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The retail commerce in Italy : some reflections about the performance of the Italian market.

Da Xxlauraxx @RLaura2909
Some days ago I was on the 7th summit about the retail commerce in the auditorium of Il sole 24 ore, Milan ( one of the most well-known economical publications in Italy). Even if I am not a leading expert of the sector, the impression I got from this summit is that the Italian companies, the consumers and the workers  are all angry with the government . The retail commerce in Italy : some reflections about the performance of the Italian market.The recent increase of the VAT to 22% has made everyone unhappy . On the other hand it is not difficult : if the consumer doesn’t buy because he is in financial difficulties, the production and work automatically decrease. Simple equation Despite the present difficulties , the Italian companies are going to find solutions in order to continue to work, decreasing the fixed costs of the rent than of the working force  - this is what emerged from the summit meeting. A famous trade Italian  company – I don’t want to say the name- said one of the biggest cost is the energy consumption. They are under in the trade branch so they don’t  benefit  from the tax relieves (which instead are  made for the  industry). Every year they pay  45,000,000 Euros for the energy bill. The cost of the energy consumption – if they could have  the tax relieves- would be the half  and they could invest € 20,000,000 maybe in some new working force – as the CEO affirms in this summit meeting. The trend of the Italian market is to reduce the costs of the companies, anyway there are some branches  as the telephony market that seems not to know the crisis here.  The e-commerce has  had a big development in Italy, even if it is not so popular. Many good intentions and the proposals by the CEOs for the government have been defined in this summit meeting. Now the common question from all the sides - companies , consumers and workers - is the reduction of the taxes to revive the buyer power .... can the government do that? The posterity will judge it.
L’altri giorno ero al  7 summit per il retail alla sede del sole 24 ore di Milano ( una delle testate più note nell’ambito dell’economia italiana). Pur non essendo una luminare del settore, l’impressione che ho avuto da questo summit è che le aziende italiane siano arrabbiate con il governo, i consumatori, siano arrabbiati con il governo e il numero sempre crescente di lavoratori in difficoltà sia arrabbiato con il governo. Il recente aumento dell’iva al 22% ha reso tutti e dico tutti scontenti. D’altronde non è difficile: se il consumatore è in difficoltà non compre, se non compra crolla la domanda e quindi diminuisce le produzione e il lavoro. Equazione semplice. Nonostante le difficoltà del momento quello che è emerso dal summit è che le aziende hanno intenzione di trovare soluzioni per poter proseguire nel loro operato, tagliando magari più i costi fissi sulle locazioni che sul personale. Una nota azienda di commercio ha dichiarato che siccome nell’ambito del commercio non può avere agevolazioni sui consumi energetici ( cosa che invece si fa per le industrie) così si ritrova a pagare la bellezza di 45.000.000 di euro ogni anno, mentre se potesse aderire alle agevolazioni ne pagherebbe la metà, investendo 20.000.000 di euro in altro ( magari nuove assunzioni, come ha dichiarato l’amministratore delegato).  La tendenza del mercato italiano è quella di ridurre i costi, per quanto settori come la telefonia sembrano non conoscere la crisi. Grosso sviluppo dell’ e commerce che è ancora relativamente poco diffuso nel bel paese. I buoni propositi emersi sono tanti, le proposte da parte degli amministratori delegati da fare al governo pure. Adesso la domanda comune da tutti i frangenti – aziende, consumatori e lavoratori – è la diminuzione delle tasse anche nell’ottica di far riprendere i consumi….ce la faranno al governo? Ai posteri l’ardua sentenza

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