La trama (con parole mie): Patrick Jane è uno specialista nella manipolazione, esperto nel mentire e nell'individuare le menzogne, con un passato da imbonitore e truffatore televisivo soffocato dal serial killer John il rosso nel sangue di sua moglie e sua figlia, punite per l'arroganza dell'uomo.Ora Jane, profondamente cambiato - ma non del tutto -, è un collaboratore del CBI, ente governativo che si occupa dei casi di omicidio su tutto il territorio della California, e alle indagini che lo vedono affiancato ai colleghi Lisbon, Cho, Van Pelt e Rigsby continua ad affiancare la ricerca che, un giorno, giura lo porterà faccia a faccia con il responsabile della perdita incolmabile che ha dovuto affrontare.E a quel punto, si giocherà la partita tra Giustizia e Vendetta.
Ammesso che le due non coincidano.
Ammetto di essere stato assolutamente scettico, a fronte dell'ipotesi di iniziare a seguire questa serie.
Passata l'esperienza - iniziata bene, chiusa con un calo evidente - di Lie to me e considerata la mia viscerale antipatia per House, seguire le imprese di un personaggio che si pone praticamente a metà tra le due situazioni mi lasciava quantomeno perplesso: eppure, conclusa questa prima stagione, posso tranquillamente ammettere di essermi goduto, in una certa misura, le avventure di Patrick Jane - interpretato da un discreto Simon Baker, attore che, neanche a farlo apposta, tendenzialmente non sopporto - alla ricerca del serial killer John il rosso, rivelatesi come un prodotto senza grandi picchi ma ugualmente in grado di intrattenere come si conviene gli occupanti di casa Ford nelle ore dei pasti - la fascia dell'eventuale pranzo e della cena è destinata alle serie tv, giusto per recuperare un pò di tempo nelle visioni - senza troppo sfigurare.
Certo, l'approfondimento psicologico dei protagonisti e la loro storia risultano appena accennati - fatta eccezione per lo stesso Jane e, in una certa misura, John il rosso - e la struttura pare essere più quella di una serie in stile Cold case, che cerca di non osare troppo sulla lunga distanza e concentra tutto sulla singola puntata, in modo da non strafare proprio perchè conscia dei propri mezzi.
Questo porta inevitabilmente a confrontarsi con episodi decisamente più ispirati di altri, ma certamente riesce a garantire una certa consistenza al prodotto finale, che non pretende e non chiede più di quanto non presenti e, anzi, cresce con il tempo - una buona speranza, questa, per le prossime stagioni -.
In particolare, l'escalation dell'ultimo episodio con tanto di doppio colpo di scena - la rivelazione dell'identità del complice di John e l'intervento di Jane in aiuto di Lisbon - pone interessanti premesse per la seconda annata, e proprio mentre negli States la serie continua ad essere confermata una certa soddisfazione - per quanto limitata al riempimento da pasto - rimane anche nel sottoscritto, che forse, a seguito dell'ennesima sorpresa legata ad un personaggio tendenzialmente un pò stronzo e provocatore, potrebbe addirittura prima o poi ritirare l'embargo posto sul famoso dottore con il bastone che ho sempre rifiutato di veder passare dalle mie parti.
Tornando alle avventure di Jane e soci, sento di poter dire che l'idea di opporre al pungente protagonista una nemesi invisibile ed apparentemente inarrestabile come John il rosso - atmosfera che ricorda quelle dei cartoni animati dei tempi d'oro, con il protagonista perennemente all'inseguimento di un cattivo implacabile, senza pietà e sempre un passo avanti ai "buoni" - risulta sicuramente accattivante ed efficace - nella misura, comunque, di una serie che non porti avanti ambizioni "alte" - quanto la scelta di lasciare che il resto della squadra - dalla solo apparentemente severa Lisbon al sempre composto Cho, passando per la storia mai consumata tra Rigsby e Van Pelt - si accolli il compito non sempre facile di sdrammatizzare ed alleggerire un'atmosfera che, se troppo legata ai drammi del suo eroe, rischierebbe di diventare troppo impostata e pesante.
Una visione, dunque, che certo non farà la Storia del piccolo schermo, ma che si pone in tutta onestà nel pieno di quegli intervalli utili a separare le ottime produzioni tra loro dando il giusto respiro al cervello degli spettatori senza che gli stessi accarezzino l'impressione di essersi totalmente rincoglioniti.
O di essere stati ipnotizzati da qualcuno.
MrFord
"Biggie Biggie Biggie can't you see
sometimes your words just hypnotize me
and I just love your flashy ways
guess that's why they broke, and you're so paid."
Notorious B. I. G. - "Hypnotize" -