THE RAVEN (Usa/Ungheria/Spagna 2012)
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L’idea di partenza è anche carina: un serial killer che, nella Baltimora di metà Ottocento, squarta, strangola, sevizia e uccide ispirandosi ai racconti di Edgar Allan Poe, scrittore in rovina che viene chiamato ad aiutare le indagini della polizia. E i primi minuti di pellicola non sono neanche malaccio: l’atmosfera è quel gotico for dummies che tutto sommato diverte, come un Tim Burton allungato con un po’ troppa acqua, e alcune scene, tutto sommato, d’azione e non, si fanno guardare. Hanno rapito la fidanzata bionda di Edgar, bisogna fare qualcosa!
Peccato che poi tutto scada in un “chi sarà l’assassino?” (ovviamente, come da tradizione, il colpevole è uno dei personaggi che il film ci mostra in tutt’altre faccende affaccendato e che noi siamo portati a ritenere insospettabile) e in una caccia al tesoro/agli indizi di un’idiozia che nemmeno Il codice da Vinci: i dialoghi sembrano scritti da un bambino di nove anni, i colpi di scena non lo sono affatto, regia, fotografia e tutto l’apparato estetico sono di un piattume totale (eppure James McTeigue aveva già diretto il ben migliore V per Vendetta) e la scelta del cast è degna di Pippo Baudo. Ok, c’è Brendan Gleeson che è un mito, ma due facce più anonime di Luke Evans e Alice Eve (nemmeno tanto bonazza, stranamente) erano difficili da trovare. Ma a stupire è, soprattutto, l’assenza di un attore che in questo film ci sarebbe stato come il cacio sui maccheroni: Nicolas Cage, dove sei finito? Guarda che così ci fai preoccupare! Perché non hanno affidato a te la parte di Edgar Allan Poe? O perché, se te l’hanno offerta, come credo, hai rifiutato? Va bene che questo film è imbarazzante, ma la cosa non ha mai costituito un problema per te. Farsi sostituire così da John Cusack! Bah.
The Raven, titolo ahinoi rubato a una delle poesie più belle di Poe, è una baggianata hollywoodiana di quarta categoria. “Mai più!”, è proprio il caso di dire.
Alberto Gallo