Magazine Cultura

The Night Circus by Erin Morgenstern

Creato il 06 aprile 2015 da Anncleire @anncleire

The Night Circus by Erin Morgenstern



«I segreti hanno un potere» comincia Widget,«ed esso si riduce quando sono condivisi, sicché è preferibile custodirli, e custodirli al meglio. Condividere segreti, veri e importanti, anche con una sola persona, li modificherà. Scriverli è ancora peggio: non potrai mai sapere quanti occhi potrebbero leggerli sulla carta. Perciò, se ne hai, tienili per te, per il loro bene e per il tuo.

Questo, in parte, è il motivo per cui oggi c’è meno magia nel mondo: anni e anni di insegnamento e condivisione, se non peggio. Dopotutto la magia è segreto e i segreti sono magia. Trascriverla su libri eleganti che con il tempo si riempiono di polvere l’ha sminuita, togliendole poco per volta il potere. Era inevitabile, forse, ma non imprescindibile. Chiunque può fare un errore.»

 

“Il Circo della Notte” (The Night Circus) è il romanzo d’esordio di Erin Morgenstern e l’ho letto in occasione del “CIRCUS READ ALONG” dopo averne sentito meraviglie. Edito da Rizzoli, nella versione italiana,  vi posso assicurare che è una piccola gemma. Odio il circo e tendo ad evitare libri in cui compare la magia, ma… ma mi sono innamorata di questa storia fin dalla prima pagina. Lo stile incantato della Morgenstern mi ha catturata, trascinandomi in un mondo incantato e unico. Meraviglioso.

 

Appare così, senza preavviso. La notizia si diffonde in un lampo, e una folla impaziente già si assiepa davanti ai cancelli, sotto l’insegna in bianco e nero che dice: “Le Cirque des Rèves. Apre al crepuscolo, chiude all’aurora”. È il circo dei sogni, il luogo dove realtà e illusione si fondono e l’umana fantasia dispiega l’infinito ventaglio delle sue possibilità. Un esercito di appassionati lo insegue dovunque per ammirare le sue straordinarie attrazioni: acrobati volanti, contorsioniste, l’albero dei desideri, il giardino di ghiaccio,.. Ma dietro le quinte di questo spettacolo senza precedenti, due misteriosi rivali ingaggiano la loro partita finale, una magica sfida tra due giovani allievi scelti e addestrati all’unico scopo di dimostrare una volta per tutte l’inferiorità dell’avversario. Contro ogni attesa e contro ogni regola, i due giovani si scoprono attratti l’uno dall’altra: l’amore di Marco e Celia è una corrente elettrica che minaccia di travolgere persino il destino, e di distruggere il delicato equilibrio di forze a cui il circo deve la sua stessa esistenza.

 

Non credo di avere parole sufficienti a descrivere questo libro. Non credo di esserne in grado. Certe storie vivono di vita proprio e la sola possibilità di rendere loro giustizia risiede nel fatto di leggerle. Con quali parole riprodurre la vividezza di un circo che trasuda magia? Con quali immagini rappresentare l’amore di coloro che si definiscono Rêveur, il suoni e gli odori, quelle descrizioni che tratteggiano un luogo unico che arriva inaspettato, apre al crepuscolo e chiude all’aurora, respira la magia che i due protagonisti principali vi iniettano? Il Circo è un palcoscenico, per la sfida che alimenta la storia, ma è molto di più, una creatura che vive e si muove, instabile, su un equilibrio precario e quasi insostenibile. Ma la Morgenstern ha la capacità di rendere coerente una storia che non procede lineare, ma che viene raccontata per salti temporali così magistralmente amalgamati che si ha sempre la sensazione di sapere dove ci si trova, anche se si è consumati dai dubbi. La narrazione in terza persona consegna alla storia quell’atmosfera che da molti è stata definita onirica, sognante, quasi rarefatta, che si brucia a contatto con la realtà fuori dal libro, esterna al Circo. Questo rende la storia ancora più particolare, ed è infatti proprio la sua diversità, che la discosta da qualsiasi altro young adult, la rende indimenticabile. Niente è lineare, ogni particolare arricchisce un labirinto, che non  è solo quello che i protagonisti si ritrovano a camminare, ma è soprattutto un labirinto emotivo. Celia si ritrova scaraventata nella vita di suo padre, Prospero, uno degli illusionisti più capaci del mondo, che la coinvolge in una sfida organizzata da un suo antagonista, fin da quando ha sei anni. Tutta la sua vita è basata su insegnamenti duri, su magie sempre più spettacolari, su tecniche sempre più strabilianti, che le consumano il sonno e le energie. Il padre vuole disperatamente vincere, dimostrare la sua superiorità sia come insegnante, sia come inventore. L’illusione è tutto, la magia il soffio vitale da imprimere a qualunque cosa, soprattutto a sé stessi. Come Marco, Celia vive in funzione di una competizione di cui non conosce le regole, non sa cosa succederà, e la sfianca. Ma Celia è una ragazza che si dona, completamente, al Circo di cui fa parte e non perde occasione per librarsi nell’aria di un mondo magico e quasi irreale. Marco, al contrario, sembra esterno a qualsiasi fatto inerente il Circo, invece, anche lui, ne è profondamente coinvolto. Perché il Circo è un’entità complessa, che vive del lavoro di entrambi. Le loro azioni si ripercuotono in maniera immediata su quel castello volante che si frange anche tra gli spettatori che attoniti si ritrovano a respirare le meraviglie che creano i due giovani. E tutto il corollario dei comprimari, per lo più all’oscuro del vero significato del Circo, ne paga le conseguenze. E allora c’è chi lavora dietro le quinte, che riempie di scenari e di costumi, chi realizza opere dall’immenso valore ingegneristico, chi ne cura gli interessi economici. E poi, incastonati come gemme, ci sono tutti coloro che si esibiscono, con arti magiche e meravigliose, che incantano, stupiscono e nascondono. E tra questi ci sono anche Poppet e Widget i due gemelli nati alla mezzanotte del giorno dell’apertura che crescono con il Circo e a questo contribuiscono con racconti e predizioni, avvolgendo il tutto con un mistero ancora più fitto. Attraversare il Circo è come infiltrarsi in una stanza degli specchi, un corridoio riflettente i pensieri più reconditi. E neanche Isobel, la cartomante è capace di svelarne le conseguenze. Ogni atto è necessario, un abisso di concupiscenza e di inquietudine che avvalora la tesi che per vivere bene ci vuole compromesso ed equilibrio. Ogni “incantesimo”, anche quello apparentemente più insignificante è davvero necessario. E allora la Morgenstern è straordinaria nel creare un mondo, più che un libro, che respira e si nutre di meraviglia.

L’ambientazione è quella del Circo itinerante, che parte da una Londra vittoriana, dal sapore irreale quasi quanto le cene di mezzanotte di Chandresh, con i gusti esotici e le pietanze segrete, e poi percorre ogni angolo del mondo dal Connecticut fino all’Egitto, dal Canada a Monaco, per ogni città del mondo. E in questi giri, il Circo vive, con il suo giardino di ghiaccio, il suo albero dei desideri, la giostra e l’orologio.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :