> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" height="269" width="496" alt="The Nao of Brown di Glyn Dillon >> LoSpazioBianco" class="aligncenter size-full wp-image-67637" />
Talvolta i piccoli capolavori, i gioielli nascosti, li trovi dove meno te lo aspetti.
Di Glyn Dillon non avevo mai sentito parlare prima di qualche mese fa. Non sapevo che fosse il fratello minore del più noto Steve Dillon, divenuto una stella del panorama dei comics a metà anni Novanta, insieme a Garth Ennis, con la serie DC Vertigo “Preacher “.
Poi in rete mi imbatto nell’annuncio della pubblicazione per la inglese Self Made Hero della graphic novel “The Nao of Brown”, scritta, disegnata e colorata da Glyn Dillon, al ritorno nel campo fumettistico dopo un’assenza ultra decennale in cui si era occupato di altro (nell’industria televisiva e cinematografica in particolare).
In essa è raccontata la storia di Nao Brown, una ragazza anglo-giapponese, intrappolata a metà strada tra il mondo reale e i problemi della sua mente. Nao è affetta da un “disordine ossessivo – compulsivo” che si manifesta in pensieri e comportamenti violenti che non ricorda una volta passata la crisi.
Oppressa da problemi nel lavoro e nelle relazioni sentimentali, Nao cerca di vivere con più leggerezza possibile. Alla ricerca di un completamento di se stessa, questo sembra arrivare nelle sembianze di uno stranissimo riparatore di lavatrici, capace di donarle la prospettiva esistenziale di cui ha bisogno.
L’autore riesce a trattare il tema della malattia con una delicatezza e una leggiadria uniche, evidenziate sia nella parte grafica, che nei dialoghi tra i personaggi. L’autore scrive di un argomento che ben conosce, la moglie è stata affetta nell’infanzia e nella prima adolescenza dallo stesso disturbo di Nao. Il pregio di Dillon è di farlo senza mai appesantire la narrazione o diventare eccessivamente didascalico, evitando il rischio di scrivere un trattato medico a fumetti.
Il tema del disagio interiore di Nao, dovuto alla sua condizione e al suo odiarsi per i pensieri violenti e malvagi che questa comporta, vengono riletti dal punto di vista dei dettami del pensiero filosofico/medico orientale. La malattia, secondo tale corrente, è un “disequilibrio” dell’organismo il quale necessita, per guarire, di riassestare i propri meccanismi: deve venirsi a creare una sorta di neutralità che annulli le differenze del corpo e della mente ingenerate dalla malattia stessa e che riporti all’equilibrio perduto. L’autore introduce questi argomenti attraverso l’artificio narrativo del “fumetto nel fumetto”, con il manga-anime Ichi di cui è appassionata la protagonista e lo svilupparsi dell’esperienza buddista meditativa di Nao (altro argomento ben conosciuto da Dillon).
La quadratura del cerchio di questo ragionamento, molto più complicato da spiegare qui di quanto lo sia nello sviluppo narrativo della storia, si trova nel personaggio di Gregory, una sorta di gigante buono che ripara lavatrici e che quando è ubriaco diventa un logorroico che cita Shakespeare e i filosofi antichi. E’ lui ad aiutare Nao a capire che nella vita e in ognuno di noi niente è in assoluto bianco o nero, ma spesso e volentieri il colore che più ci assomiglia è il brown, il marrone.
In chiusura un approfondimento sulla splendida parte grafica di quest’opera. Sono manifeste e dichiarate l’influenza e l’ammirazione di Dillon per Moebius e gli autori giapponesi, Miyazaki su tutti. E’ molto interessante quanto spiegato dall’autore in una recente intervista: le tavole della graphic novel sono state realizzate su fogli A4 con una matita HB, importate poi sul computer dove con Photoshop ha scurito i tratti della matita, quindi stampate su carta per acquerello e così colorate. Questo per le tavole dove si dipana la vita “reale” di Nao, mentre, all’opposto in una sorta di contrappasso, le tavole del “fumetto nel fumetto”, il manga Ichi, sono colorate digitalmente da Dillon. Ciò per differenziare le due parti e, come da lui dichiarato, per avere delle pause dove recuperare dalla fatica e dalla difficoltà della colorazione manuale. Ed è in questa parte manga dell’opera che si ritrova tutta l’ammirazione per Moebius e Miyazaki e il tentativo di fondere assieme i loro stili in una sorta di omaggio-imitazione del loro lavoro.
Grazie a Bao Publishing il pubblico italiano potrà leggere questa graphic novel, fresca vincitrice del premio speciale della giuria del Festival di Angouleme appena svoltosi, a giugno 2013, in una veste editoriale ricca e preziosa come quella originale.
Abbiamo parlato di:
The Nao of Brown
Glyn Dillon
Self Made Hero Publishing, 2012
208 pagine, cartonato, colori – £ 16,99
ISBN:9781906838423
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