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The Secret, il fumetto ufologico che ipotizza un'umanità migliore
Creato il 29 luglio 2011 da MikdarkoNegli anni 90 ha dato forma a Diabolik, quindi ha lavorato anche per Carlo Lucarelli e le sue puntate televisive orientate al genere noire. "Nella serie 'The Secret', però, non disegno, ma passo gli input a una decina di colleghi che si occupano di illustrare le storie che ho ideato", spiega, aggiungendo di aver pure uno sfogo radiofonico su un'emittente fiorentina, Radiostrega, che indaga sui misteri della notte. Diciamo dunque che il personaggio è interessante e che pure quanto ha elaborato è accattivante. Io ho letto il secondo episodio, intitolato "Predatori di anime" e l'ho trovato molto originale. Di mezzo ci sono anche riferimenti a casi di abduction, come quello di Valerio Lonzi, e un evidente ricalcare le teorie del discusso Corrado Malanga, convinto che gli alieni si impossessino e controllino un certo numero di esseri umani.
"A Malanga ho chiesto il permesso di citare i suoi lavori. Il risultato è che non solo mi ha detto di sì, ma ha addirittura acconsentito che nel racconto apparisse un personaggio che, sostanzialmente, è il suo alter ego. Con annesse vicissitudini personali legate alla professione e alle tesi".
La prima uscita risale a maggio ("Il fattore del cigno nero"), quindi sono seguiti "Predatori di anime", appunto, "Fili invisibili" e "L'avvento del quinto mondo". La parte finale prevede una puntata sugli Annunaki (saranno dunque trattate pure le teorie di Zecharia Sitchin), una che ritorna alle "memorie aliene attive" di Malanga e una, per concludere, ambientata nella piana di Giza, davanti alle piramidi egizie.
Il punto di partenza della serie è l'11 settembre 2001 (e non mancano i riferimenti "alieni" a quel giorno drammatico del mondo), ma le ispirazioni sono numerose di vario ordine: "Mi sono rifatto alle esperienze degli ipnologi Usa e a casi come quelli di Zanfretta o di Lonzi, tra i più importanti in Italia sul fronte dell'ufologia - spiega Di Bernardo -. Non solo: entra in gioco anche Peter Kolosimo, del quale sono stato un appassionato. Anzi, a lui mi lega un episodio particolare, che a mio avviso prova la sincronizzazione degli eventi: comperai 'Non è terrestre', il primo libro suo che ho letto, nel giorno in cui Kolosimo moriva. Sentii la notizia alla radio e rimasi un po' turbato..."
Di Bernardo ha scelto Adam Mack quale personaggio centrale dei racconti. Scelta non casuale: "John Edward Mack è stato il principale ricercatore sul fronte delle abduction. Adam, invece, deriva da Adamo, il primo uomo. Idealmente, Adam Mack è colui che darà inizio a una nuova umanità".
Tesi suggestiva, che si lega di sicuro a una voglia di nuovo che qua e là è percettibile nelle varie comunità. "E' un tema attuale e si lega anche alla questione aliena: ho proposto questa collana perché ultimamente mi sono reso conto che l'argomento-quesito 'siamo soli oppure no?' è particolarmente sentito: basta vedere con quale frequenza ricorre in televisione...".
L'idea del fumetto a sfondo alieno è dunque logica, anche se non sono mancati i detrattori. "Diciamolo meglio: non sono mancati e non mancano quelli che, metaforicamente, ci tirano le pietre. Gli 'incavolati' sono numerosi. A me è successo, nel giorno in cui usciva la puntata sulle scie chimiche, di ricevere una email di un tizio imbestialito. Recitava: 'No, le scie chimiche pure qui?'..." Vendere 35 mila copie (la tiratura di ogni puntata) è dunque una bella sfida, a causa anche della diffidenza del pubblico e dal fatto che il fumetto è un prodotto da cogliere sul momento, altrimenti lo perdi. "Però se il vero mistero, come ho già detto, è capire come stanno andando le cose sul piano commerciale, considero positivo che la casa editrice non mi abbia confidato nulla: se l'iniziativa fosse un fiasco, di sicuro me l'avrebbero già comunicato".
Giuseppe Di Bernardo
Ma Di Bernardo è credente, in tema di Ufo e di extraterrestri? "Aborro questo termine, che presuppone l'accettazione di una verità calata dall'alto. Penso piuttosto che ci si debba 'accorgere' di qualcosa, ritenendo anche centrale l'aspetto soggettivo delle esperienze: io non mi sono ancora accorto di nulla, pur tenendo il naso spesso rivolto al cielo. Ma non dispero di riuscire a farlo, prima o poi. E in fondo mi auguro che succeda".
Scritto da Flavio Vanetti Fonte: http://misterobufo.corriere.it/
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