Lo scopo delle fanzine era mettere in circolo musica fuori dai soliti giri dell’industria discografica “maggiore” e promuovere le scene indipendenti locali. Oggi, con internet, gira fin troppa musica, tra l’altro raggiungibile e pubblicizzabile con facilità quasi ridicola. Di conseguenza, paradossalmente, il problema è diventato fare selezione, persino nell’underground. O almeno così dovrebbe essere, perché in realtà la capacità dei soggetti economicamente più forti di creare tendenze e occupare spazi è rimasta tale e quale. Per questo, nessuna vecchia sfida degli anni Ottanta ha perso di significato, semmai se ne sono aggiunte di nuove, ma almeno il web mette a disposizione mezzi più agili anche ai fanzinari stessi.
The New Noise offre ai suoi lettori una doppia compilation con la quale cerca di fotografare e promuovere l’underground italiano, in alcuni casi con brani inediti, in altri con pezzi che avreste già potuto ascoltare sulle nuove piattaforme che stanno rivoluzionando il modo di diffondere la musica (Soundcloud, Bandcamp), ma che ─ per i motivi di cui abbiamo appena scritto ─ potrebbero esservi passati a fianco senza che ve ne siate accorti.
La scelta di limitare la selezione all’Italia è legata all’antico imperativo categorico “sostieni la tua scena”, ma nasce anche dalla consapevolezza non partigiana di avere dell’ottimo vino in casa, oltre che – non siamo bugiardi – dalla maggiore facilità di gestione di questo primo esperimento. Chi legge questo webmagazine, del resto, sa che i gruppi li andiamo a setacciare nei luoghi più impensabili… diamo tempo al tempo.
Il Vol. 1 è un mastodonte di due ore che raccoglie tracce ambient e sperimentali, più qualche outsider di pregio che volevamo includere a tutti i costi.
Il Vol. 2 è un’abbuffata di metal estremo, hardcore/punk & affini. Niente steccati di genere, ma il trait d’union è netto e gronda sangue.
Tutti i diritti sulle tracce rimangono di proprietà degli artisti, i quali ─ su nostra richiesta ─ ci hanno permesso di offrirvele in free download.
C’è un lavoro eccezionale dal punto di vista grafico, nato dal desiderio di non far confondere questo lavoro sfinente tra la massa di mixtape e di cartelle compresse a pochi click da qui. Dobbiamo ringraziare all’infinito Simone Grillo di Frohike per tutto questo.
Grazie anche a Gabriele Santamaria per l’aiuto “audio”.
Buon ascolto.
Vol. 1
ARCHITEUTHIS REX, “Demeter Lousia” (inedito)
Un pezzo d’acciaio per il duo di stanza a Roma. Memorie kraut inserite in una possente struttura non lontana da alcune delle più stimolanti proposte dronegaze in voga in questo periodo. Demeter Louisia è creatura oscura ed ammaliante che seduce senza che ve ne accorgiate.
CANNIBAL MOVIE, “Esotic Love”
Composizione quasi inedita per il duo tarantino. Un mix esplosivo di tenui ricordi e minacciose forze oscure che si rincorrono tra l’organo di Donato Epiro e il drumming selvaggio di Gaspare Lemming Sammartano. Una garanzia, as usual.
LA PIRAMIDE DI SANGUE, “In Bici Sulla Strada Della Perdizione”
Non sappiamo bene perché, ma il titolo ci ha sempre fatto pensare a una scena di Gummo, quella dove i protagonisti si aggirano per strada con le bici scassate al ritmo di Dragonaut degli Sleep.
Forse c’entra poco, ma davvero questa è una song che a modo suo ti fa viaggiare che è un piacere.
JOHNNY MOX, “King Zoltar”
Il musicista trentino questa volta ci accompagna tra radure desolate e scheletri abbandonati al sole. Uno strumentale in acustico degno di venire programmato da una radio che trasmette solo canzoni di una volta.
ALBERTO BOCCARDI, “Obsolete White Player Pt.1″ (inedito)
Una delle rivelazioni italiane di quest’anno ci regala un inedito, così da ricordarvi che fra un po’ uscirà un suo split con Lawrence English. Obsolete White Player pt1 lo mette in buona compagnia: Tim Hecker, port-royal e il suo compagno di tour Attilio Novellino.
VIPCANCRO, “Against Skin” (inedito)
Composizione nuova di zecca che presentiamo con un certo orgoglio. I VipCancro continuano la loro ricerca sonora basata su improvvisazione e sperimentalismo elettronico, ricorrendo nuovamente a quella manipolazione analogica che li contraddistingue fin dagli esordi.
