“Then why did I have to read it?” Kelsea demanded, feeling resentful. It hadn’t been a particular good book, and it was heavy; she had hauled the damned thing from room to room for days. “What was the point?”
“To know your enemy, Kelsea. Even a book can be dangerous in the wrong hands, and when that happens, you blame the hands, but you also read the book”
“The Queen of the Tearling” è il primo volume della serie fantasy/distopica di Erika Johansen, uscito lo scorso anno in America è stato ben presto un successo. Opzionato per finire sul grande schermo è finito nelle mie letture perché ultimamente mi sto appassionando all’high fantasy a sfondo storico, l’ambientazione medievale e una protagonista femminile di un certo spessore mi hanno convinto, insieme alla proposta della mia collega Lorena di Petrichor che mi ha proposto un buddy reading, il #PPTearling. Pur essendo partita un po’ titubante, non ho potuto far altro che innamorarmi di questo libro, immergermi nel mondo di Kelsea e tifare per lei dall’inizio alla fine.
Il giorno del suo diciannovesimo compleanno la principessa Kelsea Raleigh Glynn, cresciuta in esilio, intraprende un pericoloso viaggio alla volta del castello in cui è nata per riprendersi il trono che le spetta di diritto. Kelsea è una ragazza determinata che adora leggere e imparare e che somiglia ben poco a sua madre, la fatua e frivola regina Elyssa. Kelsea sarà pure inesperta, ma non è indifesa: al collo porta lo zaffiro di Tearling, un gioiello dagli immensi poteri magici, ed è accompagnata dalla Guardia della Regina, un gruppo scelto di coraggiosi cavalieri guidato dall’enigmatico e fedele Lazarus. Kelsea avrà bisogno di tutti loro per sopravvivere alla cabala di nemici che cercherà di impedire la sua incoronazione con ogni mezzo, da sicari dai mantelli cremisi a tremendi incantesimi di sangue. Nonostante il suo sangue reale, Kelsea è ancora una giovane piena di insicurezze, una bambina chiamata a guidare un popolo e un regno dei quali non sa praticamente nulla. Quello che scoprirà nella capitale, però, cambierà tutto, mettendola di fronte a orrori inimmaginabili. Sarà un gesto semplice quanto audace a gettare il regno nel caos, scatenando la vendetta della tirannica sovrana della vicina Mortmesne: la Regina Rossa, una strega posseduta dalla magia oscura. Kelsea dovrà scoprire di chi fidarsi tra i suoi servitori, i nobili di corte e le sue stesse guardie del corpo. La sua missione per salvare il regno e compiere il suo destino è appena cominciata: Kelsea dovrà affrontare un viaggio alla scoperta di sé stessa e una prova del fuoco che la faranno diventare una leggenda… se solo riuscirà a sopravvivere.
La Johansen non lascia scampo, il ritmo, lento e inesorabile, fa immergere il lettore nel mondo successivo al Crossing con facilità, con una scrittura studiatissima e incredibilmente fluida. Descrivere questa storia è complicato, perché lascia il dubbio di non aver capito tutto, l’azione, che comincia in media res non si ferma di fronte al viaggio di Kelsea, ma la accompagna nell’ascesa al trono, nella consapevolezza di essere la persona giusta al compito che la aspetta. La narrazione in terza persona consente il salto da un punto di vista ad un altro, consentendo al lettore di avere un quadro più completo di quello che succede ma senza toglie il fascino della sorpresa. Kelsea è una protagonista insolita, per un libro del genere. Toglietevi dalla testa le fumose ragazze, le regine tutti lustri e meraviglia, bambole e orpelli. Kelsea è cresciuta in un ambiente austero, in un cottage in mezzo ad un bosco educata a prendere il comando. Ogni forma di vanità è bandita, ogni debolezza debellata, Kelsea è una freccia che punta all’obiettivo, la salvezza del suo regno. Kelsea sa qual è il suo ruolo ma non sa come impugnarlo, non ha idea di cosa la aspetta e non sa se è la persona giusta per quel compito. I suoi dubbi la lasciano sempre sull’orlo del precipizio a destreggiarsi in una situazione che è più grande di lei ma che la riporta a prendere possesso della sua vita, data in pasto a consiglieri, guardie, preti. Kelsea non è bella, non è forte, non è compiacente. Kelsea è presente a se stessa, compassionevole, generosa, leale, giusta. Una giustiziera, imperfetta e con sentimenti ambivalenti, ma mai in contraddizione con se stessa. Kelsea non è sola nel suo tentativo di salvare la popolazione di Tearling, infatti al suo fianco abbiamo una serie di impressionanti personaggi. Nessuno è inutile, ogni comprimario introdotto è favolosamente inserito nel contesto. A partire dal mio preferito in assoluto Lazarus, Mace, il capitano della Guardia della Regina. Completamente anticonvenzionale, dotato di un invidiabile spirito di osservazione, intrepido, valoroso, fedele, preda dell’ira e del proprio biasimo, consapevole dl ruolo che riveste e inaccessibile nei suoi segreti. Mace sa più di quanto dovrebbe sapere, è disposto a correre qualsiasi rischio, eppure tarda a riconoscere Kelsea per quello che è. Eppure anche lui, nonostante il suo incredibile valore, pure è soggetto ad errori e a recriminazioni. Eppure è questo suo essere umano che lo rende insostituibile.
