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The Rise of the Power Blogger: chi sono i blogger italiani più “influenti”?

Creato il 16 agosto 2014 da Rosebudgiornalismo @RosebudGiornali
Gad_Lerner_2010_croppeddi Rina Brundu. Comincio dalla fine. Comincio dalla fine perché tra ieri sera, quando ho deciso di scrivere questo pezzo, e questa mattina, quando mi è venuto da metterlo via per riprenderlo tra qualche settimana post-vacanzaiola, sono accadute altre cose. Per esempio, ti capita, e mi è capitato, di scorrere annoiata le pagine digitali dei nostri quotidiani di punta e, come sempre, di sentirti cadere le braccia. L’ultimissima? L’occhiello di un noto giornale su una conduttrice televisiva che, mentre girava in scooter, avrebbe tamponato un vigile. Sperando che l’agente in questione non si sia fatto troppo male non resta che chiedersi, again and again, ma come si fà? Come si fà ad avere il fior fiore del nostro giornalismo impegnato a perseguire il filone gossiparo vento in poppa (anche perché tutto manca su quella homepage tranne le poppe!), in questa maniera? Immagino un motivo “importante” ci sarà, concedo che quel motivo mi stia sfuggendo, di certo il target non sembrerebbe essere quello di attirare nel tal loco digitale un dato tipo di lettore. 

Anche per questi motivi, soprattutto per questi motivi, sarebbe bene che pure in Italia nascesse una diversa tipologia di blogger: impegnato, knowledgeable, critico and able to speak up his/her own mind, in grado di dire la sua senza salamelecchi e nella maniera richiesta dai tempi. In realtà un blogger del genere noi l’abbiamo ed è senz’altro quel Beppe Grillo di cui tutti sappiamo. Da un punto di vista meramente tecnico però non si può non notare che con la sua decisione di scendere nell’arena politica il power-blogger in questione è diventato un centro di potere uguale a quel potere che avrebbe dovuto criticare, dunque vi è un sostanziale conflitto di interessi da tenere in conto, no doubts about that!

Ma, oltre Grillo? Oltre Grillo lo status quo non è dei più incoraggianti. L’ho scoperto attraverso una personalissima analisi. Cosa ho fatto? Ho preso come termini di riferimento i ranking globali dei siti di Alexa.com e le statistiche italiane di Blogbabel. Poi – allo scopo di evitare i trucchi e le solite furbate digitali – ho proceduto ad escludere dai primi 150 (circa) siti in classifica Blogbabel, tutti i siti che non fossero di opinione politica o d’attualità (non vi è power-blogger degno di questo nome che non si occupi di politica!), tutti i siti che non pubblicano articoli ma solo occhielli e di cui comunque non si capisce quale sia il claim-to-glory, tutti i blog “promossi” dalla visibilità che danno loro i quotidiani nazionali (non ci si fa belli con le penne altrui!), tutti i blog legati a personaggi noti specialmente perché hanno fatto televisione (troppo facile!), tutti i blog che sono mero spam digitale, tutti gli angoli digitali dedicati alla tecnica, alla scienza, alla cucina, al cinema, alla televisione, tutti i blog dove la figura del power-blogger non viene messa in risalto ma la linea editoriale è molto simile a quella di un quotidiano standard, dove vi sono quindi rappresentate, sullo stesso livello, una pluralità di voci. Ho infine escluso tutti i blog o i siti dove per i quali ho notato una disproporzionalità “sospetta” tra il ranking Alexa e il ranking Blogbabel.

Alla fine sono rimasta con lo schemino sottostante che comunque non mi soddisfa completamente.

Come interpretarlo? Semplice: il secondo campo da sinistra rappresenta il ranking Alexa in questi giorni (faccio notare che questo è un ranking suscettibile di grande variabilità), il terzo campo è il ranking Blogbabel nello stesso periodo e il quarto campo è un ranking mio, di sommario, creato considerando “l’weight”, il peso effettivo, dei primi due elementi, un ranking finale se vogliamo.

Perché ho tenuto questi bloggers anche se a volte persino nel loro profilo vi è un “infringement” dei parametri operativi indicati nel terzo paragrafo? Ho tenuto Grillo perché l’M5S resta, for the time being, un vero e proprio movimento di opposizione e ho tenuto Civati, non me ne voglia, quasi per le stesse ragioni. Ho tenuto Gad Lerner perché ha costruito un blog sostanziale mentre questo non è il caso degli altri colleghi giornalisti che hanno avuto la sua stessa visibilità mediatica. Gli altri cinque blogger sono nella lista perché sfogliando le loro pagine si ha la sensazione di un certo impegno e di una data “passione” che esiste oltre le necessità del vanity-publishing. A mio avviso questa è una conditio-sine-qua-non per essere un power-blogger, un poco come quando dico che giornalisti si nasce non si diventa. Then again, it’s just my opinion!

Come già scritto lo schema non mi soddisfa pienamente e mentre è vero che lo status-quo non è dei migliori (del resto, la nostra patria non è mai stata neppure patria di grandi giornalisti, ma solo di santi e navigatori, soprattutto di santi!), è pure vero che il tempo potrebbe portare grandi sorprese e tanti nuovi virgulti che saranno i veri power-bloggers italici del futuro. Time will tell: we will keep an eye on these statistics anyway!

Nome Alexa Blogbabel Rosebud

Blog di Grillo 3128 2 1

Gad Lerner 96791 8 2

Ciwati – Il blog di Civati 168278 22 3

Gennaro Carotenuto 1069218 92 5

Aldo Giannuli 242624 98 4

Francesco Costa 1448825 `113 7

Pietro Ichino 1009903 132 6

Freddy Nietzsche 1734674 144 8

 

Featured image, una bella fotografia del power-blogger Gad Lerner, autore Matteo Merletto (grazie), source Wikipedia.

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