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The pink jelly that you do not expect

Creato il 09 ottobre 2011 da Wildboyz80

The pink jelly that you do not expectRaramente è capitato, o forse non è ancora mai successo, che un remake si sia elevato, o abbia addirittura superato, la qualità e la bellezza del film da cui ha tratto spunto. Fortunatamente, nel caso di The Blob, è successo esattamente questo.

Il film originale, uscito nel 1958, era uno spasso da drive-in per tre principali motivi: è ambientato in un paesino in Pennsylvania, c’è Steve McQueen e c’è un alieno cattivo. Questi tre semplici elementi, non si limitavano a far girare l’industria cinematografica americana di un tempo, ma contribuiscono da sempre ad attirare plotoni di nerd che sognavano di cavalcare una moto dotata di modella tettuta come il protagonista di turno.

Purtroppo il film del ’58 è rimasto penalizzato dai mezzi dell’epoca ed esce con le ossa discretamente tritate dal confronto con questo remake. Infatti, la versione anni ’80 del film ha una marcia in più su quasi tutti i fronti (trovare uno Steve McQueen è tutt’ora impossibile e non basta certo sostituirlo con un Kevin Dillon qualunque). Inanzitutto è stato risceneggiato da Frank Darabont (che di sceneggiature belle e appassionanti ne ha realizzate parecchie) e da Chuck Russel (che lo ha anche diretto). Inoltre, nel casta troviamo una giovane Shawnee Smith (che recentemente è tornata famosa interpretando la stronzissima Amanda nella saga di Saw), e, piccola curiosità, un’esordiente Erika Eleniak (ma quest’ultima chicca la potranno apprezzare solo i fan di vecchia data di Baywatch). Oltre ad avere un pedigree rispettabilissimo, questo The Blob è anche più colorato e sfarzoso, ha un blob più realistico, ed è decisamente più splatter e spietato. Basti vedere la scena del tizio che viene preso per la testa e risucchiato nello scarico del lavandino che, a mio avviso, vale da sola la visione del film e si piazza nella top five delle scene più impressionanti che io abbia mai visto.

Oltre ad essere uno dei remake meglio riusciti che mi sia mai capitato di vedere, The Blob si fa apprezzare anche per un cast umile ma degno del massimo rispetto, pieno di ottimi caratteristi e volti noti ai fan dell’horror anni’80 che contribuiscono non poco a creare quell’atmosfera vincente che ti fa sentire sempre a casa di amici e che ti inchioda, sempre e comunque, allo schermo, mentre quella vocina fastidiosa che ripete al tuo cervello che stai guardando una cazzata di film viene allegramente mandata a farsi fottere.

Il bello di questi film è proprio questo: tu lo sai bene che non sono perfetti, che ci sono degli errori o che, semplicemente, è tutto troppo incongruente per applaudirlo. Ma in quei due secondi spesi a formulare queste inutili considerazioni un bifolco qualsiasi in camicia di flanella o un quarterback con la giacca del liceo hanno già fatto qualcosa che ti ha spinto a prendere la prima schifezza ipocalorica masticabile dalla dispensa, a stappare una birra fresca e ad allungare le gambe decretando l’arrivo inesorabile del rutto libero e dello spanzamento creativo. E a quel punto ti ritrovi senza, saperlo spiegare, all’interno del film. Ospite d’onore nel bel mezzo di un’avventura che mai avresti potuto vivere.

In sostanza, The Blob è l’ennesimo emblema di cinema che non viene più fatto, e probabilmente non riuscirà più a venir fatto per molto tempo. Nonchè una lezione importante su come realizzare un buon prodotto anche quando la fantasia di scrivere qualcosa di nuovo viene a mancare. Per non parlare della forza con cui dimostra, dopo 23 anni, che quando un film viene girato con cuore e passione il risultato non potrà che essere eccellente sotto ogni aspetto.

 



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