The show (time) must go on

Creato il 18 agosto 2012 da Basketcaffe @basketcaffe

Come in una tipica sceneggiatura hollywoodiana si è risolto l’ormai ex “Dwight-mare“. Ovvero quando nessuno se lo aspetta ecco che arriva il colpo di scena. Ormai tutti erano sconfortati a causa dell’interminabile lunghezza delle trattative e dall’impressione che portare Dwight Howard fuori dalla prigione dorata di Orlando fosse impossibile anche per questa sessione di mercato. In realtà quello che è stato il trasferimento che ha permesso ad analisti, giornalisti ed esperti di mercato NBA di bombardare di notizie e di smentite da circa 6 mesi a questa parte, si stava concretizzando proprio sotto il naso di tutti.

Tralasciando quella che è stata la trade con i suoi pro e i contro e tutto il velo di polemica che circonda l’ennesimo scambio che coinvolge i gialloviola. Il pensiero di tutti i romanticoni nostalgici è andato a due paroline magiche: Show Time.
Partiamo dal principio: quest’estate dopo la sonora batosta rimediata dai ragazzini terribili di Oklahoma City in pochi si immaginavano un mercato in tipico “PSG style” da parte dei Lakers, per via di un cap a dir poco intasato e dall’impossibilità di scambiare una serie di giocatori vecchi e strapagati. Eppure c’erano vari punti che potevano far pensare a qualche colpo grosso della dirigenza losangelena.

1) I lakers lo scorso anno avevano stipulato un contratto record per 20 anni con la Time Warner Cable la TV regionale della california per una cifra pari a 5 miliardi di dollari l’anno ossia 30 miliardi di dollari in 20 anni. Non proprio noccioline visto che si parla di distribuzione di un’emittente locale, che per inciso non trasmette partite di cartello, nè durante le festività nè playoff.

2) I Lakers hanno messo in vetrina un certo Andrew Bynum in gran spolvero dopo più anni passati in lettini fisioterapeutici che sul parquet. Le trattative per il rinnovo erano in fase di stallo, e le voci su una sua possibile cessione (e di tanti malintesi e comportamenti non considerati idonei nello spogliatoio) si sono moltiplicate.

3) Steve Nash è il miglior giocatore in questo pianeta a eseguire il pick and roll, soprattutto con centri dinamici come Stoudemire e Gortat. Nel periodo recente l’unico anno in cui le statistiche del canadese sono calate sensibilmente è stato nel periodo di Shaq ai Suns. Ecco Bynum è tutto fuorchè un centro dinamico ossia il contrario di Howard, adattissimo a giocare il p&r in velocità.

4) Kobe Bryant sarà nel libro paga dei Lakers per altri due anni e recentemente ha annunciato un suo probabile ritiro al termine del contratto. Ora per molti non vuol dire niente, ma per chi un pò conosce il “Kobe pensiero”, sa che il ragazzo non dice mai parole a caso… quindi il monito sarà risuonato bene nelle orecchie di Buss junior e del GM Kupchak, che hanno capito di dover sfruttare il Mamba in queste sue ultime apparizioni per vincere.

Tutti questi fattori e non solo, hanno portato a questa rivoluzione in casa LA. Una rivoluzione che di riflesso ha modificato le gerarchie della Lega, catapultando Bryant e soci ai vertici più alti. Basteranno tutte queste stelle a riproporre lo show time degli anni ’80 permettendo a Kobe Bryant di infilare il sesto anello? Troppo presto per saperlo, però si sa che il prossimo anno in Cina si festeggia l’anno del serpente, bisogna capire di che tipo di serpente si tratti, magari è un mamba…


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