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The Shannara Chronicles

Creato il 14 gennaio 2016 da Rivista Fralerighe @RivFralerighe

Riflessioni dopo le prime quattro puntate

Se ne è parlato a lungo. Sono state fatte infinite ipotesi. Si sono susseguiti svariati rumor. Alla fine, però, l’adattamento di Shannara per il piccolo schermo è arrivato. La serie, intitolata The Shannara Chronicles, ha debuttato negli Stati Uniti il 5 gennaio, su MTV, mentre da noi verrà trasmessa a partire dal 15 gennaio su Sky Atlantic. Non seguirà, tuttavia, le vicende narrate nel primo e fortunatissimo romanzo della serie ideata da Terry Brooks, ovvero La spada di Shannara, quanto piuttosto quelle raccontate nel secondo volume, Le pietre magiche di Shannara. La storia ruota attorno al tentativo di salvare l’Eterea, un albero magico il cui compito è quello di tenere attivo il Divieto, una sorta di regno-prigione in cui sono stati intrappolati i Demoni. Con la morte dell’albero, i terribili prigionieri potranno ritornare a devastare le Quattro terre. Sarà compito della principessa elfica Amberle, dell’ultimo discendente di Shannara, Will, e della rover Eretria tentare l’impossibile sotto la guida di Allanon, l’ultimo druido di Paranor.

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Gli adattamenti di questo tipo sono sempre attesi al varco. La serie fantasy scritta da Terry Brooks è una di quelle che hanno saputo fare la storia del fantasy contemporaneo (nel bene e nel male) e molti devono proprio a Shannara la passione per questo genere letterario, io in primis. È quindi scontato che molti fan attendessero impazienti e preoccupati le prime puntate. Io ho visto le prime quattro in originale e devo dire che sono stato piacevolmente colpito dal prodotto. Pur tenendo presente tutta una serie di limiti, l’ho trovato un intrattenimento divertente e coinvolgente.

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Certo, se siete fan sfegatati del libro e fate parte di quel gruppo di persone che non vorrebbero assistere a cambiamenti, allora questa serie non fa per voi. Online ho già avuto modo di vedere diverse risposte negative alla visione e in effetti The Shannara Chronicles è un adattamento che si concede svariati cambiamenti rispetto all’opera di partenza. Probabilmente anche a causa del network dove la serie viene trasmessa, MTV, la storia è stata resa molto teen e tenta indubbiamente di fare presa su un determinato genere di pubblico. Ecco dunque che tutto viene un po’ ringiovanito e/o “esteticamente migliorato”, compreso Allanon, il druido saggio che dovrebbe far da guida, che diventa qui un uomo aitante e dalla muscolatura degna di un calendario sexy. Si inseriscono poi storie d’amore probabilmente non necessarie e si utilizzano battutine ammiccanti e qualche scena in cui si può ammirare qualche corpo mezzo nudo con l’intento di far riscaldare gli spiriti. All’inizio, inoltre, ci troviamo immersi in una di quelle sfide all’ultimo sangue tra ragazzi che va tanto di moda nel cinema e nella letteratura odierna (grazie Hunger Games!). È stata insomma intrapresa una strada che ammicca a un pubblico con gli ormoni in subbuglio e che vuole vedere carne e baci. Alcune altre cose sono state invece mal gestite, una fra tutte gli spostamenti geografici: i protagonisti sembrano infatti muoversi nelle Quattro Terre a una velocità che farebbe invidia a Flash. E, a mio modestissimo parere, si è calcato un po’ troppo la mano sul post-apocalittico inserendo alcuni riferimenti non necessari (Le Quattro Terre sarebbero infatti il nostro mondo in un futuro molto lontano, dopo grandi guerre che hanno cancellato la nostra società e hanno consentito la formazione di una nuova geografia e di nuove razze). Se posso infatti apprezza il ponte di un’autostrada in rovina, trovo meno probabile la carrozzeria di un’automobile in giardino.

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Detto questo, però, bisogna anche ricordare che un adattamento non è mai l’opera originale. Non lo è per definizione. E non potrebbe esserlo neanche volendo. Il compito dell’adattamento è di cercare di mantenere lo spirito che contraddistingueva l’opera originale, e non l’opera originale nella sua interezza. Visto inoltre che tra i produttori della serie figura lo stesso Brooks, si presuppone che molte di queste scelte siano state da lui appoggiate. Se si riesce a vedere la serie come a un qualcosa di nuovo, il risultato potrebbe essere estremamente piacevole. La ricostruzione degli ambienti e gli scenari sono meravigliosi, così come la ricreazione di demoni e creature (piccola nota  margine: adoro la sigla d’apertura). Il ritmo è incalzante e le battute di Will, sebbene a qualcuno possano far storcere il naso, sdrammatizzano il tutto rendendo qualche scena divertente. E rimane il fatto che la storia di base c’è tutta e che vederla finalmente portata alla vita regala emozioni uniche.

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Credo che sia necessario saper prendere una cosa per quello che è. Shannara è sempre stata una serie che si basava sull’intrattenimento, e puro intrattenimento è anche la serie tv. Una produzione che vuole essere leggera e scorrevole, piacevole da vedere e magari capace di accattivarsi un pubblico che nemmeno conosce i libri da cui le vicende sono tratte, e per me il risultato è stato raggiunto. Guardando queste quattro puntate mi sono divertito. Non mi sono messo a ragionare sul bene e sul male del mondo, non ho avuto ardui quesiti su cui rimuginare una volta concluso l’episodio, ma mi sono divertito e ne sono felice. Non chiedevo altro.

Di Andrea Storti



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