ATTILIO NOVELLINO, “Sirens”
Dall’esordio convincente di Attilio Novellino ecco “Sirens”. A molti sembrerà forse avventata come definizione, ma perchè non considerarlo un manifesto dronegaze?
FRANZ ROSATI + FRANCESCO SAGUTO, “psed hriag” (inedito)
Cupo, glitch e abrasivo questo inedito del duo laptop più chitarra acustica composto da Rosati e Saguto, un progetto che potrà riservare belle sorprese in futuro.
ANDREA MARUTTI – FAUSTO BALBO, “Winter”
Andrea Marutti è uno dei nomi di riferimento per l’industrial ambient italiano. Winter è un brano costituito dall’intersecarsi di impulsi, oscillazioni, loop e tutta una serie di effetti sia analogici che digitali. Minimalismo elettronico dal sapore strettamente sintetico.
KLIPPA KLOPPA, “Venusia” (inedito)
Inedito composto proprio per questa mixtape. Che onore! Prete Criminale, Dino Draghen & soci ci danno dentro come al solito, questa volta solo con tastiere ed effetti, in continuità col discorso intrapreso nell’ultimo, ottimo disco, Siren. Roba per palati fini. Cosa volete di più?
METALLIC TASTE OF BLOOD, “King Cockroach”
Il re degli scarafaggi unisce una corazza metal e un’anima dub, le fonde insieme e le usa a suo piacimento per conquistare il mondo. Eraldo Bernocchi, Colin Edwin (Porcupine Tree), Jamie Saft (John Zorn, Bad Brains) e Balázs Pándi (Obake, Merzbow, Venetian Snares) scendono in campo e i risultati non si fanno attendere.
CANAAN, “The Ghost Chaser”
Il ritorno ricco di novità di un gruppo per il quale il termine seminale non appare fuori luogo. Questa volta con l’aggiunta di female vocals e una folgorante miscela a cavallo tra dark-wave e doom-(non)metal. I Canaan continuano a mutare pelle e costruire un percorso mai stabile o prevedibile, si accollano i rischi del caso e stupiscono ancora.
FAUVE! GEGEN A RHINO, “Serse”
Strano il mondo dei ragazzi toscani. Non riesci mai a capire se stanno per mettere i dischi in un locale à la page o se debbano tenere una lezione di musicologia all’Università. Nel dubbio godetevi questa succosa traccia estratta dall’ultimo disco, Polemos.
MATTER, “Stray” (inedito)
Inedito convulso e teutonico. Tra sorde sciabolate electro degne dei mai tanto decantati Pan Sonic, miste alla cura per il suono cara ai loro degni eredi Emptyset. Solo da una prospettiva più ritmica ed ancora più inesorabile. Fate ballare i vostri neuroni, ne hanno un gran bisogno.
RETINA.IT, “Descending Into Crevasse”
David Lynch approverebbe di sicuro. La titletrack dell’ultimo lavoro del duo pompeiano massaggia le sinapsi che è un piacere. Tra campioni di musica classica e non (il pezzo è un omaggio a Giacinto Scelsi) e atmosfere da camera iperbarica, per un’uscita di casa Glacial Movements da ricordare tra le migliori nell’anno appena trascorso. JOOKLO DUO & BILL NACE, “Scratch Here” Pezzo fiume per il duo veneto in compagnia di Bill Nace, chitarrista d’Oltreoceano che sa come violentare il suo strumento. I ragazzi vantano un pedigree invidiabile (Henry Rollins e Sonic Youth li adorano) e girano per il mondo come a pochi italiani capita di fare (giusto i Father Murphy). Godetevi questo delirio free-noise tratto dall’album Scratch Lp (Holidays Records).Vol. 2
TONS, “Musineè Doom Session” Trio torinese che fa sludge-doom metal sporco e carico di groove, ugualmente ispirato ai primi Black Sabbath e alla scena swamp-sludge americana. Questo è il pezzo che apre l’omonimo album d’esordio, dedicato alla montagna più esoterica e sinistra della città più satanica d’Italia, la loro. Il chitarrista della band è il noto rock-artist Steuso. DYSKINESIA, “Dalla Nascita” Nuova pelle per i Dyskinesia, sempre più instabili e di difficile catalogazione. Dalla Nascita potrebbe essere definito come un ibrido di matrice ambient, al cui interno convergono innumerevoli ingredienti per dar vita ad una nuova mutazione della bestia. O, “Apnea” Hardcore gettato in un pozzo buio, privato di luce e lasciato a macerare nel fango, figlio di una sensibilità complessa e poco incline al compromesso. Per possederne la chiave dovrete lottare senza esclusione di colpi. Ovviamente, al buio. PSYCOPATH WITCH, “Stench Of Human Hallucinosis”Il duo di Mazara del Vallo (Trapani) è dedito ad un black death-thrash metal vecchia scuola, grezzo, caustico ed allucinato. La traccia scelta porta il nome dell’ep, uno dei lavori della band nel 2011. Pessimismo, rabbia ed orgoglio della propria autonomia DIY animano questo metallo nero, bruciante ed abrasivo come scaglie di lava sotto il sole implacabile.
