Il regista è uno dei migliori da anni a questa parte e di questo film vado pazzo. La ragione del titolo è presto detta: l’uomo protagonista viene scosso dal torpore in cui vive ( non racconto la trama perché è da vedere ) il giorno che si accorge di una ragazza. Il sussulto che lo assale lo porterà a rischiare la vita. Memorabile per l’attore protagonista, Toni Servillo; per le musiche, per la storia. Lo stile di Sorrentino non lo saprei spiegare, ma ho visto tutti i suoi film ( il meno bello è “L’amico di famiglia” ). Credo che si possa descrivere come pop sofisticato, portato ai massimi livelli ne “Il divo”; un abito che mette addosso a storie incentrate su uomini molto soli. La musica la usa come pochi. Alcune scelte estetiche insolite, da video-clip. Quindi, viva Sorrentino!
L’UOMO DAL BRACCIO D’ORO – USA 1955, 119’. Regia di Otto Preminger.
Frankie “Mr. Machine” torna dopo sei mesi di cura in una clinica per tossicodipendenti in cui ha imparato a suonare la batteria deciso a cambiare vita. Ma nel quartiere in cui vive è costretto a tornare sui suoi passi, tormentato dalla polizia, dal suo vecchio spacciatore e da un tipo che gestisce il gioco d’azzardo. Frankie è anche “dealer”, mazziere o non so come si chiamano. Essendo un film degli anni ’50 fece scalpore vedere forse per la prima volta un eroinomane, la preparazione della dose accompagnata dagli ottoni, la manica della camicia tirata su a scoprire il braccio, la camera stringere sugli occhi di Frankie; e poi lui che riesce almeno a riprendersi dopo giorni di tormenti chiuso a chiave in camera dalla sua amica. Forse due ore sono troppe per questo film, e il rapporto di Frankie con la moglie compagna Zosh, che vive su una sedia a rotelle sempre in casa, appesantisce il tutto, però rimane un film apprezzabile.
AMORE TOSSICO – ITA 1983, 90’. Regia di Claudio Caligari.
I primi venti minuti si possono vedere, un po’ perché fanno ridere ( aho! Ce stamo a sbatte per facce ‘no skizzo e tu te si pijato ‘n gelato? ‘mbe, me so pijato un gelato, m’annava. Vabbè in finale quanto c’è rimasto? Ottomila lire. Ottomila lire? Da du mila te lo si pijato il gelato? ) e un po’ perché si conoscono i personaggi di questo film crudo e trashissimo. Certo vedere ‘sti pori disgraziati che si trascinano in cerca di una “svolta” alla fine mette un certo disagio, come nel film Christiane F. i ragazzi dello zoo di Berlino, l’ennesima siringa nel braccio, ragazzi e ragazze che si prostituiscono, certo in Germania andavano a vedere David Bowie, a Roma i Nostri al massimo si concedono di cantare in macchina “Per Elisa” ( Battiato – Pio – Visconti ). Insomma è un film a basso costo, con attori di strada ecc. la sua “forza” la trae dal realismo ma più di tanto non si può fare.