1958: nella Germania del dopoguerra, Michael Berg (David Kross), studente quindicenne, incontra fortuitamente Hanna Schmitz (Kate Winslet), vent’anni più grande di lui. L’iniziazione sessuale del ragazzo da parte della donna, scandita soprattutto dalle letture ad alta voce di lui, sfocerà in una relazione sentimentale che lascerà il segno. Nel 1995, un Michael invecchiato e malinconico (Ralph Fiennes) ricorderà quei momenti.
Un letto disfatto è l’immagine che avvia il flusso di ricordi del protagonista da adulto, e il film procede per lunghi flashback, narrando in particolare due periodi: quello della conoscenza, della scoperta della sessualità, della passione tra Michael e Hanna (il 1958), e quello del passato che ritorna, di un’altra scoperta (stavolta amara), dell’olocausto relegato nelle aule di tribunale (il 1966). Pellicola dunque divisa in tre, a partire dal romanzo Der vorleser di Bernhard Schlink. Difficile comprimere tutto in due ore, ma Stephen Daldry (Billy Elliot, The hours) dà l’impressione di avere i tempi giusti; la sua regia non banale dà poi ampio respiro alle interpretazioni sofferte dell’ottimo cast: da Kate Winslet (che ha fatto anche di meglio, ma l’Oscar ci sta tutto, se non altro come riconoscimento per le prove offerte negli ultimi anni) a Ralph Fiennes (compassato ma efficace), dal navigato Bruno Ganz al giovane e convincente David Kross. Il personaggio della Winslet è il più complesso, diviso tra l’accogliere (il coinvolgimento sessuale) e il respingere (i sentimenti), il proteggere (il ragazzo) e il distruggere (se stessa). Occhi gonfi, solitudine, vergogna per il proprio segreto, redenzione nella lettura (da segnalare i passi tratti dall’Odissea di Omero e da La signora con il cagnolino di Anton Čechov). Prodotto da Anthony Minghella e Sydney Pollack. Il neo più grosso, forse proprio per esigenze di produzione, è l’incongruenza tra l’ambientazione (appunto Germania) e la lingua scritta (inglese). Perdonato.