The September Issue and Grace Coddington

Da Andrew Jacobs

Dal 15 settembre è disponibile in Italia il dvd del documentario The September Issue, in allegato al dvd trovate anche il volume Modi di moda in cui sono raccolti estratti di altri libri come Alla corte di re moda e di In Vogue.
Il documentario segue la realizzazione del numero di Settembre 2007 di Vogue America che con le sue 840 pagine è stato il più lungo numero mai pubblicato.
Ho deciso di guardarlo e così per un’ora e mezza seguiamo la redazione fra riunioni, servizi fotografici, viaggi nelle capitali della moda mondiale, rassegne con stilisti famosi e nuovi talenti da supportare.
Due sono le figure che primeggiano sulle altre: il direttore creativo Grace Coddington e la direttrice Anna Wintour, entrambe inglesi, entrambe a Vogue dal 1988, entrambe pittoresche nella loro personalità.
Ma a colpirmi nel documentario è la meno nota, la Coddington, una molto british, signora dai lunghi e disordinati capelli rossi, palpitante e passionale; che tanto per capirci, è stata colei che ha inventato il cosiddetto saggio di stile, grazie alla sua capacità di partire da un abito e da lì sviluppare un racconto con gli splendidi servizi fotografici che ci ha regalato, un mondo pieno di suggestioni e l’ispirazione si sa può giungere dalle cose più inaspettate e nei momenti più imprevedibili, quindi, come lei stessa dice durante il documentario che "è meglio stare attaccati al finestrino di un’auto piuttosto che sonnecchiare durante un viaggio".
Grace, racconta nel film di essere nata in Galles e di essere stata una famosa modella nella Swinging London, poi un incidente d’auto le massacrò la faccia; molte chirurgie le ricostruirono il volto ma di certo non la carriera. Fu così che ripiegò sul lavoro di stylist.
Disinteressata al mondo della celebrità: nel film si arrabbia quando un servizio che ha ideato viene cancellato ed è contro le copertine che sono di puro scopo commerciale e mediatico, già, perché se qualcuno ancora non lo avesse capito, la moda è un’arte che si alimenta con il pensiero e la ricerca artistica, non certo col desiderio di celebrità che ormai sembra regnare fra i giovani, invaghiti dalle atmosfere scintillanti e dalle celebrità senza cervello.

Ho scelto per voi alcuni scatti, di alcuni suoi servizi fotografici che ha curato negli ultimi 12 mesi per Vogue America, con fotografi del calibro di Steven Meisel, Arthur Elgort e Annie Leibovitz :

Andrew Jacobs


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