E' un film talmente di merda che non merita una recensione sua: racconta di un matrimonio tra due giovani fighetti insopportabili a prima vista in cui si scatena l'apocalisse. Muoiono in tanti ( si accasciano semplicemente,altri vengono portati via da strane creature), alcuni si rifugiano in chiesa ( come nell'orrido Vanishing on 7th Street dell'ex grande promessa Brad Anderson e vi raccomando caldamente il prete), i superstiti fuggono e uno di loro scopre che è tutto colpa ( SPOILER SPOILER SPOILER) della fede e la ragazza che era con lui dice di aver scelto Dio e si allontana in mezzo alla folla con degli strani scaracchi neri che vengono dal cielo in tempesta FINE DELLO SPOILER FINE DELLO SPOILER.
Sono rimasto basito: tra tutti i finali idioti che ho visto questo li batte tutti e far vedere una fede che spezza schiene come fuscelli e infilza fedeli come spiedini ...beh non so, per me siamo ai limiti della blasfemia.
Ecco perché oggi recupero la mia recensione di The Iceman che sicuramente sarà più utile visto che finalmente ha guadagnato un piccolo spazio per uscire al cinema dopo ben 3 anni da fondo di magazzino.
Però stavolta la qualità c'è, inspiegabile lasciarlo in naftalina per tanto tempo come mi chiedevo alla fine della recensione che è di quasi un anno fa ( e già era un recupero tardivo).
Ecco la recensione riveduta e corretta:
La storia vera di Richard Kuklinski, uno dei più feroci serial killers della storia americana: negli anni '60 fa soldi piratando cassette di contrabbando poi viene reclutato da un boss mafioso per lavori sempre più rischiosi in cui mette in campo tutta la sua perizia nell'uso di qualsiasi arma. Conosce un altro "collega" Robert Pronge detto Mr Freezy perchè congelava le sue vittime dopo averle uccise e da lui apprende altri metodi per sfuggire ai controlli, tipo nebulizzare una soluzione di cianuro in faccia alla vittima che in pochi secondi stramazza a terra come se fosse colpita da arresto cardiaco e senza che tutto questo possa essere rivelato all'esame autoptico. Nella sua vita colleziona da 100 a 250 omicidi , la cifra esatta non è conosciuta perchè non ha mai lasciato testimoni oculari ed è sempre riuscito a tenere la sua famiglia ( moglie e tre figlie , che nel film sono diventate due) lontano dal suo lavoro. Quando venne arrestato nel 1987 la moglie credeva che il marito fosse una specie di consulente finanziario.....
The Iceman è un biopic basato sul libro The Ice Man : The True Story of a Cold Blooded Killer scritto da Anthony Bruno e sulla biografia che lo stesso Kuklinski scrisse assieme al giornalista Steve De Carlo che lo intervistò lungamente negli anni di detenzione.
Ci fornisce un quadro piuttosto esauriente della vita " lavorativa " di Kuklinski ma evita , con ogni probabilità appositamente, il lato privato di questo omone di quasi due metri e di oltre 130 kili di peso.
Dico lato privato perchè non è esplorato il lato maniacale del protagonista mostrato come un uomo dalla doppia vita , da una parte spietato assassino che ha la fortuna di sfogare la sua maniacalità quando killer di professione dotato però di preciso codice morale ( concetto da prendere con le pinze in uno che ha ucciso a sangue freddo decine e decine di uomini, comunque non ha mai ucciso donne e bambini, anzi aveva piacere nel torturare chi aveva perpetrato violenze contro di loro, memore di un infanzia difficile con un padre violento che aveva addirittura ammazzato di botte uno dei suoi fratelli ), dall'altro amorevole marito e padre di famiglia, la cui indole era appena intorbidata da saltuari accessi di ira distruttiva.
A Vroman , regista di questo film, probabilmente interessava questo sdoppiamento della vita di Kuklinski e descrivere un ambiente mafioso abbastanza standard, con piccoli e grandi boss che si spartiscono la torta del traffico di droga a suon di omicidi e sgarri continui alle gangs rivali.
Pur se questa parte ha quell'aria alla Goodfellas esteriormente , c'è di mezzo sempre lui , Kuklinski che fa scivolare il film dalle parti di Zodiac, a causa della sua dedizione al lavoro che ha del maniacale.
E chi poteva essere chiamato a recitare nella parte di The Iceman ( cosiddetto sia per la su freddezza nell'espletare il lavoro, sia perchè congelava le vittime per confondere le tracce) ?
Chi è l'attore hollywoodiano maggiormente abbonato a ruoli da psicopatico?
Risposta esatta : Michael Shannon.
Vengono esaltate le sue misure antropometriche ( è pur alto sempre più di 1 e 90 e anche piuttosto ben messo fisicamente), viene quasi costretto a recitare con la sordina perchè deve dare un senso a quel soprannome che indica glacialità, ma cavolo, quella faccia, quello strabismo leggermente divergente fanno letteralmente accapponare la pelle.
E' lui l'epitome della riuscita di un film che brilla per ricchezza del cast ( James Franco, Chris Evans, Ray Liotta,Winona Ryder, un irriconoscibile David Schwimmer, Robert Davi che con quella faccia butterata fa gara con Shannon a far scendere brividi lungo la schiena dello spettatore , Stephen Dorff ).
Michael Shannon è il valore aggiunto, perchè senza di lui il film avrebbe poco valore nonostante tutto quel popò di cast che schiera.
La regia di Vroman lo segue rispettosamente concentrandosi come detto sul suo lavoro per le famiglie mafiose.
A leggere di Kuklinski in realtà si viene a sapere altro: quando viene reclutato dalla mafia aveva sul groppone qualcosa come una sessantina di omicidi a suo dire e aveva iniziato sin da piccolo uccidendo animali randagi e un compagno di scuola ( a bastonate) che aveva fatto il bullo con lui.
Quindi lavorando come sicario prezzolato per la mafia trova una valvola di sfogo, anche ben pagata, per liberare tutta la pazzia racchiusa dentro di lui.
Personalmente, è questo il lato che trovo più fascinoso della vicenda di Kuklinski, mentre nel film si sottolineano soprattutto le sue gesta lavorative .
Il vero Kuklinski
La cosa che manca a questo film per fare il definitivo salto di qualità per entrare nei cult cinematografici è un po' di coraggio nella messa in scena, estetizzante ma un po' fine a se stessa, quasi a smussare i lati più sgradevoli del vero Kuklinski.
Ariel Vroman si rifugia in scenografie anni '70 di indubbio effetto ma non ha lo spessore per orchestrare qualcosa di veramente memorabile preferendo concentrarsi sulle dinamiche mafiose che non su quelle personali.
Detto questo, The Iceman è uno spettacolo comunque avvincente che ha in Shannon un grandissimo asso nella manica.
Ma possibile che ignobili cacchette da parabrezza ( la lista è sterminata ) trovino la strada della sala cinematografica qui in Italia ( e neanche in poche copie ) e invece questo film con il cast che si ritrova non trovi neanche mezzo cinema in cui essere proiettato?
Qualche dio del Valhalla deve aver ascoltato ....finalmente.
PERCHE 'SI : Michael Shannon, tratto da una storia vera che fa venire i brividi, cast stellare, ignoto il motivo per cui si recupera da noi con circa tre anni di ritardo
PERCHE' NO : Vroman non è tutto questo regista e si respira aria di occasione sprecata, l'ennesimo biopic di questo periodo, la storia di Kuklinski è ben più cruenta di quanto si vede nel film.( VOTO : 7 + / 10 )