si potrebbe ricercare una sorta di lascito post-rock, di quello rigonfio d’inventiva di un Grubbs o di un O’Rourke. In questo caso, però, si preferisce considerare The Land l’ennesima prova di un talento di raro valore, perché, per quanto privo di appigli “facili”, si tratta di un disco che può consolidarsi ed essere cibo per le anime di chiunque un minimo disposto a sedersi, chiudere gli occhi e lasciare che tutto il resto scorra via, lontano dalle sinapsi.
Giampaolo Cristofaro su The Land di Mattia Coletti
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