HUMUS, “In Silence”
Dal 2005 i ragazzi marchigiani urlano il loro pessimismo mescolando hardcore crust furioso, grind/powerviolence e rasoiate thrash-speed metal in assalti devastanti. La traccia scelta è contenuta nel nuovo potente album Humus Lp, che arriva dopo una lunga sequenza di demo e split.
BARBARIAN, “Useless Breed”
Appassionata dichiarazione d’amore ai primi anni Ottanta. Suoni caustici e neri come pece, gli Hellhammer come numi tutelari, riff taglienti, drumming ossessivo e nessun effetto che possa riportare la datazione ad oggi. Questi sono i Barbarian, prendere o lasciare. Noi, ovviamente, li prendiamo a braccia aperte.
UNDEAD CREEP, “Intro” – “To Be Condemned”
Quattro ragazzi da Palermo, cultori di death, black metal e grindcore in varie band dell’underground siciliano. I nostri, con Undead Creep, resuscitano il death metal svedese vecchia scuola, maligno e lurido come se fosse suonato vent’anni fa.
FUOCO FATUO, “Vuoto Nero”
Dalle brume di Varese, iniziano suonando doom-stoner ma rapidamente restano ammaliati dalle sfumature funeree del blackened doom/sludge metal più occulto e sado-masochista. Riff pachidermici, canto torturato, horror prog italiano.
CANCER SPREADING, “Insomnia” (inedito)
Un miscuglio macina-ossa e di pesantezza sconquassante a base di death metal, grind/stenchcore, crust e thrash primitivo, con parti vocali impressionanti. Questo inedito atmosferico, in anteprima assoluta, gronda doom-death-metal grezzo.
ADAMENNON & BETA, “Session II”
Adamennon e Mike dei Viscera/// si incontrano per dare vita ad un sound in grado di unire attitudine sperimentale e partiture post-black/doom dal forte potere evocativo. Session II è il momento più interessante di questa collaborazione e il suo climax.
GRAAD, “Every Night We Set Fires”
One-man band bolognese che suona black metal con una particolare attenzione per la melodia meno immediata. Un brano che si divide in due parti, la prima grezza e micidiale, la seconda espansa e ardente. Si tratta di un progetto dai contorni non ancora ben definiti, e le recenti collaborazioni testimoniano il suo essere in continua evoluzione.
RISE ABOVE DEAD, “Bury Them In Dust”
I Rise Above Dead creano viaggi della durata di una canzone, prendono per mano l’ascoltatore e lo accompagnano lungo un tragitto ricco di sfumature e cambi di paesaggio. Sofferti, passionali, post tutto e tutti, sanno come combinare le proprie influenze con una personalità ben
salda sulle proprie gambe. Buon viaggio.
SUNPOCRISY, “Samaroid Dioramas”
Dai suoni alla scrittura, dalle vocals ai dettagli più nascosti, nulla è lasciato al caso nell’album Samaroid Dioramas, vero e proprio manifesto programmatico di una formazione che ha saputo catturare la nostra attenzione e lasciare il segno. Molti i sapori e gli aromi confluiti all’interno di un blend che va centellinato sorso dopo sorso, nota dopo nota.HORROR VACUI, “In Darkness You Will Feel Alright”
Death rock come piovesse, atmosfere oscure e suoni ad hoc per un vero e proprio inno di battaglia da sfoderare dopo il tramonto. Dietro si celano alcuni nomi noti della scena crust nazionale, qui intenti a riportare alla matrice punk le sonorità care a Christian Death, Bauhaus e Sisters Of Mercy.
DISQUIETED BY, “Protogone”
Ritmi ossessivi, chitarre sgangherate, rock’n’roll virato hardcore come oggi davvero in pochi sanno fare, non solo in Italia. I Disquieted By non temono rivali quando si tratta di creare dal nulla un anthem travolgente come Protogone, provare per credere. SCARICA LA DOPPIA COMPILATION email print