È una storia semplice che vuole stimolare i sentimenti basici: l’amicizia e la fratellanza in opposizione all’odio e all’invidia. Dopo l’incontro tra il bimbo e il palloncino scandito da eventi che sebbene privi di coesione esplicitano in modo chiaro il strutturarsi del rapporto, segue la relativa avversione da parte dei coetanei del piccolo, una reazione senza fondamenta che però nell’ottica elementare della pellicola ci sta: un ballon si detesta perché vola, perché scoppiare del “normale” lattice gonfiato d’aria non è di certo un atto esecrabile. Eppure l’immagine del palloncino che lentamente si sgonfia, e che porta sulla sua superficie le “rughe” di un’accelerata Fine, colpisce la vista.
Vincitore di due top-awards in ambito cinematografico (Oscar + Palma), fonte di ispirazione per Flight of the Red Balloon (2007) di Hou Hsiao-hsien, nonché anticipatore di una scena centrale di Up (2009) e forse anche di una poetica sequenza in Plastic Bag (2009), Le ballon rouge è uno tra i corti più apprezzati di sempre. E in effetti è difficile affermare il contrario.