Pen, la guardia personale di Kelsea, che pure giovanissimo, ha un talento invidiato dai più. Pen che le è al fianco e non la molla neanche nei momenti più difficili. Ma se devo dirla chi mi ha affascinato davvero è The Fetch, un personaggio intrigante e particolare, che di certo non passa inosservato. Anche the villains non mancano e da buon high fantasy sono davvero terribili, proprio a partire dalla terribile Regina Rossa.
The mark of the true hero is that the most heroic of his deeds is done in secret. We never hear of it. And yet somehow, my friends, we know.
Quello che mi ha colpito tantissimo è l’indole di Kelsea, che se ci pensa non ha nulla di speciale, se non la volontà di migliorare le cose. La sua visione dell’educazione e la sua conseguente ossessione con la carta stampata, con il recupero dei libri e della cultura, dell’elevazione della popolazione da un destino ingrato e terribile, perpetrato per anni, in sua assenza, mentre cresceva e diventava la regina di cui Tearling ha bisogno.
Non manca la violenza, quella quasi immotivata e terribile, che denigra e spezza, ma ricordiamoci il contesto, quello di una società primitiva, dalle caratteristiche medievali, con una banda di nobili imperterriti e dediti ai vizi del mercato nero e al pugno di ferro di un potere effimero, basato sulla ricchezza. Una classe di poveri agricoltori quasi ridotti in schiavitù, in preda ad un folle destino, per un trattato di pace che rischia di spezzare ancora di più una popolazione ridotta allo stremo. Tearling, questo paese, dalle consuetudini terribili e con la magia che imperversa. Ed è proprio il world building, come discutevamo con Lorena, che fa la differenza. Non sappiamo quasi nulla, ancora, del perché avvengono determinati passaggi, perché Tearl abbia deciso di fondare un nuovo regno, le ragioni, fondamentalmente, sia nata la distopia, come involuzione del sogno utopico socialista del suo fondatore. Ma le descrizioni sono meravigliose, i racconti intriganti e la Johansen ha la capacità di ricostruire un regno, una società, un cuore pulsante di diverse categorie sociali, distruggendo le aspirazioni di un uomo e raccontando di un fallimento e del tentativo di una ragazza, apparentemente senza mezzi, senza arte né parte, di ricostruire il benessere di un’intera popolazione e diventar la vera regina.
Il particolare da non dimenticare? Una mappa…
Un inizio di trilogia magico e terribile, che unisce avventura e dramma, educazione e umorismo, passato, presente e futuro e regala al lettore una storia unica, incantatrice e violenta, con uno stile impetuoso e una protagonista super badass, che ignora le consuetudini, ma generosa e altruista di mette in gioco in prima persona, disdegnando la vanità e le tradizioni nobiliari. Non lascia scampo, dopo un inizio lento e condito di aneddoti.
Se volete farvene un’idea potete andare sul sito di Multiplayer.it Edizioni per vedere un’anteprima, e sfogliare quello che nella versione cartacea dovrebbe essere un piccolo capolavoro, la cui versione in italiano uscirà il 9 luglio.
Io attendo la data del terzo volume per leggere il secondo, perché temo il cliffhanger e conoscendomi mi tormenterei senza speranza (come dopo The Winner’s Crime della Rutkoski che ancora piango).
Buona lettura guys!